CURVA ULTRAS IMPREGILO - ASSEMBLEA PECORECCIA PER IL PIÙ GRANDE GRUPPO DI COSTRUZIONI ITALIANO: INSULTI, MINACCE, CORI “BUFFONE! BUFFONE!” CONTRO BINASCO - IL COLLEZIONISTA DI POLTRONE SERGIO EREDE (PAGATO DAI SALINI) CHE ACCUSA PALENZONA DI CONFLITTO DI INTERESSI IN QUANTO “DIPENDENTE” DI GAVIO - TRA UN “CHIAMO I CARABINIERI” E “TRUCCHETTI, INCIUCI E FANGO”, LA SEDUTA È STATA RIMANDATA DI 5 GIORNI - SALINI HA ABBASTANZA DELEGHE PER SPODESTARE GAVIO. MA I SUOI CONTI E I SUOI PIANI SONO MOLTO OPACHI…

1 - COLPI BASSI TRA I COSTRUTTORI...
Giovanni Pons per "la Repubblica"

Non è stato un bel vedere, occorre riconoscerlo. I battibecchi all'assemblea Impregilo tra i vari contendenti dei due gruppi che da mesi si stanno dando battaglia non è stato un grande esempio di democrazia finanziaria. Cercare di far slittare l'assemblea a settembre per vanificare la raccolta deleghe di Salini è suonato come un colpo di coda del vecchio capitalismo a scapito del pur duro confronto assembleare.

Ma allo stesso tempo lo scalatore Salini farebbe bene a chiarire meglio i conti del suo gruppo, pur se non quotato in Borsa. Il sospetto che si voglia comprare l'Impregilo con i soldi dell'Impregilo come avvenne a suo tempo con Telecom e Seat è fondato. E sarebbe auspicabile che almeno martedì prossimo i due contendenti, che si dichiarano "industriali", illustrino i loro progetti per far crescere l'azienda.


2 - SALINI VINCE IL PRIMO ROUND PER IL CONTROLLO DI IMPREGILO...
Francesco Spini per "la Stampa"

Tra accuse, parole grosse, perfino cori da stadio, volano via cinque ore e passa d'assemblea senza che sul destino di Impregilo venga messo un punto fermo. Al termine del primo round consumato ieri, Salini (salito al 29,949%, a un soffio dal 29,959 di Igli, la holding di maggioranza controllata da Gavio) può però cantare una prima vittoria.

Grazie all'appoggio del fondo Amber - passato dal 5 al 7,261, e già accreditato all'8,5%, sempre più ago della bilancia - e di un manipolo di hedge fund (che sognano l'Opa sul general contractor come possibile ultima risorsa di Gavio) fa saltare la richiesta di Igli di rinviare l'assemblea al 3 settembre.

Igli (che chiede in subordine lo slittamento di 5 giorni, come in effetti otterrà) manifestava l'«esigenza di acquisire ulteriori informazioni sull'«attualità e la portata» del primo punto all'ordine del giorno (la revoca del cda) e preferiva attendere la decisione del giudice (che ieri ha respinto il ricorso che accusava Gavio di concerto occulto) sulla validità della raccolta deleghe da parte di Salini, prevista il 22 agosto. Nell'attesa, ecco la richiesta - appoggiata da Igli di non ammettere le deleghe raccolte con sollecitazione pubblica al voto sul rinvio assembleare.

Da lì scoppia la bagarre, in un susseguirsi di scontri tra avvocati, minacce di ricorsi, consulti, richiami. Alla fine a sciogliere il nodo ci pensa il presidente del general contractor, Fabrizio Palenzona. Con un parere legale secondo cui, nell'evoluzione del quadro assembleare, «in assenza di specifiche istruzioni sul punto qualsiasi decisione del delegato in merito al rinvio dell'assemblea costituirebbe un abuso di potere» Palenzona ritiene sia un atto dovuto nei confronti dei soci richiedenti «escludere dal voto le deleghe raccolte con pubbliche sollecitazioni».

Apriti cielo. Pietro Salini, tesissimo tra le prime file (c'era anche Beniamino Gavio, senza peraltro intervenire), sbotta: «Il presidente si arroga il diritto di non far votare il 2% e più perché il voto non è conveniente: questo è un crimine previsto dal nostro ordinamento!». Roba da «codice penale», ripete, dopo che «870 persone hanno risposto» alla sollecitazione. Lamenta «i trucchetti, gli inciuci» messi a punto per ostacolarli, «il fango», perfino. Tanto che, aggiunge, «mi vergogno di essere qui dentro».

Gli risponde Bruno Binasco, amministratore unico di Igli, vicino alle lacrime: «Mi sono sentito insultare, non lo accetto. E poi si parla di fango? Non lo accetto!». «E lei voti contro!», gli ribatte Salini dalla poltrona. «La sua maleducazione mi impedisce di andare avanti», dice Binasco, lasciando il podio. E via con i cori da stadio, le urla («buffone-buffone», si sente). Interviene più volte un superavvocato come Sergio Erede, anche per proporre la nomina di un «presidente indipendente» che «non sia in conflitto di interessi» come secondo lui è Palenzona. Si vota.

Senza i 7,8 milioni di azioni in delega a Salini e gli 1,5 a Igli, finisce con Gavio che ottiene più voti: 158,088 milioni contro 158,002 di Salini. Ma non basta: bocciato il rinvio a settembre, sì ai 5 giorni, cosa che per Salini «non è una decisione di mercato alla quale però non possiamo opporci: ci vorrebbero i carabinieri». Oggi il cda di Impregilo deciderà sull'offerta su Ecorodovias ma probabilmente chiederà una proroga ad Almeida. La Consob indaga: ieri con la Guardia di Finanza ha inviato suoi ispettori nelle società dei gruppi Gavio e Salini. In attesa di vedere, martedì, lo scontro finale su Impregilo.

 

PIETRO SALINIsalini costruttoribeniamino gavioMARCELLINO GAVIO E BERSANIFABRIZIO PALENZONA BRUNO BINASCO BRACCIO DESTRO DI GAVIO

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