UN DITO MEDIO PER L’INDICE – NEI 60 MINUTI IN CUI PIAZZA AFFARI È ANDATA IN TILT, GLI AVVOLTOI HANNO LANCIATO L’OFFENSIVA CON UN MARE DI VENDITE – LA CONSOB CHIEDE INFORMAZIONI (MA NON DOVREBBE DARLE?) E BORSA ITALIANA ACCAMPA LE SOLITE SCUSE RIDICOLE: “GUASTO TECNICO” –LE GRANDI BANCHE ITALIANE HANNO BUCATO QUASI TUTTE I MINIMI STORICI DI INIZIO 2009 (DOPO IL CRAC DI LEHMAN) E A VOLTE VALGONO MENO DEI LORO RECENTI AUMENTI DI CAPITALE…

Andrea Greco per "la Repubblica"

La tempesta perfetta a Piazza Affari. Una delle sedute più tragiche che si ricordino, un helzapoppin che affastella sventure. In ordine di tempo, dal mancato rimbalzo per la debolezza del discorso di Silvio Berlusconi alle Camere alle sparate di una Bce inerme e pasticciona, sempre divisa tra paesi cicala e paesi formica, dalle paure per la nuova frenata dell´economia Usa al finale guasto tecnico degli indici, che ha evaporato gli spiriti e piombato al meno 5,16% il Ftse Mib.

La Consob s´è messa in pressing su Borsa Italiana che ha risposto: «Ritardi nella distribuzione dei dati attraverso alcuni canali di informativa. I mercati hanno continuato a funzionare regolarmente». Ma "i mercati", intenti a prendersi a ceffoni verso quell´ora, dalle 16,28 alle 17,30 hanno navigato ignorando l´indice, guarda caso peggiorato più degli altri in quell´ora. Non è la prima volta che la Borsa in salsa londinese indulge al guasto tecnico. E per una combinazione nefasta, ma pare casuale, negli stessi minuti anche gli indici del circuito Nyse Euronext (Parigi, Amsterdam, Lisbona, Bruxelles), si sono bloccati.

C´è frustrazione tra le sale operative. Nessuno ha un´idea alternativa alle vendite. Qualcuno ha paura. «Mentre noi siamo qui a vedere impotenti i denari nostri e dei clienti dissolversi, il Parlamento ha fornito l´ultimo teatrino di divisioni davanti a Berlusconi che non tirava fuori un´idea per ripartire, poi ha chiuso un mese per ferie. - dice un vecchio operatore - Ma io neanche riesco a immaginare cosa succede domani».

Certi prezzi sui listini fanno effetto. Le grandi banche italiane, quelle solide, hanno bucato quasi tutte i minimi storici di inizio 2009 (dopo il crac di Lehman) e a volte valgono meno dei loro recenti aumenti di capitale, come il passato non contasse nulla. Il Banco popolare capitalizza 2 miliardi, stessa cifra che ha chiesto ai soci a inizio anno per restituire i bond governativi (una boa che, avanti così, sarebbe potuta tornare comoda). Oltre ai finanziari si inizia a vendere l´industria: ieri la scuderia Fiat ha perso circa il 10%, segno per alcuni che i riflessi economici di questa sciacquata estiva non tarderanno.

«Il calo delle quotazioni dei Btp da giugno provoca perdite potenziali tra l´8% e il 10% su quei titoli, che rappresentano il 45% della ricchezza delle famiglie italiane - spiega Gregorio De Felice, capo dell´ufficio studi di Intesa Sanpaolo - Se veramente Berlusconi intende azzerare il fabbisogno entro fine 2011, servono 25 miliardi». Il Cavaliere non ha detto come li troverà, ma molti temono rialzi di tasse o tagli alla spesa, a comprimere i redditi e, quindi, investimenti e consumi.

Qualcuno torna a parlare di recessione, in Italia e non solo. Anche i dirimpettai di Unicredit, in uno studio, hanno puntato il dito: «La mancanza di un piano di azione del governo può deludere le aspettative degli investitori». Fosse nella loro cultura, nelle loro scarpe, gli operatori finanziari scenderebbero in piazza anche loro. Per chiedere al governo di governare, ai banchieri di far banca, agli indici di funzionare.

 

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