MENO PIL PER TUTTI - L’EUROCRISI HA AZZOPPATO ANCHE IL DRAGONE: DAL 2008 IL GETTITO FISCALE DEI PLUTOCOMUNISTI S’È DIMEZZATO - IL CROLLO DEL MERCATO IMMOBILIARE, SCESO DEL 20%, L’IMPENNATA DEI CONSUMI ENERGETICI E DI MATERIE PRIME E IL COMA DELLA BILANCIA COMMERCIALE CON L’ESTERO HA INTACCATO IL PIL DI PECHINO, CHE È AL QUINTO TRIMESTRE CONSECUTIVO DI RIBASSO…

Stefano Latini per il "Sole 24 Ore"

Ombre cinesi, contabili, e ora fiscali, quindi concrete, sull'economia d'un Paese, la Cina, che sembrava aver schivato l'impatto più deciso impresso dalla recessione globale sui mercati. Sbagliato. I dati diffusi in questi giorni dal ministero delle Finanze di Pechino, infatti, hanno di fatto sanzionato il rallentamento dell'economia del Dragone, già manifestato sul versante del prodotto interno lordo, certificando una parallela sterzata, comunque non brusca, in materia di entrate fiscali.

Insomma, le 8 ore e 66 minuti, il tempo che mediamente un lavoratore cinese trascorre in ufficio, o in fabbrica, i 3 milioni di nuovi occupati sbandierati nel periodo gennaio-marzo 2012 e il ritrovato vigore degli investimenti esteri diretti iniettati sul tessuto produttivo, non sono stati affatto sufficienti ad evitare il rimbalzo tecnico della Crisi mondiale, perché è così che viene etichettato dai responsabili delle finanze cinesi, anche sui flussi in ingresso contabilizzati dal fisco e relativi, anch'essi, al I quadrimestre dell'anno in corso.

Nel dettaglio, il gettito relativo al periodo gennaio-marzo 2012 è stato pari a 411 miliardi di dollari, registrando una crescita del 10,3 per cento rispetto all'anno precedente. Un dato di corsa che, letto in altri Paesi, soprattutto europei, evocherebbe subito le ombre del Tesoretto. La musica cambia a Pechino, basti pensare che nel medesimo periodo del 2011 le entrate fiscali avevano esibito un'impennata del 32% sul 2010. In definitiva, osservando la crescita messa a segno in passato, il dato certificato dal Ministero delle Finanze per l'anno in corso costituisce la perfomance peggiore dal 2008.

In altre parole, le entrate tributarie frenano nonostante la crescita, e per la stragrande maggioranza di esperti e analisti che da tempo monitorano l'andamento dell'economia del Dragone, questa revisione al ribasso, o decelerazione, del gettito d'imposte e tasse è la prova evidente che anche la Cina inizia ad essere intaccata dalla recessione mondiale nei suoi fondamentali, anche se non a livello dei suoi maggiori partner, soprattutto europei, oltre agli Usa.

Osservando da vicino la composizione del gettito fiscale, è l'imposta sui redditi delle persone fisiche che risulta la più colpita, quasi congelata nella sua corsa. Rispetto al 2011, infatti, le entrate che ne derivano sono quasi dimezzate nella loro crescita transitando dal +11,4% dell'anno passato al 6,3% attuale. Le ragioni sono molteplici. Innanzitutto, i numerosi sconti fiscali introdotti nel 2011, e soprattutto la revisione, verso l'alto, di tutti gli scaglioni dei redditi. Modifica che ha determinato un significativo ammorbidimento del peso del fisco sui bilanci familiari dei redditi medio-bassi.

Il discorso cambia in materia d'imposte indirette, in particolare l'Iva, l'imposta sui consumi e sulle transazioni. In questo caso si tratta di tre differenti voci in entrata. Tutte invariabilmente crescono e tutte decelerano. La ragione è da ricercare nella frenata del mercato immobiliare il cui valore complessivo delle compravendite risulta essere sceso del 20%. Conseguentemente, anche la somma derivante dalle tasse e dalle imposte correlate è stata indebolita.

Per avvicinarsi a distanza di sicurezza sui bilanci delle imprese cinesi è necessario destreggiarsi tra i numeri d'un pil che, per il quinto trimestre consecutivo, scende, esibendo un tasso di crescita dell'8,1% nel periodo gennaio-marzo 2012, e il brusco aumento dei consumi energetici e delle materie prime.

A queste due voci è poi necessario aggiungere una terzo dato, ben rappresentato, anzi, simboleggiato, dallo scivolare verso il basso della bilancia commerciale con l'estero. In questo caso, il segno rosso è imputato dai responsabili dell'economia direttamente al reclinare degli scambi oltreconfine registrato negli Usa e nell'area racchiusa all'interno delle frontiere dell'Unione europea.

Confini quest'ultimi fragili politicamente e disperati sia economicamente sia commercialmente in quanto incapaci di coordinarsi. E per finire la debacle, per la verità modesta, rilevata sulle entrate legate all'imposta sui profitti sarebbe in relazione con la svolta neo-protezionista messa in atto da diversi Paesi sviluppati, in primis dagli States.

 

 

CINA RENMINBIHu Jintaohu jintao Cina WEN JABAOprezzi cinesi

Ultimi Dagoreport

mollicone colabianchi ortombina meyer lissner fuortes venezi meloni

SULLA LEGGE CHE IMPEDIVA AI SOVRINTENDENTI DEI TEATRI LIRICI DI RESTARE IN CARICA DOPO IL COMPIMENTO DEL SETTANTESIMO ANNO (POI BOCCIATA DALLA CORTE COSTITUZIONALE), L’ARMATA BRANCA-MELONI HA ORCHESTRATO UN PIROETTANTE BALLETTO DEGNO DEL MIGLIOR NUREYEV - DEFENESTRATO LISSNER DAL SAN CARLO DI NAPOLI, PER FAR USCIRE DALLA RAI CARLO FUORTES; FATTO FUORI DALLA SCALA MEYER PER FAR ARRIVARE ORTOMBINA DA VENEZIA, DOVE È STATO NOMINATO COLABIANCHI CHE, AHIMÈ, ANDAVA PER I 68. CHE FARE? COSÌ, NELL’APRILE SCORSO, FEDERICO MOLLICONE, PRODE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CULTURA DELLA CAMERA, HA FIRMATO UN EMENDAMENTO PARLAMENTARE STABILENDO CHE…

giampaolo rossi stefano de martino bruno vespa pier silvio berlusconi gerry scotti antonio ricci

DAGOREPORT- SE IN RAI SI BALLA LA RUMBA, IN MEDIASET IMPAZZA UN ISTERICO ‘’BALLO DI SAN VITO’’ - DAVANTI AL PERSISTENTE SORPASSO DELLA “RUOTA” VESTITA DI NUOVO DA GERRY SCOTTI SUI “PACCHI” DELLO SCULETTANTE DE MARTINO, CHE FARÀ L'AD RAI, GIAMPAOLO ROSSI? RITORNERÀ IN ONDA FRA 7 GIORNI “CINQUE MINUTI” DI BRU-NEO VESPA METTENDOSI DI MEZZO TRA IL CLAUDICANTE TG DI CHIOCCI E L’AZZOPPATO "AFFARI TUOI"? - GIÀ INCAZZATO PER IL DECLINO VERSO LA MEZZANOTTE DI “PORTA A PORTA”, L’80ENNE CONSIGLIORI DELLA MELONA SA CHE NELLA TESTA DI ROSSI FRULLA L’IDEA DI ACCOMPAGNARLO, PIANO PIANO, IN UNA RSA A GIOCARE A BRISCOLA? - SE VIALE MAZZINI È UN COVO DI VIPERE, A COLOGNO MONZESE NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA. "STRISCIA LA NOTIZIA" VERRA' MESSA DA PARTE, DAVANTI ALL’INASPETTATO TRIONFO DELLA “RUOTA” IN UNA FASCIA FONDAMENTALE PER LA RACCOLTA PUBBLICITARIA E PER LO SHARE DELLA PRIMA SERATA? - PIER SILVIO SI RICORDERÀ DI CIÒ CHE DISSE BALDANZOSO ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI"? AH, SAPERLO....

giorgia meloni rating fitch

DAGOREPORT: IL GRANDE BLUFF - ALLA GRANCASSA SUONATA IN GLORIA DI GIORGIA MELONI DA PARTE DEI MEDIA FILO-GOVERNATIVI SULLA DECISIONE DI FITCH DI PROMUOVERE IL RATING ITALIANO, HA FATTO IERI IL CONTROPELO L’EDITORIALE SULLA PRIMA PAGINA DEL “CORRIERE DELLA SERA’’ - SOTTOLINEA FEDERICO FUBINI: SENZA I 200 MILIARDI DEL PNRR PORTATI NEL 2022 DA CONTE E DRAGHI IN DOTE AL GOVERNO MELONI, ANCHE LA MINIMA CRESCITA DELLO 0,5% NON SAREBBE MAI AVVENUTA E LA PROMOZIONE L’ARMATA BRANCA-MELONI LA VEDEVA COL BINOCOLO - SECONDA FORTUNA: GRAZIE AL TAFAZZISMO DELL'OPPOSIZIONE E ALL'IRRILEVANZA DEL MONDO SINDACALE (GRAN PARTE DEGLI ISCRITTI DELLA CGIL SONO PENSIONATI; MENTRE LA CISL È PASSATA NELLE FILA GOVERNATIVE), IL BELPAESE DEI MELONI REGISTRA I SALARI TRA I PIÙ BASSI D’EUROPA, FERMI A DIECI ANNI FA, CHE ABBASSANO SEMPRE DI PIU' IL NOSTRO POTERE D'ACQUISTO…

andrea orcel giuseppe castagna giancarlo giorgetti giorgia meloni

DAGOREPORT: TE LO DÒ IO IL TERZO POLO BANCARIO! – IL CEO DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, GRAZIE AL GOLDEN POWER PIANTATI DAL LEGHISTA GIORGETTI, MINISTRO DEL MEF, OGGI È LIBERO DELL’ASSEDIO DI UNICREDIT MA NON CI PENSA PROPRIO DI FINIRE SOTTOMESSO AL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, PREFERENDO LE NOZZE COL CRÉDIT AGRICOLE ITALIA – OVVIAMENTE UN’OPERAZIONE DI ESTREMA INGRATITUDINE SAREBBE UN SCHIAFFO IN FACCIA A GIORGETTI E AL GOVERNO: MA COME, DOPO CHE CI SIAMO INVENTATI CHE UNICREDIT COME ‘’BANCA STRANIERA’’, ORA RISCHIAMO DI RITROVARCI CON IL ‘’NOSTRO’’ BANCO BPM INGHIOTTITO DAI FRANCESI DI AGRICOLE? SARANNO TEMPI DURI PER IL BUON CASTAGNA…

matteo ricci francesco acquaroli

FLASH! – SI RACCONTA CHE IL CANDIDATO MELONIANO ALLA REGIONE MARCHE, FRANCESCO ACQUAROLI, MAGARI CONSAPEVOLE DELLA PROPRIA INCAPACITA’ COMUNICATIVA, HA COMINCIATO A DARE I NUMERI ALL’IDEA DI DUELLARE CON MATTEO RICCI SULLA DISTANZA DI TRE CONFRONTI ORGANIZZATI DAL TG3 REGIONALE - INTERPELLATA, LA VIGILANZA RAI AVREBBE FATTO PRESENTE CHE LA DECISIONE SPETTAVA AL DIRETTORE DEI TG REGIONALI, ROBERTO PACCHETTI, UN VARESOTTO IN QUOTA LEGA – ET VOILÀ, DEI TRE SCONTRI NE È SOPRAVVISSUTO UNO, CON GRAN SCORNO DELLA REDAZIONE DEL TG DELLE MARCHE…