BERNABÈ IN PISTA PER L’ISTITUTO CENTRALE DELLE POPOLARI - TOMMASO DI RUZZA, GENERO DI ANTONIO FAZIO, DIRETTORE DELL’AUTORITÀ FINANZIARIA VATICANA

 

1. SUSSURRI E GRIDA           

Dal “Corriere della Sera”

 

Franco Bernabe Franco Bernabe

PER L’ISTITUTO CENTRALE DELLE POPOLARI SPUNTA BERNABÈ

(d. pol. ) Il calcio d’inizio della partita sul futuro assetto dell’Istituto centrale delle banche popolari sarà fischiato oggi. E’ infatti atteso il board da cui emergerà l’advisor per la selezione dei nuovi soci dell’Icbp, il gruppo bancario dei servizi di pagamento, oggi controllato all’80% da un sindacato di nove banche tra cui Credito Valtellinese, Banco Popolare, Bper, Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Ubi. Per la grande maggioranza convinte a disinvestire e incassare per rafforzare i bilanci alla vigilia delle turbolenze del settore legate al via libera all ’investment compact e alla loro trasformazione in società per azioni.

 

Mediobanca è l’advisor favorito. Se sarà scelta, dovrà strutturare il processo e sondare i candidati. Il fondo Permira si è già fatto avanti. Ma da dicembre è al lavoro il tandem formato dagli inglesi Bain capital e Advent, affiancato dagli advisor Vitale & associati e Franco Bernabé, l’ex capo di Telecom, qui nelle vesti di consulente. L’offerta si colloca appena sotto i 2 miliardi contro i 2,2 di Permira. Ma la gara porterà a rilanci. La scelta delle popolari sarà comunque condizionata al piano industriale.

LA SEDE DI MEDIOBANCA LA SEDE DI MEDIOBANCA

 

I PIANI DELLO SCEICCO AL HAMED

(f.ch.) Dopo la Perla Jonica, lo sceicco Hamed Bin Al Hamed vuole altri quattro alberghi in Sicilia. La Item, che fa capo al 100% al membro della famiglia reale di Abu Dhabi, parteciperà alla gara per l’acquisto di quattro strutture di lusso che rientrano nella curatela del fallimento di Acqua Marcia di Francesco Caltagirone Bellavista: l’Excelsior di Catania, il San Domenico di Taormina, le Palme e Villa Igiea di Palermo (nella foto). L’operazione potrebbe essere conclusa per autunno, pare con un’offerta intorno ai 100 milioni di euro. Si tratta della stessa cifra che la Item ha messo in campo anche per la Perla Jonica, altra struttura uscita da una procedura fallimentare.

Francesco Bellavista Caltagirone Francesco Bellavista Caltagirone

 

La società italiana dello sceicco ha ricevuto una linea di credito di 24 milioni da Mps e a cantiere ultimato, in base a un contratto di sviluppo con Invitalia, potrà ricevere un importo pari alla metà dei lavori fino a un massimo di 24 milioni, provenienti da fondi europei. Il complesso turistico, che sorge sulla costa a nord di Catania, sarà reso interamente autosufficiente dal punto di vista energetico e a emissioni zero da Volteo, controllata dal gruppo Kinexia, che ha ottenuto la commessa per un valore – ha confermato il Ceo di Volteo Flavio Raimondo - di 48 milioni. Il cantiere è già partito, il termine lavori estate 2016.

 

TOMMASO DI RUZZA jpegTOMMASO DI RUZZA jpeg

IL GENERO DI FAZIO ALL’AIF VATICANA

(m.a.c.) È Tommaso Di Ruzza il nuovo direttore dell’Aif vaticana, nominato dal segretario di Stato Pietro Parolin su proposta di René Brülhart, da novembre Presidente della Unità di Intelligence finanziaria della Santa Sede . Stimato giurista, genero dell’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, Di Ruzza è accreditato per essere tra i principali autori del percorso che negli ultimi tre anni ha condotto alla riforma e consolidamento del sistema vaticano antiriciclaggio e per il contrasto al finanziamento del terrorismo.

 

2. PARTERRE

Da “Il Sole 24 Ore”

 

TELEFONICA, L’OPZIONE QATAR E L’AUMENTO DI CAPITALE

aliertaalierta

Telefonica avrebbe sondato il fondo sovrano del Qatar per un ingresso nel suo azionariato tramite un aumento di capitale riservato di diversi miliardi di euro allo scopo di ridurre il suo livello di indebitamento che è tra i più elevati nel settore. A riguardo ci sarebbero stati a riguardo colloqui alla fine dello scorso anno, riferisce l’agenzia Bloomberg citando fonti informate, ma la cosa non avrebbe avuto per ora seguito perchè nel frattempo è stata presa in considerazione la cessione dell’operatore mobile britannico O2, per il quale c’è l’interesse di H3G, in questo modo recuperando risorse utili per finanziare l’acquisizione di Gvt, per la quale è in corso l’iter autorizzativo in Brasile.

EMIRO DEL QATAR Tamim ben Hamad Al Thani EMIRO DEL QATAR Tamim ben Hamad Al Thani

 

Per pagare Vivendi, Telefonica aveva comunque già fatto sapere che sarebbe stato necessario un aumento di capitale da parte di Telefonica Brasil e a ruota della casamadre. Obiettivo: raccogliere 3,6 miliardi. Secondo Bloomberg, se non andasse in porto la cessione di O2, l’opzione Qatar potrebbe tornare d’attualità e in quel caso l’aumento di capitale sarebbe molto più consistente. (A.Ol.)

 

I MERCATI BOCCIANO LA RUSSIA E NON SOTTOSCRIVONO I BOND

Bocciata la Russia sul mercato dei capitali. Nella sua prima emissione obbligazionaria dell’anno, il ministero delle Finanze di Mosca è riuscito a collocare soltanto un quinto di quanto era stato offerto. Gli investitori temono la bocciatura del rating al di sotto dell’investment grade. Ai sottoscrittori di quel 13% verrà pagata una cedola del 15,27% ben oltre il 10,2% pagato lo scorso novembre nell’ultima emissione governativa.

vladimir putini leader visti dall'artista cristina guggeri vladimir putini leader visti dall'artista cristina guggeri

 

Un rendimento eccezionalmente elevato per un paese che gode di un rating investment grade di Standard and Poor’s, ora sotto osservazione a causa del calo del prezzo del petrolio e delle ricadute delle sanzioni sull’economia. Mentre scende il prezzo del greggio, salgono i rendimenti dei bond al 15,17% dal 7,2% dall’invasione della Crimea dello scorso marzo. Gli eventi che si sono succeduti dalle sanzioni dell’Unione europea e degli Usa, all’annessione del penisola alle tensioni geopolitiche hanno fatto resto, facendo franare il rublo del 46% contro il dollaro. (Ma.Mo.)

 

L’ITALIAN JOB PROSEGUE IN BRISTOL-MYERS

Cambio al vertice di Bristol-Myers Squibb, ma il timone del big farmaceutico e delle biotecnologie Usa resta in mano a un italiano. Giovanni Caforio, attuale direttore operativo, prenderà il posto - a partire dal 5 maggio - dell’ad uscente Lamberto Andreotti, in carica dal 2010 e che diventerà presidente esecutivo del Cda. Caforio è entrato in Bristol-Myers nel 2000 come general manager della divisione italiana e ha poi fatto carriera all'interno del gruppo.

 

LAMBERTO ANDREOTTI DI BRISTOL MYERS SQUIBBLAMBERTO ANDREOTTI DI BRISTOL MYERS SQUIBB

Negli ultimi anni ha seguito in particolare la commercializzazione di due nuovi farmaci per il trattamento del cancro e che agiscono sul sistema immunitario. Caforio dovrà impegnarsi per confermare la posizione di Bristol-Myers su un mercato che si fa sempre più competitivo, anche per mano della rivale Merck. «Punto a costruire su quello che abbiamo già raggiunto, a mantenere le promesse del nostro portafoglio innovativo e a continuare a fare la differenza per i pazienti», ha detto in una nota. (R.Fi.)

 

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…