GRANDI MANOVRE - SALA D'ATTESA PER RICCARDO RUGGIERO - BALLO DEL MATTONE PER MEDIOBANCA.
Nicola Porro per Il Giornale
Grandi manovre in Telecom Italia. La mano degli uomini di Marco Tronchetti Provera, ogni giorno che passa, si fa sentire sempre di più. A farne le spese, questa volta Riccardo Ruggiero, il volitivo responsabile della business unit Wireline: in parole povere l'uomo della telefonia fissa. Probabilmente sono esagerate le voci che lo vedono già con un piede fuori dall'azienda, ma quel che è certo è che i suoi poteri rischiano di essere fortemente ridimensionati. A insidiare, dicono i maligni, la sua direzione, è arrivato un uomo di stretta scuola pirelliana. Quel Giuseppe Sala che Tronchetti ha prima voluto come vicepresidente e direttore finanziario in Tim, la società di telefonia cellulare, e poi al suo fianco come assistente in Telecom.
Sala, da un paio di settimane, è diventato direttore generale della divisione guidata da Ruggiero, ma con una serie di deleghe che ne fanno l'uomo forte. Con l'ordine di servizio, che burocraticamente prende il numero 104, lo stesso Ruggiero due settimane fa, ha segnato i paletti del comando. A Sala sono andate tutte le direzioni commerciali, la polpa del business della telefonia fissa: da quella dei clienti executive a quella del business, dalla telefonia residenziale a quella pubblica. Sempre all'ex uomo Pirelli le customer operation, l'amministrazione e controllo, il legale e tutte le deleghe sugli acquisti. A Ruggiero restano le strategie, i servizi all'ingrosso, la rete, le risorse umane; gli affari regolamentari e la funzione di Busìness Integration.
Al manager risponde inoltre la società Telecom Italia Sparkle; mentre riportano al nuovo direttore generale Atesia, Telecontact Center e Pathnet.
Per un dirigente come Ruggiero, abituato a comandare e a fare squadra si tratta di una significativa riduzione nello spazio di influenza. La riorganizzazione è avvenuta, a metà giugno, ed è ancora presto per capire gli effetti che sortirà.
Da Il Giornale
La girandola di incontri che ieri si sono succeduti a Piazzetta Cuccia, ha fatto come al solito, pensare alle operazioni più diverse. Ma andiamo per ordine. Il primo a varcare il portone è stato Chicco Gnutti, con Claudio Sposito, l'ex amministratore delegato della Fininvest: «Abbiamo un progettino in comune con Mediobanca e Gnutti» ha detto l'ex uomo del Biscione. Di che si tratta? «Non posso dire niente - dice Sposito - ma non ha nulla a che vedere con il fondo che sto per lanciare». Lo zampino del bresciano Gnutti fa subito pensare che ci sia qualche interesse dalla parte della tribolata Lucchini. L'industria siderurgica sarà costretta a vendere alcuni gioiellini, tra cui le centrali elettriche. Gnutti ha già un piede nella municipalizzata bresciana. E Mediobanca, da sempre vicina al Cavalier Lucchini, potrebbe officiare qualche buon affare.
Dopo meno di un ora, arrivano Marco Tronchetti Provera, il suo uomo nel mattone, Carlo Puri Negri e Salvatore Ligresti. Tutti a convegno per l'affare immobiliare dei prossimi anni: la riqualificazione dell'area Fiera. Anche se gli schieramenti sono opposti: Tronchetti e Puri sono alleati con Unicredito, Morgan Stanley e Caltagirone mentre Ligresti è in cordata con Generali e Mediobanca. Forse hanno voluto insieme capire cosa sapesse Mediobanca di un nuovo temibile concorrente: quel Colaninno che con il colosso americano Aig, ha sparigliato le carte in tavola.
Dagospia.com 1 Luglio 2003
Grandi manovre in Telecom Italia. La mano degli uomini di Marco Tronchetti Provera, ogni giorno che passa, si fa sentire sempre di più. A farne le spese, questa volta Riccardo Ruggiero, il volitivo responsabile della business unit Wireline: in parole povere l'uomo della telefonia fissa. Probabilmente sono esagerate le voci che lo vedono già con un piede fuori dall'azienda, ma quel che è certo è che i suoi poteri rischiano di essere fortemente ridimensionati. A insidiare, dicono i maligni, la sua direzione, è arrivato un uomo di stretta scuola pirelliana. Quel Giuseppe Sala che Tronchetti ha prima voluto come vicepresidente e direttore finanziario in Tim, la società di telefonia cellulare, e poi al suo fianco come assistente in Telecom.
Sala, da un paio di settimane, è diventato direttore generale della divisione guidata da Ruggiero, ma con una serie di deleghe che ne fanno l'uomo forte. Con l'ordine di servizio, che burocraticamente prende il numero 104, lo stesso Ruggiero due settimane fa, ha segnato i paletti del comando. A Sala sono andate tutte le direzioni commerciali, la polpa del business della telefonia fissa: da quella dei clienti executive a quella del business, dalla telefonia residenziale a quella pubblica. Sempre all'ex uomo Pirelli le customer operation, l'amministrazione e controllo, il legale e tutte le deleghe sugli acquisti. A Ruggiero restano le strategie, i servizi all'ingrosso, la rete, le risorse umane; gli affari regolamentari e la funzione di Busìness Integration.
Al manager risponde inoltre la società Telecom Italia Sparkle; mentre riportano al nuovo direttore generale Atesia, Telecontact Center e Pathnet.
Per un dirigente come Ruggiero, abituato a comandare e a fare squadra si tratta di una significativa riduzione nello spazio di influenza. La riorganizzazione è avvenuta, a metà giugno, ed è ancora presto per capire gli effetti che sortirà.
Da Il Giornale
La girandola di incontri che ieri si sono succeduti a Piazzetta Cuccia, ha fatto come al solito, pensare alle operazioni più diverse. Ma andiamo per ordine. Il primo a varcare il portone è stato Chicco Gnutti, con Claudio Sposito, l'ex amministratore delegato della Fininvest: «Abbiamo un progettino in comune con Mediobanca e Gnutti» ha detto l'ex uomo del Biscione. Di che si tratta? «Non posso dire niente - dice Sposito - ma non ha nulla a che vedere con il fondo che sto per lanciare». Lo zampino del bresciano Gnutti fa subito pensare che ci sia qualche interesse dalla parte della tribolata Lucchini. L'industria siderurgica sarà costretta a vendere alcuni gioiellini, tra cui le centrali elettriche. Gnutti ha già un piede nella municipalizzata bresciana. E Mediobanca, da sempre vicina al Cavalier Lucchini, potrebbe officiare qualche buon affare.
Dopo meno di un ora, arrivano Marco Tronchetti Provera, il suo uomo nel mattone, Carlo Puri Negri e Salvatore Ligresti. Tutti a convegno per l'affare immobiliare dei prossimi anni: la riqualificazione dell'area Fiera. Anche se gli schieramenti sono opposti: Tronchetti e Puri sono alleati con Unicredito, Morgan Stanley e Caltagirone mentre Ligresti è in cordata con Generali e Mediobanca. Forse hanno voluto insieme capire cosa sapesse Mediobanca di un nuovo temibile concorrente: quel Colaninno che con il colosso americano Aig, ha sparigliato le carte in tavola.
Dagospia.com 1 Luglio 2003