CHI È IL MAGNATE GIORDANO PRONTO A ENTRARE NEL CAPITALE DELLA ROMA? - QADDUMI AL SHTEWI TUTTO SEMBRA TRANNE CHE UNO SCEICCO: VIVE A PERUGIA DA 25 ANNI IN UNA CASA MODESTA, LA MOGLIE IMPIEGATA E IL FIGLIO CARABINIERE - LUI LAVORA A ROMA MA NESSUNO SA COSA FACCIA - DUE OPZIONI: O E’ UN’ALTRA BUFALA ARABA O QADDUMI E’ UN INTERMEDIARIO. DI CHI? AH SAPERLO….

Camilla Conti Malcom Pagani per Il Fatto

Se sarà una Roma lisergica, si vedrà. Per ora lo sceicco di Ponte Pattoli, Adnan Adel Aref Qaddumi, 54 anni, promesso sposo della società di James Pallotta con ricca dote (100 milioni di euro) la osserva dall'alto scambiando pareri tecnici a tempo perso con Michele Padovano, ex attaccante di Juventus e Nazionale, incidentalmente condannato in primo grado nel 2011 a nove anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

Sabato notte per osservare le magie di Totti, il magnate ipergarantista e l'ex calciatore erano seduti l'uno a fianco all'altro. Immortalati dal fotografo Ferdinando Mezzelani in scatti che al mistero sulla biografia del socio arabo di cui da un anno la partecipata Neep, proprietaria del 60 per cento della Roma, attraverso i suoi advisor americani controlla la solvibilità, aggiungevano il brivido western dell'eversione.

Una nuova frontiera, la vicinanza tra Qaddumi e Padovano (né referente di mercato né mediatore, ma solo carissimo amico e consigliere senza galloni sul variegato mondo del pallone) che alle ombre sui pregressi dell'imprenditore (si sussurra di tre tentativi falliti, l'acquisto della scuderia Toro Rosso, dell'Acqua Marcia da Caltagirone e quello dell'Hotel Eden) regalavano ulteriore magia allo ‘scatto' d'insieme.

Una società, la Roma, che aspetta la ricapitalizzazione dal lontano giorno in cui si insediarono gli americani (per ora al necessario e al superfluo ha provveduto chi vorrebbe evadere dell'equivoco, Unicredit). Un presidente all'estero. Due dirigenti (Baldini e Sabatini) a tessere un complicato filo oltreoceano fitto di referenze, sinergie, aspettative e illusioni.

In questo quadro, l'arrivo di Adnan Qaddumi è un ritorno. Tramite un intermediario italiano, l'avvocato Maurizio Scuderi, Qaddumi si era già avvicinato alla Roma prima che la stessa finisse in mani Usa. Un'offerta di cento milioni e un piano industriale di altri cento che con grande dispetto del suo entourage non venne presa in considerazione perché si disse (e si scrisse) del denaro sarebbe mancata la tracciabilità.

Dei bambini, come degli sceicchi non si sa niente. Qaddumi non fa eccezione. È nato a Nablus. Ha una nazionalità in bilico tra Giordania e Arabia Saudita (qualcuno si è spinto a considerarlo membro della famiglia reale), ha una srl di proprietà, l'Amyga. Una carriera imprenditoriale di medio profilo tra Roma e Perugia, una grigia casa di ringhiera con la parabola in terrazzo, molto distante da una reggia, scovata ieri da due curiosi giornalisti di Umbria 24.

A meno di un caso di clamorosa omonimia o del tocco felliniano della copiosa, sconfinata eredità ricevuta e solo di recente sbloccata (che ieri ne proiettava la figura nei dintorni di tutti gli sceicchi bianchi visti ultimamente nel calcio italiano), Qaddumi, una moglie impiegata al comune, un figlio carabiniere, conduce un'esistenza molto parca, ordinaria.

Nel 2005 scambiava mail sul sito del Corriere post 11 settembre con Magdi Cristiano Allam. Lontana anni luce dalle follie che pure in zona, con Al Saadi Gheddafi protagoniste delle notti all'Hotel Brufani, avevano accumulato una fitta aneddotica sulla voluttà del ricco principe in trasferta.

Ora, una volta terminati i controlli, se per gli americani andrà bene, l'uomo di origini palestinesi alle prese con un'inedita alchimia tra America e mondo arabo sbarcherà a Roma. Liberando l'istituto bancario da un peso, facendo come già accaduto altrove con cocenti delusioni, sognare la piazza. Lo sceicco nel calcio è un cine-panettone. Un serial. Una saga. Può finire bene (fino a quando?) nel complice silenzio e nell'aggiramento costante del fairplay finanziario tra Parigi e Manchester. O regalare incubi.

Zamparini attese per mesi che i soci arabi e i 300 milioni da investire "per vincere lo scudetto in tre anni" uscissero dalla lampada di Aladino. Niente mille e una notte. Palermo oggi ultimo in serie A. Tim Barton, quasi omonimo del regista, a Bari diede vita a un sublime film da dopoguerra con bagni di folla e promesse di grandeur: "Andremo in Champions" e poi fuggì mestamente a Dallas, dove il bravo Foschini di Repubblica scoprì che in città il rosso profilo dell'uomo che si proponeva di interrompere 25 anni di dominazione matarresiana non somigliava a Gei Ar e la vita di Barton e il suo "straordinario" patrimonio scorrevano in 40 metri quadri di periferia.

Poi Joseph Cala, Salerno e tutti gli altri zii d'America dalle molteplici nazionalità arrivati con la valigia piena di proclami. Càpita. Il paradosso è che la Roma di stanza a Trigoria e la banca italiana tra una contestazione e una risalita inattesa in classifica di questo processo non possono controllare né decidere nulla.

Ogni valutazione è altrove, le voci si rincorrono (la Roma smentisce, ma la partecipazione di Parnasi sarebbe più di un'ipotesi) e anche le prime parole di Qaddumi: "Siamo in fase di trattativa, ma la stessa è molto seria e con Roma c'è un legame speciale" rimandano ad altri interlocutori.

Che ci sia ancora un indizio di prudenza, nonostante si voli in borsa (+ 9,7%), ci sia l'accordo preliminare e siano alle viste due aumenti di capitale da 50 milioni l'uno si intuisce dal comunicato ufficiale: "L'efficacia di tale accordo è subordinata all'avveramento di determinate condizioni, secondo una tempistica a oggi non prevedibile". Fiducia sì, ma con il paracadute nell'angolo.

 

QADDUMIpallotta-parnasiPALLOTTA E LUCA PARNASI n pallotta thorne foto mezzelani gmt QADDUMIPALLOTTA article PARNASI totti

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...