donald trump bitcoin cripto

DONALD TRUMP RISPETTA LE PROMESSE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE: NON AGLI ELETTORI, MA AI POTENTI DELLE CRIPTOVALUTE - IL PRESIDENTE AMERICANO HA FIRMATO UN ORDINE ESECUTIVO CHE ISTITUISCE UNA RISERVA STRATEGICA DI BITCOIN E DI UNA SCORTA PER ALTRE CRIPTOVALUTE - L’OBIETTIVO È CONFERIRE ALLE CRIPTO MAGGIORE LEGITTIMITÀ E ATTIRARE INVESTIMENTI NEL SETTORE - SARÀ CONTENTA L'ELITE DELLA MONETA DIGITALE, CHE HA SPESO CENTINAIA DI MILIONI PER FAR ELEGGERE TRUMP. "THE DONALD" STESSO HA LANCIATO LA SUA CRIPTO...

Estratto dell'articolo di Fabrizio Goria per "La Stampa"

 

LA MEME COIN DI DONALD TRUMP

«Sarò il primo cripto-presidente della prima cripto-nation». A fine dello scorso luglio le intenzioni di Donald Trump erano più che evidenti. Lasciare che il mercato facesse il suo corso e dare piena libertà per la disintermediazione finanziaria. Ma l’Ordine esecutivo firmato giovedì, che ufficializza la creazione di una riserva strategica di Bitcoin e di una scorta per altre criptovalute, è qualcosa di più. Non solo è una svolta globale per il mercato delle attività digitali.

 

L’obiettivo dichiarato dell’amministrazione è quello di rafforzare la posizione del Paese nel mercato degli asset cripto, conferendo loro una maggiore legittimità e attirando investimenti nel settore. Ma allo stesso tempo, con una dimensione di circa 3.300 miliardi di dollari, il mercato mondiale di riferimento può rappresentare una minaccia per la stabilità finanziaria. Non soltanto degli Usa, bensì a livello globale.

 

donald trump criptovalute

L’annuncio ha scatenato un’ondata di speculazioni sui mercati negli ultimi giorni, quando Trump ha rivelato che quattro altre criptovalute avrebbero fatto parte della riserva, in modo analogo alle riserve auree degli Stati Uniti. Tuttavia, il contenuto specifico dell’ordine esecutivo chiarisce che nuove acquisizioni saranno consentite esclusivamente per Bitcoin. Le altre criptovalute, tra cui Ethereum (ETH), XRP, Solana (SOL) e Cardano (ADA), saranno invece detenute in una scorta separata, composta da asset digitali confiscati in operazioni giudiziarie.

 

Come quelle contro narcotrafficanti e criminalità organizzata. Un modo per rendere più conciliabile all’opinione pubblica l’azione di governo. Specie dopo che la memecoin $TRUMP ha fatto guadagnare all’inquilino della Casa Bianca oltre 350 milioni di dollari. Un elemento che ha indispettito più di un policymaker statunitense. Specie perché i memecoin sono asset digitali nati, in larga parte, come scherzo virale sul web, ma poi diventati vere e proprie tendenze. Come nel caso di DOGE, spinto a più riprese dal numero uno di X, Elon Musk, fino a diventare il nome del dipartimento che guida nell’attuale amministrazione Trump.

Donald Trump - prima riunione di gabinetto alla Casa Bianca - foto lapresse

 

Il documento firmato giovedì stabilisce che qualsiasi acquisto di Bitcoin dovrà essere a saldo zero, senza costi per i contribuenti. Il governo non ha fornito dettagli su come intenda garantire questo principio, ma gli analisti ipotizzano che potrebbero essere utilizzati fondi derivanti dalla vendita di asset confiscati o altre forme di compensazione finanziaria. Le criptovalute incluse nella scorta digitale non potranno essere oggetto di nuove acquisizioni, ma verranno gestite dal governo in base alla quantità di asset sequestrati da autorità giudiziarie e forze dell’ordine. Si prevede che il Dipartimento del Tesoro e l’FBI abbiano un ruolo chiave nella gestione e nella sicurezza di questi asset.

 

emmanuel macron e donald trump foto lapresse 5

[...] David Sacks, consulente della Casa Bianca per l’intelligenza artificiale e le criptovalute, ha sottolineato che la gestione delle risorse digitali confiscate necessitava di una strategia a lungo termine. Secondo stime governative, gli Stati Uniti detengono attualmente circa 200.000 Bitcoin, accumulati da operazioni di sequestro su attività illecite. Sacks ha inoltre dichiarato che, in passato, il governo ha venduto parte delle sue riserve di Bitcoin prima di impennate di prezzo, causando una perdita stimata di oltre 17 miliardi di dollari rispetto ai valori attuali. Con la nuova riserva strategica, l’amministrazione punta a evitare simili errori di gestione. [...]

donald trump alla conferenza cpac foto lapresse

 

L’istituzione di una riserva strategica di Bitcoin pone gli Stati Uniti tra i pochi Paesi al mondo ad adottare una simile iniziativa. La gestione e la sicurezza di un tale stockpile di asset digitali presentano notevoli sfide tecniche e politiche, come spesso ricordato dalla Banca centrale europea e dalla Banca d’Italia, ma segnano un cambiamento significativo nell’approccio governativo al settore delle criptovalute. [...]

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)