BERNANKE STAMPA METADONE (“POLITICHE MONETARIE ACCOMODANTI”) E LE BORSE SE LO INIETTANO - MILANO (+0,7%)

1 - BORSA: BERNANKE RIVITALIZZA I LISTINI, A MILANO (+0,68%) BANCHE BRILLANTI
Radiocor - Ben Bernanke spinge i listini europei, che dopo una mattinata incerta chiudono in positivo grazie alle parole del presidente della Federal Reserve. Quest'ultimo ha sottolineato i progressi sia del mercato del lavoro Usa sia della situazione finanziaria del Vecchio Continente, ribadendo la 'necessita'' di politica monetaria accomodanti.

Cosi', spinta dalle banche, Milano e' avanzata dello 0,68%: la migliore e' Enel Green Power (+3%), che ha rafforzato le partecipazioni in due controllate eoliche americane. Guadagni superiori al 2% anche per Ubi Banca e Intesa Sanpaolo, mentre Buzzi Unicem (+2,4%) corre ancora in scia al buy di Ubs. In coda al listino, invece, Terna (-3,3%) dopo la chiusura del collocamento del 5,3% da parte di Raffaele Minozzi e Fonsai (-1,2%). Sul resto del listino si scaldano le societa' immobiliari con Aedes (+35%) e Gabetti (+12%). L'euro si attesta a 1,287 dollari mentre il petrolio perde oltre l'1% con il Wti poco sotto i 95 dollari.

2 - FED: BERNANKE: MIGLIORATE LE CONDIZIONI FINANZIARIE DELL'EUROZONA
Radiocor - 'A partire dalla scorsa estate, le condizioni finanziarie nell'eurozona sono migliorate in qualche modo, cosa che dovrebbe aiutare a mitigare il rallentamento dell'economia nel Vecchio Continente e allo stesso tempo ridurre gli effetti sull'economia americana'. Lo ha detto il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke durante la testimonianza sulle prospettive dell'economia americana davanti alla commissione economica congiunta del Congresso.

3 - FED: BERNANKE, NECESSARIE POLITICHE MONETARIE PARTICOLARMENTE ACCOMODANTI
Radiocor - 'Con una disoccupazione ben al di sopra di livelli normali e inflazione limitata, il perseguimento del nostro mandato di massima occupazione e stabilita' dei prezzi richiede politiche monetarie particolarmente accomodanti'. Lo ha detto il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke durante la testimonianza sulle prospettive dell'economia americana davanti alla commissione economica congiunta del Congresso.

Facendo notare che i tassi di interesse sono stati vicino allo zero dalla fine del 2008, Bernanke ha spiegato come la banca centrale americana 'abbia dovuto usare altri strumenti' come il piano di acquisto di Treasury e bond ipotecari. Ricalcando quando contenuto nel comunicato diffuso alla fine dell'ultima riunione del Fomc - il braccio di politica monetaria della Fed - il governatore ha detto che il 'Comitato e' pronto ad aumentare o diminuire il ritmo con cui acquista bond per assicurare che la politica monetaria resti appropriata alle prospettive sul fronte di inflazione e mercato del lavoro'.

Insomma, tutto dipende da come procede la ripresa dell'economia. E anche qualora la Fed decides se di fermare il piano di acquisto di bond, 'la politica monetaria restera' accomodante per un periodo di tempo considerevole'.

4 - FIAT INDUSTRIAL: FALSA AFFERMAZIONE CHE ITALIA PERDERA' 500 MLN DI TASSE
Radiocor - Sono 'dichiarazioni e valutazioni completamente false' quelle seguite 'ad articoli usciti sui media e affermazioni di alcuni politici e sindacalisti italiani che possono aver ingenerato l'idea che dopo la fusione delle attivita' di Fiat Industrial e di Cnh il domicilio fiscale della nuova societa' sara' trasferito dall'Italia alla Gran Bretagna, con notevole danno per il fisco del nostro Paese'.

Lo afferma Fiat Industrial in una nota aggiungendo: 'bisognerebbe infatti ricordare che da molti anni Cnh Global ha la sede legale in Olanda. In Italia invece, come negli altri Paesi, hanno sede le societa' nazionali che svolgono attivita' in ogni singola nazione e che continueranno a pagare le tasse dove operano'. L'affermazione che l'Italia perderebbe piu' di 500 milioni di tasse 'e' quindi assolutamente falsa. Questa cifra deriva dal consolidamento delle tasse di ogni singola azienda del Gruppo in conformita' con le leggi locali'.

5 - RCS: SOCI PATTO SI ORGANIZZANO PER RIUNIONE LUNEDI', MERLONI VICARIO
Radiocor - Ultimi giri di consultazioni fra i soci del patto di sindacato di Rcs Mediagroup per trovare una disponibilita' comune su lunedi' 27 maggio come giorno piu' probabile per la riunione in vista a pochi giorni dall'assemblea degli azionisti (30 maggio) che dovra' varare il tanto discusso aumento di capitale di 400 milioni di euro.

La disponibilita' per il giorno prescelto coinciderebbe per tutti, con qualche difficolta' per alcuni, quindi le diplomazie stanno lavorando per stabilire un appuntamento che risponda alle esigenze professionali di quella dozzina di uomini che hanno vincolato il 58,1% del capitale di Rcs Mediagroup. Per ora, infatti, le convocazioni non sono ancora partite. Secondo quanto risulta all'agenzia Radiocor, peraltro Francesco Merloni avrebbe accettato - quale socio piu' anziano - di svolgere le funzioni vicarie alla guida del Patto dopo le dimissioni di Giampiero Pesenti che rimane comunque nel direttivo.

Le funzioni vicarie, secondo l'articolo 12, spettano infatti al piu' anziano dei soci. Nel caso Merloni dovesse, per qualsiasi motivo, cambiare idea la funzione passerebbe al banchie re Giovanni Bazoli. L'esigenza di riunire il patto di sindacato del gruppo editoriale nasce dalle tante novita' emerse negli ultimi giorni, fra cui la richiesta da parte dei vertici di Rcs di uno 'sconto' al pool delle banche creditrici su alcune condizioni e termini dell'accordo di rifinanziamento del debito.

6 - BANCHE: PARLAMENTO UE APPROVA NORME PER SUPERVISIONE BCE
Radiocor - Il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria a Strasburgo i testi normativi che permetteranno alla Bce di esercitare la supervisione bancaria. I deputati pero' daranno il loro via libera definitiva prossimamente in attesa che si concludano discussioni 'parallele' con la Bce su un accordo dettagliato sui criteri della 'responsabilita' del supervisore (accountability).

7 - CARIMONTE HOLDING: STUDIA DIVISIONE ASSET TRA BOLOGNA E MODENA
Radiocor - Carimonte Holding Spa, il veicolo finanziario quotato e controllato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (per il 60%) e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna (per il 40%), intende valutare 'la fattibilita' di una modifica statutaria e organizzativa' che preveda 'la costituzione, previo conferimento di asset, di due distinte divisioni (Bologna e Modena) cui intestare la titolarita' di strumenti partecipativi dedicati e correlati al rispettivo andamento'.

E' quanto si legge nel verbale di assemblea, consultato da Radiocor, della societa' alla quale fanno capo le partecipazioni a fine 2012 delle due Fondazioni bancarie, nel dettaglio in Unicredit (2,26% all'ultima assemblea del Gruppo di Piazza Cordusio, era 2,29% a fine 2012), Hera (2,24%), Enel (0,07%), Terna (0,10%), A2A (0,11%) e delle non quotate Bologna Fiere (2,17%) e Gradiente Sgr (20%). Il bilancio 2012 si e' chiuso per Carimonte Holding Spa con un utile netto nettamente ridimensionato a 10,06 milioni contro i 45,7 milioni del 2011, un risultato questo 'fortemente influenzato dalla gestione della partecipata UniCredit, principale investimento' della societa'.

Tra le principali fonti di ricavi, i dividendi da partecipazioni si sono ridotti l'anno scorso a 3,75 milioni da 23,4 milioni l'anno prima, i profitti da operazioni finanziarie sono stati pari a 31,05 milioni e gli interessi attivi a 1,25 milioni.

8 - TELECOM:DOMANI CDA SU RETE;ZANONATO,E' ASSET STRATEGICO
(ANSA) - Potrebbe essere il cda della svolta quello di domani per Telecom Italia. All'ordine del giorno del consiglio di domani pomeriggio - convocato a Roma per la concomitanza nella stessa giornata dell'assemblea di Confindustria - resta un unico tema, ma di non facile soluzione, quello della separazione della rete fissa. Lo scorporo rappresenta un'operazione estremamente complessa per l'ex monopolista, un unicum che non ha precedenti in Europa e su cui pesano molte incognite.

Per questo, nonostante le migliori intenzioni del board, a partire dal presidente Franco Bernabé, non è ancora detto che la riunione di domani possa essere quella finalmente risolutiva. La creazione di una newco in cui far confluire la rete, aperta agli altri operatori, potrebbe infatti lasciare la prima società telefonica italiana senza il suo asset di maggior valore, essenziale come garanzia sul debito.

Problema ben presente anche al ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, secondo il quale la separazione della rete potrebbe essere uno scenario "interessante" per la società e per i concorrenti, "se non ci fosse l'onere del debito che appesantisce l'azienda in modo importante". Quello della societarizzazione dell'infrastruttura fissa, così come l'ipotesi di una fusione con 3Italia, sono del resto temi ai quali il governo guarda con estrema attenzione, ha assicurato Zanonato, confermando l'interesse di tutto l'esecutivo dopo l'incontro avuto tra il premier Letta e lo stesso Bernabé.

"Il governo assicura il massimo impegno per porsi come costante e attento riferimento per tutti gli operatori economici coinvolti, a garanzia sia degli attuali livelli occupazionali oggi assicurati da Telecom Italia sia a tutela della sicurezza della rete e dello sviluppo tecnologico del Paese", ha detto il ministro interrogato al question time dal Movimento 5 Stelle. La rete di tlc è "un asset strategico per il sistema Paese" e per la sicurezza nazionale, ha osservato chiamando in causa anche la Golden share dello Stato, ma Telecom è "un'azienda autonoma, privata e quotata in Borsa".

Il ministro non sembra avere nulla in contrario ad un coinvolgimento diretto della Cassa depositi e prestiti, che potrebbe rilevare una quota della nuova società in cui confluirebbe la rete. L'unica stella polare per quanto riguarda la Cdp è infatti che i suoi investimenti siano sempre "investimenti profittevoli". In attesa degli esiti del cda di domani, intanto, tra gli operatori alternativi c'é già chi si fa avanti in modo esplicito. L'ad di Wind Maximo Ibarra non nasconde l'interesse per la possibile realizzazione della newco, in cui sarebbe disponibile a conferire anche una parte dei propri asset fissi, così da avere una quota di minoranza nella società.

9 - RISANAMENTO E IL RALLY AMBIZIOSO
Da "Il Sole 24 Ore" - Un rally davvero improvviso per Risanamento. Un balzo di oltre il 20% è stato registrato lunedì 20 maggio e ieri il titolo ha segnato un incremento di ben il 23%. Il tutto tra volumi davvero sostenuti. Lunedì sono stati scambiati quasi 5 milioni di pezzi, contro una media giornaliera di 1,2 milioni e ieri sono transitate a Piazza Affari ben 9,6 milioni di azioni.

Certo il controvalore è limitato, considerato che Risanamento viaggia attorno 0,24 euro, tuttavia, a conti fatti, in due sedute è passato di mano poco meno del 2% del capitale sociale. Ma la ragione di tanto improvviso interesse? Lunedì il Tribunale di Milano ha dissequestrato parte di Santa Giulia e sempre lunedì il vertice di Risanamento e la Idea Fimit di Massimo Brunelli hanno accelerato sulla definizione per il progetto di sviluppo dell'area.

Due notizie, in realtà, in parte già scontate dal mercato che, invece, potrebbe essere stato alimentato dalle attese speculative rispetto alle future mosse della società e di Luigi Zunino. Quest'ultimo, si sa, sta cercando di tornare in pista per provare a recuperare il controllo del gruppo immobiliare. L'azienda, invece, sta considerando la possibilità di cedere il portafoglio francese. Si tratta di capire, ora, qual è il piano meno ambizioso. (R.Fi.)

10 - UNA PASTIGLIA RISVEGLIA IL PRIVATE EQUITY
Da "Il Sole 24 Ore" - Mentre molti dei fondi di private equity stranieri lasciano l'Italia, c'è chi decide di investire per la prima volta sul suolo nazionale. È il fondo inglese Charterhouse Capital Partners che ha comprato la Doc Generici, il terzo produttore casalingo di farmaci generici. Così in un mercato del private equity ancora incerto, colpito dalla crisi finanziaria, uno dei pochi acuti arriva grazie a una società farmaceutica, settore anticiclico per definizione. La Doc Generici è stata ceduta dai tre soci che l'avevano fondata nel 1996: Apotex, Chiesi Farmaceutici e il gruppo Zambon.

Ha un fatturato di oltre 130 milioni di euro e una marginalità al 33 per cento. Alla fine dell'asta, gestita da Rothschild, Charterhouse (assistita da Hsbc e Banca Imi) avrebbe messo sul piatto per l'azienda italiana circa 350 milioni. Il gruppo britannico vedrebbe spazi di crescita in un settore, quello dei farmaci generici, con possibilità di consolidamento in Europa. Una scommessa sull'Italia da parte di uno dei fondi più noti a livello internazionale, famoso per aver fatto un buon guadagno, nel passato, nella cessione del museo delle cere Madame Tussauds di Londra. (C.Fe.)

11 - FINMECCANICA FA CASSA CON CDP
Da "Il Sole 24 Ore" - Si incrociano le rotte di Finmeccanica e Cassa depositi e prestiti (Cdp). Alenia Aermacchi, controllata dalla holding aerospaziale, l'anno scorso ha ceduto a Cdp crediti per 233 milioni di euro. I crediti derivano dal contratto da 600 milioni di dollari per la fornitura a Israele di 30 aerei M-346, firmato il 19 luglio 2012, nell'ambito di un accordo tra i governi dei due paesi che ha generato affari per 850 milioni di dollari per il gruppo Finmeccanica.

Il bilancio di Finmeccanica ne riferisce tra le «operazioni con parti correlate», in quanto anche Cdp è controllata dal ministero dell'Economia. E informa di un «intervento assicurativo» della Sace a favore di Alenia per 312 milioni, sulla stessa commessa. Grazie al factoring con Cdp Alenia ha potuto incassare più rapidamente un credito che Israele avrebbe pagato in tempi più lunghi.

A fornire la liquidità è stata un'altra società a controllo statale, in pool previsto nel contratto - aggiungono fonti del gruppo - con Unicredit. A quali condizioni non è dato sapere, salvo la generica affermazione di Finmeccanica (il bilancio Cdp non ne fa cenno) che si tratta di «operazioni ordinarie concluse a condizioni equivalenti a quelle di mercato o standard». (G.D.)

12 - MINOZZI COLLOCA TERNA E GUADAGNA 50 MILIONI
F.Mas. per il "Corriere della Sera" - Gli occhi di Romano Minozzi, patron delle ceramiche (Granitifiandre, Granitech, Porcelaingres tra le varie società) saranno concentrati oggi sul titolo Terna, la società della rete elettrica di cui il 78enne imprenditore emiliano ha il 5,35%. Ieri ha deciso di vendere l'intera partecipazione incaricando Unicredit (di cui è piccolo azionista) di procedere a un collocamento accelerato in Borsa.

Ai prezzi attuali di 3,51 euro ad azione, la quota vale 380 milioni. Di conseguenza la cessione dovrebbe rendere a Minozzi circa 50 milioni di plusvalenza, considerato un prezzo medio di carico di 3 euro ad azione (come da bilancio 2011 di Iris Ceramica, una dei veicoli di Minozzi). Ma poiché Terna quota ai massimi indicati dagli analisti (target price), la plusvalenza effettiva dipenderà dallo sconto che gli investitori riusciranno a negoziare con Unicredit, sole bookrunner dell'operazione.

Almeno da marzo 2010 Minozzi è cresciuto costantemente dentro Terna, diventandone primo socio privato dopo la Cassa depositi e prestiti, fino alla soglia massima del 5,6% di gennaio 2012. «Il collocamento è finalizzato a ricavare un sovrapprezzo da reinvestire nelle mie aziende», ha spiegato ieri Minozzi all'agenzia Mf-Dow Jones. «Qualcuno sembra essersi dimenticato che faccio l'industriale ceramico e alla base della mia decisione di vendere non c'è stato alcuno screzio con il top management dell'azienda.

Anzi, Flavio Cattaneo e i suoi uomini hanno la mia massima stima». In effetti il settore della ceramica sta affrontando una crisi epocale e dunque si può comprendere la decisione di Minozzi. Che comunque, almeno per ora, non appare intenzionato a lasciare il board di Terna.

13 - I BOLLETTINI DI CITYPOSTE VINCONO IN TRIBUNALE
F.D.R. per il "Corriere della Sera" Non è certamente il modo migliore per arginare la concorrenza ma, verrebbe da dire, «ci hanno provato...». E gli è andata male. La piccola CityPoste Payment, un istituto che in concorrenza con Poste Italiane offre servizi per il pagamento dei bollettini di conto corrente, ha vinto la causa contro l'azienda pubblica, colpevole di aver sostanzialmente screditato il concorrente diffondendo informazioni false.

Come? Con un avviso esposto in tutti gli uffici postali in cui si diceva che CityPoste operava «abusivamente e in maniera illegittima, in assenza di alcuna autorizzazione» il pagamento dei bollettini. Informazioni «false, diffamatorie e offensive» secondo l'azienda e la IX Sezione Civile del Tribunale di Roma gli ha dato ragione. CityPoste l'autorizzazione ce l'ha dal 2011, rilasciata dalla Banca d'Italia, ed è anche iscritta nell'albo degli Istituti di pagamento.

Tutto regolare, quindi. Una differenza con il servizio di Poste però c'è: la ricevuta rilasciata da CityPoste non ha effetto liberatorio per il pagatore, ovvero non certifica l'avvenuto pagamento. L'azienda però lo aveva chiarito nell'informativa ai clienti. Il giudice ha condannato Poste a rimuovere i vecchi avvisi ed esporre in tutti gli uffici una nuova circolare in cui di fatto farà pubblicità al concorrente. Ci sarà scritto che «CityPoste Payment è soggetto autorizzato ad offrire il servizio di pagamento dei bollettini di conto corrente».

14 - SAVE E IL BLACK PERIOD DELLA FININT
F.Mas. per il "Corriere della Sera" Capita a tutti di sbagliare. Ma se lo fa una holding finanziaria sul titolo quotato della società che controlla, e per di più operando sulle azioni nel periodo vietato, fa più impressione. L'errore è quello in cui è incorsa la Finanziaria Internazionale Holding spa (Finint) di Enrico Marchi e Andrea De Vido, holding veneta che controlla con il 46,7% la società dell'aeroporto di Venezia, Save.

Per regole Consob gli azionisti e i manager non possono vendere o comprare azioni nei 15 giorni precedenti la pubblicazione dei conti trimestrali (un mese per semestrale e bilancio). La norma serve a fissare pari condizioni informative tra i soci per evitare distorsioni sul mercato.

Nel caso di Save, però, le cose sono andate diversamente: Finint ha acquistato un pacchetto di 57 mila azioni, pari a circa 656 mila euro tra il 2 e il 6 maggio, a ridosso del board sulla trimestrale fissato per la settimana successiva, dunque all'interno del cosiddetto «black period». Secondo fonti vicine alla società si è trattato di un errore di esecuzione di un ordine di vendita non fermato in tempo. Sarebbe stata la stessa Finint, accortasi dell'incidente, ad avvisare la Consob e a rimettere in vendita le azioni. Risultato? Un brutto scivolone e perdita di circa 25 mila euro.

 

 

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