ryanair coronavirus

BYE BYE LOW COST! – PER SOPRAVVIVERE DOPO IL CORONAVIRUS RYANAIR E EASYJET SARANNO COSTRETTE AD AUMENTARE I PREZZI E A RIVEDERE FORTEMENTE IL MODELLO DI BUSINESS – NEL FUTURO PROSSIMO POST PANDEMIA SI VIAGGERÀ CON VOLI PIENI PER DUE TERZI E CON IL SEDILE DI MEZZO VUOTO, E I CONTROLLI SANITARI ALLUNGHERANNO (ANCORA) I TEMPI DI CHECK IN. LE PERDITE COMPLESSIVE DEL SETTORE? PIÙ DI 300 MILIARDI DI EURO

 

 

Ettore Livini per “la Repubblica”

 

michael o'leary

Il coronavirus travolge il trasporto aereo mondiale e mette alle corde e sull' orlo del ko le ex-regine dei cieli: le compagnie low-cost. I guai del settore, ovviamente, sono uguali per tutti: oggi volano 5 mila aerei al giorno contro i 15 mila di inizio marzo. Migliaia di jet sono parcheggiati a terra.

GIULIO DE CARLI

 

Le Cassandre parlano di 318 miliardi di perdite complessive. Ryanair, easyJet & C. - dopo aver rivoluzionato i viaggi aerei negli ultimi vent' anni - sono però quelle che rischiano di più: il loro fortunatissimo modello di business si fonda su comportamenti sociali che oggi - e probabilmente per un po' - saranno impraticabili: gente ammassata agli imbarchi per consentire agli aerei di stare a terra solo 20-25 minuti. Velivoli riempiti quasi al 100%. La fase due del trasporto aereo - quando avverrà - cambierà tutte queste regole d' ingaggio. «Si viaggerà con voli pieni solo per due/terzi e con il sedile mezzo vuoto - spiega Giulio De Carli di One Works, autore del piano nazionale degli aeroporti italiani e uno dei maggiori esperti europei di mobilità aerea -. Controlli sanitari e distanziamento allungheranno le pratiche a terra a tempi incompatibili con quelli delle low-cost». E il tesoretto di liquidità accumulata nell' era delle vacche grasse (4 miliardi per Ryanair e 2,5 per easyJet) potrebbe non bastare loro per sopravvivere al new normal dei cieli mondiali.

Johan Lundgren easyjet

Le dirette interessate, per ora, professano ottimismo. «Abbiamo i soldi per sopravvivere anche in caso di stop per nove mesi» dice Johan Lundgren, ad di easyJet che oggi ha tutti i velivoli a terra.

 

ryanair 2

«I sedili vuoti sono una follia ma noi saremmo in pareggio anche con l' aereo pieno al 66%», è sicuro Michael O' Leary di Ryanair, che opera 20 aerei ogni 24 ore contro i 2.400 di un giorno normale. Al di là dei proclami bellicosi, però, c' è molta preoccupazione: Flybe è stata costretta al fallimento dalla pandemia. Lufthansa ha chiuso la filiale a basso prezzo Germanwings. Easyjet ha rinviato l' acquisto di aerei se no la cassa si sarebbe prosciugata a settembre. E ai guai delle low-cost guarda con timore anche l' Italia visto che Ryanair e easyJet garantiscono un terzo del traffico nazionale e che molti passeggeri tricolori si sono abituati - o hanno iniziato - a viaggiare grazie ai biglietti a prezzi da saldo di questi vettori.

aerei flybe a terra

 

Johan Lundgren easyjet

La prova dei potenziali problemi per le compagnie a basso costo (e per il traffico aereo nel nostro paese) sono le simulazioni che sta facendo l' aeroporto di Bergamo per capire cosa succederà quando il traffico ripartirà con obblighi di distanziamento e sicurezza elevatissimi. «La riapertura rapida è fondamentale per favorire i collegamenti nord-sud, i ricongiungimenti familiari e il turismo interno - dice De Carli - ma gli algoritmi applicati allo scalo orobico anticipano già forti problemi di code». Un problema serio per Ryanair che ha tantissimi voli qui e che ha fatto di Orio al Serio il terzo aeroporto in Italia.

sede flybe a exeter

 

michael o'leary

Le low cost, dicono le regole auree del settore, devono tenere i loro aerei in cielo il più possibile, fermandoli a terra solo per scaricare e imbarcare i passeggeri al ritmo del cambio di pilota alla 24 ore di Le Mans. Nel prossimo futuro non sarà più possibile: «Gli scali saranno blindati per fare entrare solo i viaggiatori - dice De Carli -. Ci saranno blocchi inediti per controlli sanitari e sulla temperatura, da fare magari in strutture provvisorie fuori aeroporto». Biometria e riconoscimento facciale aiuteranno a eliminare qualche tappo a check-in e security. Ma al controllo bagagli, in imbarco e sbarco - momenti cruciali nel modello low cost - l' obbligo del metro di distanza dilaterà i tempi.

 

ryanair 1flybe 1

«Bergamo sta studiando come ridurre al minimo code e rallentamenti, come dovrebbero fare tutti gli scali italiani - spiega De Carli -. Gli assembramenti verranno snelliti con percorsi studiati ad hoc segnalati con adesivi a terra o fasci di luce colorata hi-tech che accompagneranno il flusso».

 

flybe 3

Nuove misure saranno prese per controlli di sicurezza e bagagli «da ridisegnare da zero riducendo quelli corporali e aumentando potenza e capacità delle macchine ai raggi X». Le low cost vorrebbero consentire l' accesso dal gate all' aereo senza mostrare documenti, come accade in Nord Europa. Basterà per salvarle dalle ricadute del Covid? O' Leary è convinto di sì: «Gli europei del nord sono chiusi da troppo tempo in casa e appena si tornerà a volare inonderemo il mercato di sconti».

 

Sarà possibile con i sedili ridotti di un terzo? Ci saranno davvero abbastanza turisti (e soldi) pronti per partire per l' estero come se non ci fosse stata la pandemia?

easyjet 8

Senza aiuti statali come se la caveranno Ryanair & C.? Dalla risposta a queste domande, non facile in questo momento, dipendono le speranze di sopravvivenza delle low-cost.

flybe 5fallimento flybeeasyjet 7

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)