andrea orcel piero montani

ATTENTI A QUEI DUE – ANDREA ORCEL (UNICREDIT) E PIERO MONTANI (BPER): SONO I DUE UOMINI CHE METTERANNO IN MOTO LA NUOVA PUNTATA DEL RISIKO BANCARIO – ORCEL DEVE INGOIARE IL BUBBONE MPS (GLIELO CHIEDE IL MEF CON DOTE DI 6 MILIARDI E 6MILA ESUBERI), MA POI VUOLE AGGIUNGERE UN’ALTRA ACQUISIZIONE: BPM O POP SONDRIO. GLI STESSI DUE ISTITUTI A CUI POTREBBE PUNTARE IL NEO BOSS DI BPER, UNA VOLTA RISOLTA LA QUESTIONE DELLE FILIALI RICEVUTE DA INTESA UBI - E CARIGE?

 

andrea orcel di unicredit

Rosario Dimito per "Molto Economia - il Messaggero"

 

Attenti a quei due. Possono provocare una guerra stellare nel credito italiano. L' avvento di Andrea Orcel alla guida di Unicredit e di Piero Montani a quella di Bper, metterà in moto un nuovo giro di valzer nel consolidamento bancario.

 

piero Montani

Lo vogliono la politica, il governo, l' Autorità, il mercato con la tecnologia che impone di cambiare per tagliare i costi e aumentare i ricavi. Come nella serie televisiva britannica, Orcel e Montani sono banchieri diversi per storia e formazione, il primo con la fama più intraprendente e determinato, l' altro con il pedigree di ristrutturatore poco interessato alle poltrone (nel 2001 per favorire la fusione fra Popolare di Novara e di Verona fece un passo indietro) ed entrambi hanno fatto sapere ad azionisti e investitori di aver bisogno di tempo per riorganizzare le banche prima di mettere mano ai merger.

 

PIERCARLO PADOAN CON ELKETTE DI UNICREDIT

Si conoscono da 25 anni, anche se nella precedente vita di banchiere d' affari (Merrill Lynch) mai Orcel ha gestito un deal con Montani: chi ha parlato con loro ha capito che sarà molto difficile che adesso i due possano incrociarsi. Sicuramente c' è il rafforzamento dei benefici delle Dta contenuto nel Dl Sostegni per le fusioni concesse dal governo che ha esteso il termine a giugno 2022.

Andrea Orcel

 

NESSUN DIRETTORE GENERALE

Orcel è atteso al varco di Mps perché l' ex ministro Roberto Gualtieri aveva invitato il suo predecessore, Jean Pierre Mustier, a valutare l' acquisizione di Siena, di cui il Mef ha il 64% dal 2017 ottenuto nell' ambito della ricapitalizzazione da 5,4 miliardi che fu gestita da Piercarlo Padoan, al tempo ministro del Tesoro e oggi presidente di Unicredit.

 

roberto gualtieri

Ma forse il vero obiettivo di Orcel è Banco Bpm, anche se Giuseppe Castagna predilige l' opzione Bper. Orcel non ha avuto ancora contatti con Roma. Nella prima settimana iniziata lunedì 19 aprile è stato full time in Piazza Gae Aulenti, ha incontrato quasi tutti i manager per capire la gestione ordinaria. Poi se n' è tornato a Cascais lavorando da remoto e nella torre milanese tornerà lunedì 10 maggio.

 

GIUSEPPE CASTAGNA

Montani, invece, è già stanziale a Modena: tra i primi nodi ha cercato di risolvere la posizione di Alessandro Vandelli, l' ex ad di cui ha preso il posto ma che è anche dg. «Gli ho chiesto di restare, ho bisogno di lui, capace, conosce la struttura da 37 anni.

 

Avevo dialogato con lui per una possibile fusione Carige-Bper nel 2014, avemmo un paio di incontri», ha detto Montani a chi gli ha parlato, «si è riservato di darmi una risposta». In Bper il dominus esterno è Carlo Cimbri, ceo di Unipol che ha il 18% e nel rispetto dei ruoli, vuole avere voce in capitolo sulle strategie anche se all' ultima assemblea le tensioni tra le fondazioni emiliane hanno diviso il fronte degli enti, creando le premesse per la vittoria di Assogestioni con cui si dovrà fare i conti.

 

alessandro vandelli bper 1

Montani è nato a Genova con il suo accento caratteristico e il suo interloquire con frasi secche. «Devo capire Bper, ci sono gli sportelli Intesa-Ubi da integrare e soprattutto evitare che i clienti prendano altre strade. Le filiali ricevute da Intesa-Ubi equivalgono alle dimensioni di una banca, ci vuole tempo per metterle a regime».

 

Più di lui è Orcel a dover riorganizzare Unicredit per impostare il rilancio auspicato dal cda e dal mercato con la crescita dei ricavi, dopo anni in cui il bottom line veniva raggiunto vendendo asset. D

 

carlo cimbri

eve inizialmente rifare la squadra all' interno della riorganizzazione complessiva, ma al contrario dei timori diffusi, non è detto che voglia trapiantare molti manager esterni. Essi potrebbero essere 2-3 non di più. Vuole valorizzare in prima linea figure che oggi sono in seconda e terza fila, cercherà di scoprire le persone adeguate. Ci sarà una svolta tecnologica. Comunque la vera inversione a U sarà nel taglio dei sei co-head, anche la Central Eastern Europe dove ci sono 10 paesi da gestire, ne avrà uno solo. Ha tre obiettivi: Italia, Germania e la divisione CIB per aumentare i ricavi.

 

andrea orcel

L' Italia è divisa in tre (retail, private e corporate) con una frammentazione di competenze che il banchiere vuole ricomporre. Germania e la CIB devono essere ristrutturate. Tutto questo lo impegnerà ancora per settimane. I tempi sono più lunghi rispetto alle attese di maggio perché il 6 c' è la trimestrale targata Mustier e l' alta dirigenza è bloccata. Le sue tre priorità immediate: semplificare la struttura decisionale, riordinare la tecnologia da sistemare in più di tre mesi per avere un' idea e il nuovo piano.

jean pierre mustier elkette

 

L' INVITO PER IL CAFFÈ

Tra fine maggio e primi di giugno dovrebbe presentare la riorganizzazione al cda con una revisione anche delle deleghe. Non ha nessuna intenzione di introdurre la figura del direttore generale.

 

Andando lungo con la riorganizzazione, ci vorrà più tempo per il nuovo piano da presentare per i primi di settembre e a quel punto potrà pensare alle fusioni. Il vero banco di prova sarà l' empatia Orcel-Padoan che indirizzerà le scelte. Padoan è un economista prestato temporaneamente alla politica, Orcel un banchiere che nelle operazioni antepone le logiche industriali.

 

PIERO MONTANI

Entrambi decisionisti, si portano dietro esperienze e latitudini diverse, sia l' uno che l' altro dotati di professionalità per muoversi in sintonia nel rispetto dei ruoli. Su Mps Padoan è più sensibile, Orcel è freddo perché la fusione con la dote dello Stato avrebbe un costo sociale di 6 mila esuberi solo a Siena e lui non ne vuole sapere di essere responsabile di questa macelleria sociale.

 

Dovrà tener conto del nuovo appeal derivante dalle modifiche sulle Dta. Ed è consapevole dell' impegno del governo a privatizzare entro l' anno: una soluzione, che il governo sta considerando, potrebbe essere lo spezzatino di Mps, e invece dei sussidi l' esecutivo potrebbe riciclare in alcune attività i dipendenti in esubero.

CIMBRI MUSTIER

 

A tutti dice che il tallone d' Achille di Unicredit è la Lombardia. Ecco perché Banco Bpm è preferita, pur partendo come un merger non concordato tipo Intesa-Ubi o Agricole-CreVal.

Castagna ha mandato un sms e telefonato a Montani il giorno della nomina, invitandolo per un caffè.

 

Andrea Orcel

Montani per ora deve integrare i 5.150 dipendenti di Intesa trasferiti con le 620 filiali e fino all' autunno deve dedicarsi all' amalgama. Poi, quando avrà risolto queste priorità, potrebbe esaminare le opzioni strategiche: Bpm ma anche Popolare di Sondrio con cui c' è la partnership in Arca che vende polizze Unipol (che possiede il 2% della stessa Sondrio) e ora è alle prese con il Consiglio di Stato per la spa e comunque, vorrebbe percorrere la strada della Fondazione per controllare la banca, magari con alcuni soci privati. Castagna ha fretta perché teme l' affondo di Unicredit, Bper avanza piano.

 

Lo scenario bancario comprende Carige che entro l' anno dovrà trovare un padrone e potrebbe scompaginare i piani di Bpm, Bper, Credem, Agricole. Quest' ultimo avrebbe manifestato già interesse. Dopo questa fase di surplace, qualcuno proverà lo scatto e a quel punto saranno scintille.

ANDREA ORCEL ANDREA ORCEL

Ultimi Dagoreport

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?