confindustria antonio gozzi edoardo garrone

CONFINDUSTRIA AL PESTO – È DERBY GENOVESE PER LA SUCCESSIONE A CARLO BONOMI ALLA GUIDA DELL'ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI: DA UNA PARTE IL PRESIDENTE DELLA ERG, EDOARDO GARRONE, DALL'ALTRA ANTONIO GOZZI, NUMERO UNO DEL GRUPPO DUFERCO – IL PRIMO HA DALLA SUA PARTE MARCEGAGLIA, TRONCHETTI PROVERA E DIANA BRACCO. IL SECONDO È APPOGGIATO DAGLI INDUSTRIALI LIGURI E DA ANTONIO D'AMATO – MA IN CORSA CI SONO ANCHE I TRE VICE DI BONOMI: MARENGHI, ORSINI E BRUGNOLI…

Estratto dell’articolo di Gilda Ferrari per “la Stampa”

 

EDOARDO GARRONE

La guerra del pesto per Confindustria. A fronte della disponibilità di Antonio Gozzi, l'eventuale disponibilità di Edoardo Garrone a candidarsi alla successione di Carlo Bonomi è già bollata come derby genovese per la presidenza di viale dell'Astronomia. Una sfida che piace soprattutto ai sostenitori dell'emiliano Emanuele Orsini, il vice presidente di Bonomi che risulta in pole nella corsa, in vantaggio rispetto ad altri due vice, Alberto Marenghi e Giovanni Brugnoli.

 

Molti osservatori sono convinti che un'eventuale sfida Gozzi-Garrone premierà Orsini. I più espliciti sostengono che tra i più convinti sostenitori di Garrone ci sia la past president Emma Marcegaglia di cui Garrone è stato vice dal 2008 al 2012, "antagonista storica" del due volte leader di Federacciai Gozzi.

 

Antonio Gozzi

La situazione è ancora fluida, i giochi si faranno a gennaio. La potenziale disponibilità di Garrone ha spiazzato Gozzi, che però tira dritto, e provocato mal di pancia tra gli industriali liguri, schierati compatti a sostegno del patron di Duferco. I più arrabbiati sono i capofila: il presidente di Confindustria Liguria, Giovanni Mondini, e il numero uno di Confindustria Genova, Umberto Risso.

 

Mondini, che ventiquattrore prima aveva fatto endorsement per Gozzi, ha appreso da indiscrezioni di stampa dell'eventuale disponibilità del cugino e socio in Erg. E si è chiuso nel più assoluto e cupo dei silenzi. Risso, ugualmente sorpreso e arrabbiato, pare abbia chiamato Garrone per avere chiarimenti, ma si sia sentito rispondere che arriveranno quando il presidente dell'ospedale pediatrico Gaslini di Genova tornerà da New York, dove è volato per trascorrere le vacanze natalizie.

 

Emanuele Orsini

[…]  Che cosa può aver fatto cambiare idea al presidente de Il Sole 24Ore, che ora si dice sia pronto a dimettersi dal cda per candidarsi alla presidenza di Confindustria, lasciando la guida del board del quotidiano economico a Carlo Bonomi? «Garrone viene ciclicamente corteggiato per le successioni di viale dell'Astronomia, a questo giro il pressing deve essere aumentato perché Gozzi è un imprenditore di alto livello, ma divisivo in ambito confindustriale, gode di un forte consenso verticale, di settori, ma non trasversale ed è sostenuto da Antonio D'Amato», riflette una fonte vicina al dossier.

 

Gozzi e Garrone sono legati da reciproca stima e amicizia. Gira voce che Gozzi si sia affrettato a chiamare Garrone per un confronto, ma tale voce non trova conferma presso i diretti interessati. Gozzi ha confermato ai suoi amici di non essere intenzionato a fare passi indietro. Anzi, l'eventuale tentativo di arginarlo confermerebbe, a suo avviso, l'esigenza di un cambio di passo a Roma. «[…]

 

Alberto Marenghi

Una telefonata che invece trova conferma è quella fatta dal leader di Duferco a Enrico Carraro, potente presidente di Confindustria Veneto, dopo l'intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui dice «no ai professionisti della rappresentanza» e sostiene l'esigenza di un presidente «capace di ripensare il modo di fare rappresentanza, che arrivi da una realtà medio-grande, multilocalizzata e con presenza sui mercati esteri»; qualcuno capace di attuare politiche per «aumentare la presenza in Europa» poiché «le questioni cruciali dell'industria si decidono là».

 

Identikit che si adatta al profilo dello stesso Carraro, da alcuni dato in corsa - lui a domanda specifica risponde «io una poltrona ce l'ho già e poi sono un uomo di fabbrica, ruvido, lontano dai salotti romani» - ma anche a Gozzi, che lo avrebbe chiamato condividendo la visione.

 

diana bracco

Il nome di Garrone si dice sia emerso dopo un incontro promosso da Diana Bracco cui hanno partecipato Marco Tronchetti Provera e Marcegaglia. Il presidente di Erg godrebbe dell'appoggio non solo dei big lombardi, vista la brillante carriera che lo ha visto a capo dei Giovani, vice di Marcegaglia e di Cordero di Montezemolo.

 

Oltre al supporto di D'Amato, Gozzi conta sul sostegno di Bergamo, Lecco e Brescia grazie al peso dell'amico Giuseppe Pasini (che quando scese in campo gli fu opposta la candidatura di Marco Bonometti e la spuntò Bonomi); persino della territoriale di Udine guidata da Gianpietro Benedetti, storico competitor, a fronte di un accordo per una vice presidenza ad Anna Mareschi Danieli; e poi di Roberto Callieri (Federbeton), Lamberti e Buzzella (Federchimica), Poli (Assocarta), Dal Poz (Federmeccanica), Zanardi (Assofond), Ignazio Capuano (Conai).

emma marcegaglia

EDOARDO GARRONEMARCO TRONCHETTI PROVERA matteo salvini marco tronchetti provera a villa taverna per la festa dell indipendenza usaEmanuele Orsini Alberto Marenghi antonio gozzi 3

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?