
DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...
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“Topolino” ha fame. Disney sembra piano piano uscire dalla crisi in cui era finita, e rialza la testa.
Tralasciando il cinema, dove colleziona disastri con le versioni woke e live action dei suoi capolavori (l’ultimo la disastrosa Biancaneve “latina” con i nani diventati “creature magiche), l’azienda sta recuperando terreno, e anzi consolida la sua posizione.
Se c’è un settore in cui le cose vanno bene, è quello dell’intrattenimento digitale: il suo network di piattaforme (Disney+, Hulu, ESPN+) continua a crescere, e va a insidiare il primato di Netflix.
La piattaforma con la N rossa mantiene il primato assoluto con 310 milioni di abbonati, e teme il recupero di Disney (che è arrivata a oltre 200) al punto che da aprile 2025 ha smesso di comunicare i dati.
Netflix può vantare anche una capitalizzazione di mercato superiore, attorno ai 503 miliardi di dollari rispetto ai 215 di Disney. Certo, guardando il fatturato, quello che conta davvero, le cose cambiano: nel 2024 Netflix si è fermata a 39 miliardi, quasi un terzo meno di Disney (90 miliardi).
I risultati finanziari di Disney nel terzo trimestre fiscale del 2025 hanno confermato una crescita solida, con ricavi in aumento del 2% a 23,7 miliardi di dollari e un utile operativo salito dell’8% a 4,6 miliardi.
La divisione streaming ha raggiunto un utile operativo di 346 milioni, tornando a essere profittevole, mentre i parchi a tema e il settore sportivo hanno registrato una crescita significativa in ricavi e profitti.
Numeri che hanno permesso a Disney di annunciare, qualche ora fa, l’ennesima acquisizione: Espn, la controllata proprietaria di canali sportivi ha infatti comprato le attività media della National football league, la principale lega professionistica di football americano per un valore stimato di 2-3 miliardi di dollari.
Deal dopo deal, c’è chi inizia a ipotizzare il colpaccio: un’acquisizione, o una fusione, tra Disney e Netflix, che rappresenterebbe il più grande consolidamento mai visto nel mondo dello streaming e forse del mondo dell’intrattenimento in generale.
Questa fusione unirebbe la vastità di contenuti e la ben radicata base di utenti di Netflix con la forza del marchio e della diversificazione di Disney. Sarebbe un colosso che distruggerebbe di colpo tutta la concorrenza (i vari Discovery, Amazon, Comcast farebbero fatica a tenere il passo), e che accenderebbe improvvisamente le antenne dell’Antitrust.
Si tratta forse solo di fantasia, come i rumors che parlano di un interesse di Amazon verso Spotify. Bezos, insoddisfatto del servizio Amazon Music, surclassato dal rivale, ha i soldi per acquisire il servizio streaming musicale (che vale quasi 150 miliardi di dollari) e potrebbe sfruttare sinergie con cloud, e-commerce e gli speaker Alexa.
Vere o non vere che siano queste voci, l’intrattenimento digitale è la gallina dalle uova d’oro del momento, e un consolidamento è inevitabile: ci sono troppi abbonamenti e pochi soldi e tempo (degli utenti) per godere di tutti i contenuti disponibili. Il mercato è saturo e senza fusioni, qualcuno rischia di farsi male…
jeff bezos amazon anni '90
jeff bezos 3
netflix 4
jeff bezos quando era ancora un nerdone sfigato
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BOB IGER - CEO DISNEY
lauren sanchez jeff bezos 1
BOB IGER
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