1. ETIHAD È A UN PASSO DAL VOLARE VIA, FORSE VERSO LA SPAGNA: NON METTERÀ UN EURO FINCHÉ ALITALIA E IL GOVERNO DI RENZI NON SI PRENDERANNO CARICO DEI 3MILA LICENZIAMENTI 2. ALTRA CONDIZIONE: UNICREDIT E INTESA DOVRANNO INGOIARE IL ROSPO DI 400 MLN DI DEBITI 3. IERI IL RAPPRESENTANTE DI AIRFRANCE HA CHIESTO DI VEDERE L’OFFERTA DEGLI ARABI, E I CONSIGLIERI SONO IMPALLIDITI: NON C’È NEANCHE UNA LETTERA DI INTENTI, SOLO LE PARCELLE MILIONARIE DEI CONSULENTI CITI, BOSTON CONSULTING E SERGIO EREDE 4. CIÒ CHE SORPRENDE IN TUTTA QUESTA VICENDA NON È SOLTANTO IL ROSARIO DELLE RICHIESTE DI ETIHAD MA L’ASSENZA DI UN "PIANO B", QUALORA LA TRATTATIVA DOVESSE FALLIRE 5. MAURO MORETTI HA CHIESTO LA LISTA DI TUTTI I CONSIGLIERI E SINDACI DELLE SOCIETÀ DI FINMECCANICA. UN ANTIPASTO DELLA STRAGE IN ARRIVO CHE TERRORIZZA TUTTI 6. COME NUOVO AD DI FERROVIE, PRESI CONTATTI CON IL PROFESSOR UMBERTO BERTELÈ

DAGOREPORT

Le hostess dell'Alitalia che fino a ieri pomeriggio pensavano di entrare come vergini nel paradiso arabo di Etihad, oggi sono la personificazione femminile della furia e della vendetta.

Nei loro occhi c'è la rabbia delle Erinni che la mitologia greca ha esaltato come simbolo di suprema incazzatura e di essere incazzate le hostess hanno ragione da vendere perché vedono con chiarezza il rischio che l'accordo con la Compagnia araba guidata da James Hogan fin dal 2006 finisca in una palude.

L'ira delle hostess è rivolta soprattutto nei confronti del Governo che in questa vicenda ha manifestato attraverso il ministro Lupi di "Comunione&Fatturazione" una "insostenibile leggerezza".

Non più tardi di cinque giorni fa l'ineffabile politico assicurava di aver visto "fisicamente" la proposta di Etihad, che è bene dirlo una volta per tutte, non ha mai assunto il carattere di un'offerta formale e nemmeno di una lettera di intenti.

Le richieste degli arabi sono state soprattutto verbali e trasmesse a Gabriele Del Torchio attraverso i numerosi consulenti (Citi, Boston Consulting, Sergio Erede) che hanno già pronte le parcelle per le loro prestazioni. Non a caso gli altri 10 consiglieri di Alitalia sono impalliditi quando durante il consiglio di amministrazione di ieri il rappresentante di AirFrance ha chiesto di vedere con i suoi occhi l'offerta degli arabi. Costui si chiama Pierre Francois Riolacci, 48 anni, una laurea in Scienze Politiche, ed è diventato direttore finanza di AirFrance dopo aver lavorato in Total e Veolia.

Poiché l'offerta formale non è mai pervenuta il tandem Colaninno-Del Torchio ha potuto soltanto sgranare come un rosario le richieste dolorose degli arabotti.

Le hostess sempre più incazzate hanno capito che il pacchetto è una montagna difficile da scalare a meno che non sia la stessa montagna, piena di frane e di buchi, ad andare verso Maometto.

Per dirla in parole povere la situazione è così complessa che si può risolvere solo se il Governo metterà sul piatto qualcosa di forte e di sostanzioso, vale a dire una qualche contropartita, un impegno preciso a decapitare 3mila dipendenti e a fare ingoiare a Intesa e Unicredit il rospo di 400 milioni.

Ma non basta, perché qui salta fuori in maniera clamorosa l'assoluta incapacità del management Alitalia e del governo di negoziare con Etihad un vero piano industriale. Aver lasciato in mano ai consulenti e alla banca d'affari i problemi che riguardano il business del trasporto e la definizione di un sistema industriale per gli aeroporti, ha aperto varchi enormi agli appetiti degli arabi che considerano Fiumicino e di Linate il punto forte della loro strategia.

Non a caso hanno aggiunto al pacchetto l'intenzione di acquisire almeno il 20% di Aeroporti di Roma, la società che gestisce Fiumicino, considerato da Etihad la pista di lancio verso gli Stati Uniti.

Ciò che sorprende in tutta questa vicenda non è soltanto il rosario delle richieste (alle quali Etihad aggiunge la soluzione di tutti i contenziosi con Toto e altre decine di fornitori), ma l'assenza di un "Piano B", cioè di una strategia alternativa qualora la trattativa dovesse fallire. I segni premonitori ci sono tutti e da ieri sera corre voce che gli arabi stiano per annunciare l'acquisizione di una quota di minoranza in una Compagnia aerea spagnola.

D'altra parte nessuno onestamente li può rimproverare di aver deciso di tenersi alla larga dalla decapitazione di 3mila dipendenti e dalle inevitabili rivolte sindacali. Da ieri sera è chiaro che stanno accampando scuse sempre più numerose perché aspettano che sia il governo a tirar fuori gli attributi e a offrire contropartite reali.

E qui le belle hostess incazzate come le Erinni, ma anche un po' ingenue, rimpiangono che nella compagine di Palazzo Chigi non sia entrato a suo tempo un manager vero come Mauro Moretti. Se invece del querulo Lupi e di Federica Guidi, l'inesistente ministro dello Sviluppo Economico, la poltrona fosse stata assegnata all'ex-sindacalista Cgil (sponsorizzato dal trio Napolitano, D'Alema e Bersani), allora lo scenario avrebbe potuto assumere contorni diversi.

E questo non solo perché alle Ferrovie Moretti ha dimostrato di saper usare la ghigliottina d'intesa con i sindacati (15mila le teste cadute), ma anche perché avrebbe saputo affrontare e risolvere la questione posta dagli arabi sui collegamenti dell'Alta Velocità con l'Aeroporto di Fiumicino.

Qualcosa di simile aveva già fatto con Emirates offrendo la promozione di un biglietto unico scontato da usare per i collegamenti dell'Alta Velocità con le mete preferite dai seguaci di Allah. La ruota del Quirinale non ha girato nel verso giusto (con grande godimento di Matteuccio Renzi che ne temeva la statura) e Moretti è stato dirottato su Finmeccanica.

Adesso Moretti di Alitalia non vuole sentire parlare e la sua attenzione è interamente rivolta a rovesciare come un guanto la società di piazza Monte Grappa d'intesa con il Poliziotto De Gennaro. Gli uscieri di Finmeccanica dicono con ironia che il Poliziotto e il Ferroviere hanno dato vita a una nuova POLFER, ma l'allusione alla Polizia Ferroviaria è sciocca come sciocco ,ma molto vicino alla verita', è il calcolo di 3 milioni di euro che riguarda la sua liquidazione dalle Ferrovie.

Senza anticipare nulla di ciò che Dagospia nella sua infinita miseria è riuscita a sapere dagli uscieri di piazza Monte Grappa, è già notizia il fatto che l'ex-capo del palazzo-obitorio dei treni ha chiesto la lista di tutti i consiglieri e sindaci delle società che compongono la galassia di Finmeccanica. Un antipasto della strage che sta per abbattersi e terrorizza anche il mite Marco Forlani. E mentre Moretti si sta battendo perché sulla poltrona che ha lasciato possa salire il suo fedelissimo Michele Mario Elia, corre voce che il governo di Lupi e del lupacchiotto fiorentino stia cercando disperatamente il nome di una donna da piazzare alla presidenza delle Ferrovie.

Per ciò che riguarda invece la carica di amministratore delegato di FS è trapelata la notizia che siano gia' stati presi contatti con Umberto Bertelè, il professore del Politecnico di Milano, veronese d'origine ed esperto di trasporto che nel 1998 è stato piazzato alla guida della TAV per l'Alta Velocità.

Se questo avverrà la scelta potrebbe essere di gran lunga più felice di quella che ha portato personaggi come Colaninno e Del Torchio a sbattere contro la montagna di Maometto.

 

alitaliaETHIAD ALITALIA x Pierre Francois RiolacciGABRIELE DEL TORCHIOGABRIELE DEL TORCHIOcolaninno alitalia james hogan MAURO MORETTI CON UN CANE Giovanni De Gennaro PALAZZO FINMECCANICA A PIAZZA MONTE GRAPPAUMBERTO BERTELEMoretti insieme al premier Matteo Renzi fef c c c d fafe fb c b kYgG U bcC x LaStampa it

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....