EMIRATI SARDI - LO SCEICCO DEL QATAR METTE GLI OCCHI (E LE MANI) SULLA COSTA SMERALDA - GIÀ PROPRIETARIO DI HARRODS, DI AL JAZEERA E DI UN VERO E PROPRIO IMPERO, È VICINO ALL’ACCORDO CON TOM BARRACK PER ACQUISTARE IL PARADISO DELLA SARDEGNA PER 500 MLN € - MARTA MARZOTTO RICORDA I TEMPI D’ORO: “NEGLI ANNI ’60 CI PASSAVANO TUTTI, DA AUDREY HEPBURN A CARLO E DIANA” - POI SONO ARRIVATI I TRONISTI E LE OLGETTINE, CON BRIATORE E IL SUO BILLIONAIRE…

Ettore Livini per "la Repubblica"

Una squadra di calcio - il Paris Saint-Germain - se l´è regalata un annetto fa. La Porsche l´ha presa nel 2009 (nel senso che ha rastrellato in Borsa il 10% della società). E adesso, dopo due-tre anni passati a comprare la Borsa di Londra, un pezzettino di Louis Vuitton, tre o quattro banche, i grandi magazzini Harrods, la tv Al Jazeera e gli studi Miramax, l´emiro del Qatar ha deciso di andare in vacanza. Destinazione: Costa Smeralda.

La firma non è ancora ufficiale. Ma tra i tavolini della marina di Porto Cervo l´operazione è data per fatta: Qatar Holding, il salvadanaio della famiglia regnante del Golfo, comprerà dal magnate americano Tom Barrack il controllo del paradiso sardo. Prezzo top-secret. Ma il tam-tam della Gallura parla di una valutazione non lontana dai 400-500 milioni di euro, noccioline per la finanziaria degli Al Thani che negli ultimi anni, un barile di greggio alla volta, ha messo assieme una fortuna da 60 miliardi di dollari.

Tra petrolio, lusso e principi arabi, l´orologio della Costa Smeralda - uscita un po´ ammaccata dall´era del Billionaire e di Lele Mora - sembra essere tornato indietro di cinquant´anni, nel 1962. Quando l´Aga Khan - folgorato dal mare turchese e dalle coste selvagge intraviste dall´oblò del suo jet privato - ha deciso di investire due miliardi di lire su questi 1.800 ettari di granito, stazzi, e pascoli in località Monti di Mola.

Soldi buttati dalla finestra, hanno pensato in molti allora: l´aeroporto di Olbia era chiuso, la regione voleva costruire una raffineria nel golfo davanti alla città, in zona non c´erano strade, acqua ed energia elettrica. E invece i quattrini della massima autorità spirituale degli ismailiti hanno cambiato per sempre il destino di questo pezzo di Sardegna.

Il primo mattone è stato il nuovo nome: Costa Smeralda. Poi al posto degli ovili sono nati il Cala di Volpe, il Pitrizza e il Romazzino. In mezzo alla macchia mediterranea sono spuntate una dopo l´altra (con vincoli paesaggistici auto-imposti dal Consorzio) decine di splendide ville, lo yacht club e il campo da golf del Pevero. E il jet-set europeo - stanco del tran-tran della Costa Azzurra - ha scoperto d´improvviso questa perla in mezzo al Mediterraneo.

«In quegli anni ci passavano davvero tutti - è il ricordo di Marta Marzotto, la regina della Costa Smeralda (che in realtà non ha mai tradito la "sua" Porto Rotondo) - . In piazzetta, sedute al tavolino del bar, potevi trovare Simone De Beauvoir o Audrey Hepburn. Ricordo la visita di Carlo e Diana, sposati da pochissimo, insieme all´adorato presidente Francesco Cossiga. Erano tempi in cui in Sardegna veniva chiunque».

Bei tempi. E soprattutto altri tempi. Il mondo, da allora è cambiato. Ma Porto Cervo e dintorni hanno continuato a essere lo specchio - nel bene e nel male - delle sue metamorfosi. È arrivata la brutta stagione dei sequestri e delle vacanze con i vigilantes sotto l´ombrellone. Poi la sfida in Coppa America di Azzurra, orgoglio dello Yacht Club. I debiti dei grandi hotel Ciga hanno travolto l´Aga Khan che, con la morte nel cuore, ha girato i cocci del suo impero agli americani della Starwood. E nel 2003 le chiavi dell´Eden gallurese sono finite in tasca a Barrack.

La Costa Smeralda, nel frattempo, ha mutato pelle. L´unica cosa rimasta uguale (per fortuna) è l´acqua del mare, trasparente e turchese come negli anni ‘60. Per il resto è cambiato tutto: Audrey Hepburn ha passato il testimone a veline e calciatori. Al posto di Carlo, erede al trono d´Inghilterra, sono arrivati i tronisti, nuovi re delle notti in Gallura. I paparazzi, archiviata Simon de Beauvoir, vanno a caccia di Olgettine tra i cactus e il vulcano artificiale di Villa Certosa mentre al Billionaire di Flavio Briatore (una bottiglia di champagne mille euro) la lingua ufficiale è il russo.

Così va il mondo. E a qualcuno piace pure: quando nel luglio 2009 l´"Al Mirqab" - il sobrio yacht da 133 metri di Hamad bin Jaber Al Thani - ha gettato l´ancora di fronte Porto Cervo, il membro della famiglia regnante del Qatar è rimasto folgorato dallo spettacolo, come l´Aga Khan nel 1962. I sogni, per noi comuni mortali, sono desideri. Per lui no. Ha dato un´occhiata all´estratto conto in banca e in poche settimane ha comprato il 14% della Costa Smeralda. Iniziando poi - a quanto pare con successo - il pressing su Barrack per convincerlo a vendergli l´ex-impero del principe ismailita.

Che ne sarà ora di Porto Cervo nell´era degli emiri? La finanziaria del Golfo, secondo le indiscrezioni, avrebbe intenzione di confermare alla guida l´attuale management. Un buon segno, dicono in Sardegna. I pessimisti invece guardano con un pizzico di preoccupazione agli ultimi investimenti nel settore turistico degli Al Thani, freschi proprietari di Neverland, la casa di Michael Jackson, destinata (pare) a diventare un parco divertimenti in memoria del cantante. E in Gallura, forse non è un caso, qualcuno inizia ad aver nostalgia dell´Aga Khan.

 

MOHAMED AL THANI, SCEICCO QATARcosta smeraldacosta smeraldaTom Barrack audrey hepburn ah 111carlo diana 121Billionaire - Flavio Briatorelele mora

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…