CAPROTTI VENDE L’IMPERO? IL 91ENNE FONDATORE DI “ESSELUNGA” HA DECISO DI VALUTARE LE OFFERTE DI “CVC” E “BLACKSTONE”: IL GRUPPO CONTA SU 152 PUNTI VENDITA E HA CHIUSO IL BILANCIO 2015 CON UN UTILE NETTO DI 290 MILIONI - VALUTAZIONE DELL’AZIENDA? 6 MILIARDI DI EURO

bernardo caprotti esselungabernardo caprotti esselunga

1 - CAPROTTI APRE LA CORSA ALL’ESSELUNGA

Cinzia Meoni per “il Giornale”

 

Questa potrebbe essere la volta buona. Alla soglia dei 91 anni Bernando Caprotti, fondatore e Esselunga, potrebbe decidere di vendere. Ieri sera infatti, il cda di Supermarkets Italiani, holding di controllo di Esselunga controllata integralmente dall’imprenditore, ha dato mandato a Citi di esaminare le due manifestazioni di interesse arrivate sul tavolo da Cvc e Blackstone. Per ora non c’è alcun mandato a vendere, almeno questo è quanto si sostiene da fonti vicine al dossier che negano che vi sia, almeno per ora una volontà di cedere le redini del gruppo.

bernardo caprottibernardo caprotti

 

È la prima volta che Esselunga si avvale di un consulente finanziario nonostante anche in passato, sia sempre stata una preda ambita tanto che, già nel 2004, si era mosso perfino Wal Mart, il gigante della distribuzione a stelle e strisce a cui tuttavia, all’epoca, la proposta era stata rispedita al mittente. Da oggi, pur non essendo ufficialmente in vendita, chiunque voglia provare a conquistare Esselunga ha un indirizzo a cui rivolgersi: quello di Citi. Esselunga conta su 152 punti vendita, e altrettante proprietà immobiliari (valutate sul mercato miliardi) e vanta numeri di bilancio da blue chip.

 

Il gruppo infatti ha chiuso il 2015 con un giro d’affari di 7,3 miliardi di fatturato registrati nel 2015, in crescita del 4,3% rispetto al 2014, un margine operativo lordo di 625 milioni (+20%) e un utile netto di 290 milioni (+37%). Numeri tali che, per il gioiello di Caprotti, si parla di una valutazione da capogiro: 6 miliardi, pari a circa 10 volte il margine operativo lordo, ben al di sopra dei livelli della francese Carrefour che, in Borsa vale 7 volte il margine operativo lordo. In pole position per la catena di supermercati tricolore ci sono quindi i due fondi di private equity Blackstone e Cvc.

esselunga esselunga

 

Ma la lista potrebbe quanto prima allungarsi. Il mercato attende le mosse di Wal Mart, dei francesi Mercandona e di Carrefour e dell’inglese Tesco che, da soli o in cordata, potrebbero ambire alla mano di Esselunga per rafforzarsi o sbarcare sul mercato italiano. Esselunga porta infatti in dote una redditività particolarmente attraente per il settore, una distribuzione geografica concentrata nel redditizio Centro-Nord Italia e un marchio che, da sessant’anni è sinonimo di grande distribuzione.

Esselunga Aprilia Esselunga Aprilia

 

Le ipotesi sul tavolo sono numerose: dalla cessione in blocco, a una valorizzazione a parte degli immobili e non manca chi si spinge a delineare, una volta subentrati i fondi al comando, una futura quotazione di Esselunga. Nel frattempo è arrivata anche la “benedizione“ politica a una eventuale futura cessione di Esselunga a investitori stranieri.

 

«Penso anche che sia importante avere un imprenditore che faccia bene il suo mestiere come l’ha fatto Caprotti finora», ha dichiarato ieri ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Una eventuale cessione del gruppo risolverebbe il nodo della successione del gruppo guidato da Carlo Salza dopo che l’imprenditore, nel 2013, ha deciso di lasciare le cariche operative. I rapporti tra Caprotti e i figli, estranei alla gestione operativa, sono stati a lungo difficili.

CAPROTTI all esselunga di APRILIA CAPROTTI all esselunga di APRILIA

 

2 - BERNARDO, IL «MAGO» CHE HA CAMBIATO LA SPESA DEGLI ITALIANI

Stefano Filippi per “il Giornale”

 

Alla vigilia del compleanno numero 91 Bernardo Caprotti stupisce ancora con la decisione di vendere una quota dell' Esselunga. L'uomo che negli Anni '50 ha importato i supermercati dagli Usa ha rotto gli indugi, vuole dare continuità all' azienda, un gioiello dell' imprenditoria nazionale.

 

Del resto la preoccupazione di non disperdere il modello-Esselunga è ciò che l'aveva indotto a rientrare in gioco alla soglia degli 80 anni sollevando dall' attività operativa il figlio Giuseppe. E poi l' aveva convinto a pubblicare il suo fortunatissimo «Falce e carrello» quando si erano fatte insistenti le voci di mercato, e le pressioni politiche, perché l' azienda restasse «in mani italiane». Cioè «in mani coop».

bernardo caprotti esselunga bernardo caprotti esselunga

 

Ma Caprotti è gelosissimo della sua creatura, sempre in testa alle classifiche di vendita, di prezzi, di qualità. Il Mago di Esselunga (titolo del video girato da Giuseppe Tornatore) è l'uomo che ha cambiato le abitudini degli italiani. Dal negozietto al supermercato, non all'iper. Caprotti non venderebbe mai carote assieme a copertoni per bici. Ragioni estetiche e assieme operative: il modello di business appreso dagli americani ha un limite nella superficie di vendita e nei generi in commercio. Alimentari più il necessario per la casa.

 

violetta e bernardo caprottivioletta e bernardo caprotti

La sua stata è una vera rivoluzione. Caprotti fu un pioniere quando aprì il primo supermarket italiano, quando introdusse i codici a barre nei magazzini e alle casse, quando inventò il modo di pagare la spesa senza code, quando diffuse le tessere fedeltà. Sempre un passo avanti alla concorrenza, sempre ad aprire nuove strade. Ha trasformato anche le logiche sindacali negli Anni '70 e '80, perché ebbe il coraggio di siglare accordi innovativi che tolsero alle sigle dei lavoratori molti argomenti di rivendicazione.

 

GIULIANA ALBERA CON IL MARITO BERNARDO CAPROTTI E LA FIGLIA MARINA SYLVIAGIULIANA ALBERA CON IL MARITO BERNARDO CAPROTTI E LA FIGLIA MARINA SYLVIA

La forza di Esselunga ha un nome: qualità. Gli scaffali vengono riforniti di continuo grazie a un' organizzazione interna basata su propri centri distributivi dislocati in aree strategiche del Paese. Gli edifici sono disegnati da grandi architetti come - tra gli altri - Mario Botta, Norman Foster, Renzo Piano, Giò Ponti. I negozi vengono aperti senza godere delle corsie preferenziali che nelle regioni rosse hanno creato una situazione molto vicina al monopolio targato coop.

 

Ecco, le coop. Ci sono zone d'Italia in cui per decenni è stato impedito a Caprotti di insediarsi: in Liguria il primo supermercato Esselunga non ha nemmeno 10 anni. Il negozio più vecchio, quello di viale Regina Giovanna a Milano (poi ceduto), fu inaugurato nel 1957: l' anno prossimo faranno 60 anni. Bernardo Caprotti ne aveva 32 ed era stato folgorato dal nuovo modo di fare la spesa scoperto durante una permanenza negli Stati Uniti, dove il padre, proprietario di una filatura in Brianza, l'aveva mandato a imparare i segreti del cotone.

BERNARDO CAPROTTI BERNARDO CAPROTTI

 

Un innovatore coraggioso. L'ardore gli è rimasto nonostante l'età, le fatiche e gli acciacchi: sarebbe più comodo ammainare bandiera, ammorbidire gli spigoli, cedere alle sirene di chi ripete (non disinteressatamente) «Esselunga deve restare italiana». Per Caprotti, Esselunga deve restare quello che è, un' eccellenza imprenditoriale. Chi darà le adeguate garanzie ne avrà le redini.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....