montezemolo alitalia

ALI-CRAC – AD ALITALIA SERVE UN ALTRO MILIARDO PER EVITARE IL FALLIMENTO – LO TIRANO FUORI GLI ARABI E LE BANCHE: RISERVATA AGLI EMIRI UN’EMISSIONE DI BOND (COSI’ NON SALGONO NEL CAPITALE DOPO AVER VERSATO 1,7 MILIARDI NELL'AGOSTO 2014) – IN ARRIVO UN NUOVO MANAGEMENT ITALIANO

 

R.Dim. per il Messaggero

 

cramer ball luca di montezemolocramer ball luca di montezemolo

Manovra d' emergenza in tre mosse quella deliberata alle 5,30 di martedì 22 dicembre dall' Alitalia Sai per assicurare subito 472 milioni di risorse sotto forma di liquidità per gli stipendi e il carburante ma anche di semi-equity scongiurando di portare i libri in Tribunale per mancanza di ossigeno e per violazione delle norme del codice sul capitale al di sotto di certe soglie. A marzo poi dovrebbero arrivare altri 590 milioni attraverso altre tre mosse, a condizione che il nuovo piano industriale risponda a criteri di efficienza e risparmi. In totale una manovra complessiva da 1,062 miliardi che si somma a quella da 1,7 miliardi varata ad agosto 2014 quando fu raggiunto l' accordo con il vettore di Abu Dhabi.

 

CAMBIO STATUTO

 

Tre giorni prima di Natale presso la sede della compagnia a Fiumicino, davanti al notaio Nicola Atlante, presente il presidente Luca Cordero di Montezemolo reduce da una nottata di riunioni no stop, l' assemblea di Alitalia Sai - durata mezz' ora - ha deliberato in seduta ordinaria e straordinaria il salvataggio. E dal verbale dell' assise vengono fuori dettagli finora inediti del piano articolato in due tempi, dopo che l' assise era stata rinviata tre volte (12, 16 e 21 dicembre) come da verbali sempre del notaio Atlante.

 

alitalia etihadalitalia etihad

All' ordine del giorno della parte ordinaria il finanziamento a breve d' emergenza per consentire di far fronte ad alcuni pagamenti impellenti. In totale 250 milioni di liquidità già entrati nelle casse: 100 milioni da Etihad Investment holding company, azionista con il 49% mentre Midco, veicolo controllato da Alitalia Cai, detiene il 51%. Altri 150 milioni sono stati concessi da Intesa Sanpaolo, primo socio con il 20,59%, Unicredit (12,99%) e Mps: si tratta della riapertura delle linee accordate. Non ha partecipato all' operazione la Popolare di Sondrio.

 

LE NUOVE DIVISE DI ALITALIALE NUOVE DIVISE DI ALITALIA

Altri 222,8 milioni di euro sono stati iniettati nel patrimonio sotto forma di strumenti finanziari partecipativi: questa tecnicalità è stata studiata apposta per evitare che il vettore arabo salga in maggioranza e, nello stesso tempo, il capitale della società venga riportato al di sotto del livello di guardia, scavalcato a causa delle perdite 2016 (oltre 400 milioni).

 

Per emettere questi speciali bond, l' assemblea nella parte straordinaria, ha votato all' unanimità la modifica dell' art 6.1 dello statuto, secondo gli effetti dell' articolo 2346 codice civile. E infatti è stata approvata l' emissione, a cura di Alitalia Sai di un bond in dollari statunitensi per 231,4 milioni (222,8 milioni di euro), regolato dalla legge Italiana, in unica emissione, valore nominale unitario di un milione di dollari Usa oltre a un titolo da nominali 422 mila dollari.

LOUNGE ALITALIALOUNGE ALITALIA

 

La durata dell' emissione obbligazionaria sarà pari a quella di Alitalia. Redimibilità: lo strumento partecipativo non darà diritto a richiederne il riscatto ma potrà, ad opzione della società, essere sottoposto in tutto o in parte, a riscatto volontario previa delibera dell' assemblea dei soci approvata a maggioranza del capitale (quindi dagli italiani). Il bond partecipativo non darà diritto al titolare di alcun diritto amministrativo (ulteriori posti in cda) nè di voto.

 

Nè tanto meno lo strumento darà diritto ad alcun diritto patrimoniale (partecipazione agli utili). Il bond è stato emesso il 23 dicembre e la sottoscrizione è stata riservata ad Etihad. Alla fine si è fatto ricorso all' emissione di un nuovo bond e a non convertire quello in essere da 375 milioni totali, perchè quasi 300 milioni sono in pancia a Generali che non avrebbe inteso trasformare il credito in capitale di rischio.

naresh goyal tra cramer ball e james hogannaresh goyal tra cramer ball e james hogan

 

VERTICE ALLO SVILUPPO

 

La fase 2 della manovra di salvataggio dovrebbe partire a marzo quando sarà pronto il nuovo piano industriale basato su un drastico taglio dei costi, a cominciare da quelli del personale: esuberi tra 2 mila e 4 mila unità: lunedì 9 fissata una riunione allo Sviluppo economico alla presenza anche di Graziano Delrio.

 

In quel momento Etihad verserà altri 275 milioni di un finanziamento soci mentre le banche saranno chiamate a erogare altri 175 milioni e a convertirne in capitale 140: a fronte di questo nuovo sacrificio i soci italiani chiedono una svolta anche manageriale: al posto di Cramer Ball pare sia già stato individuato un nuovo manager italiano.

 

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...