FINMECCANICA DELLE MIE BRAME - A BARI, NASCE UN “COMITATO D’AFFARI” CHE MIRA AL COLPO GROSSO - TARANTINI ESEGUE, MA È ROBERTO DE SANTIS, UOMO D’AFFARI VICINO A D’ALEMA, IL CERVELLO DEL GRUPPO - A UN CERTO PUNTO SCOPRONO, E NE RIMANGONO TERRORIZZATI, CHE ANCHE PAOLO BERLUSCONI MIRA ALLO STESSO AFFARE – IL CAINANO CHIAMA GUARGUAGLINI MA IL BUSINESS SALTA…

Francesco Grignetti per La Stampa

È la storia di una scalata al cielo, quella di Gianpi Tarantini, il Bel Ami che dalla provincia barese entra nelle grazie di un presidente del Consiglio - e ormai sappiamo come - e da questi è introdotto nelle stanze che contano. «Battere il ferro finché è caldo», lo slogan suo e degli imprenditori Enrico Intini e Roberto De Santis, che lo appoggiano, dapprima increduli, poi sempre più euforici perché vedono che il sistema-Tarantini funziona. A Bari, scrive infatti la Guardia di Finanza, nasce un «comitato d'affari» che mira al colpo grosso.

«SENTI GUARGUAGLINI»
È l'1 dicembre 2008, Silvio Berlusconi contatta Gianpi; è in preparazione una delle tante cene. Tarantini: «Presidente, se riesce... anche a chiamare Bertolaso, così lo coinvolgeremmo». Berlusconi: «Ecco, mi sembrava che ci fosse qualcuno da chiamare... Sì, appunto... Ecco, vedi... Bertolaso!. Va bene, chiamo Bertolaso».

Il giorno dopo, Tarantini riferisce ai soci: Bertolaso gli ha consigliato, per portare avanti il progetto di far entrare il Gruppo Intini nella neonata società mista tra Finmeccanica e Protezione civile SEL PROC che sarebbe opportuno far contattare Pier Francesco Guargaglini da Berlusconi. Tarantini riporta le parole del sottosegretario sul patron di Finmeccanica. «A me m'ascolta, a quello obbedisce». La sera stessa, Gianpi chiede l'ennesimo favore a Berlusconi.

LA CONVOCAZIONE
Il 5 dicembre Gianpi si affretta a chiamare Berlusconi. «È rimasto contento poi?... Bertolaso, dico... ». Berlusconi: «Non ne abbiamo più parlato. Invece, ho fissato un appuntamento per martedì con Guarguaglini, per quella cosa ». Tarantini: «Benissimo. Martedì sono a Roma e quindi anche se non ci vediamo a cena e mi vuol dire qualcosa a voce, io sono lì».

È chiaramente un appuntamento molto importante per il «comitato d'affari» barese. Tarantini è in ansia. L'8 dicembre chiama Roberto De Santis: «Senti domani mattina, quello lì incontra Piero (Guarguaglini, ndr.). Lo vede lui, a casa sua alle dieci... poi mi ha convocato per le quattro». Il giorno dopo, Intini a Tarantini, riferendo di una telefonata ricevuta da Marina Grossi, la moglie di Guarguaglini, nonché amministratore delegato della società del gruppo «Selex S. I.», che l'aveva convocato in sede: «Quelli non parlano proprio... Capisci?. Per telefono mai!».

LA DELUSIONE
Dopo l'appuntamento con Grossi, Intini si precipita a chiamare Gianpi: «Là non è arrivato niente». Intini: «La moglie non sapeva niente». Tarantini: «Vabbè che consigli mi devi dare?». Intini: «Bisogna capire da loro quando hanno parlato, se hanno parlato. Perché se non hanno parlato, è inutile che dicono che hanno parlato... no?». Tarantini: «Allora scusa io lo vedo stasera a cena». Intini: «Tu dì: "Il mio amico ha visto la signora Guarguaglini... la Grossi... che mi ha spiegato eventualmente quale sarebbe lo scenario... però mi diceva... non mi risulta che è arrivata qualche segnalazione". Vabbò?». Tarantini: «Va bene. Ti aggiorno dopo, tieni il telefono acceso».

LA «GARA» CON IL FRATELLO
Tarantini esegue, ma è Roberto De Santis il cervello del gruppo. È a lui, quindi, che Gianpi riferisce. A un certo punto scoprono, e ne rimangono terrorizzati, che anche Paolo Berlusconi mira allo stesso affare. Si cercano soluzioni di mediazione. Tarantini: «Poi ieri con il fratello ho parlato e lui ha detto che non ha una società non riconducibile a lui». De Santis: «Poi gli dico io che cosa dobbiamo fare. Loro vogliono partecipare al 10% del business giusto?». Tarantini: «Del fatturato».

De Santis: «È chiaro, della società al 10%... ho capito bene». Tarantini: «E poi mi ha ribadito il fatto... un sostegno per la campagna elettorale». De Santis: «È giusto... Tu gli consegnerai una scatola con il 10% della società. Punto. Questa è la migliore soluzione. Cioè lui ti ha detto: "Noi non abbiamo società che non siano riconducibili a noi". Giusto? Questo è un problema che si può risolvere».

Tarantini: «Poi mi ha detto che ha parlato con il tipo. Mi ha detto che ovviamente ci darebbe tutti i lavori alla S.M.A. (società di Enrico Intini, ndr). De Santis: «Ho capito». Tarantini: «Peccato... Solo per risolvere ora ‘sti cazzi di problemi... Hanno a disposizione 36 miliardi dalla Comunità Europea solo per la prevenzione e per la protezione civile per l'Italia ».

Siccome però le cose non filavano lisce, e Intini non riusciva mai a entrare in contatto con Guarguaglini, Gianpi viene invitato a «tornare alla carica». Accadrà il 16 dicembre 2008, a margine della festa per il Milan. Tarantini è invitato da Berlusconi. Ne approfitta da par suo. «A dire del Tarantini - ricostruiscono gli investigatori - il Presidente Berlusconi aveva raccolto seduta stante la sua richiesta chiamando, in viva voce, davanti a lui, il Presidente di Finmeccanica che, a sua volta, si era mostrato disponibile».

L'AFFARE CON LA PROTEZIONE CIVILE
Il business a cui Tarantini & soci miravano è un sistema di allerta e monitoraggio che Finmeccanica dovrà predisporre a beneficio della Protezione civile. Un affare d'oro: 12 appalti curati dalla SEL PROC per oltre 51 milioni di euro. E il gruppo barese sognava ad occhi aperti. A un certo punto, però, si apre una nuova connection barese. Tarantini entra in contatto con Rino Metrangolo grazie all'amica comune Lea Cosentino, direttore generale della Asl di Bari, un'altra poi finita nei guai con la giustizia.

Sarà Metrangolo, che si è dimesso da Finmeccanica due giorni fa, e che approfitta di una notte brava in un hotel romano con una prostituta pagata gentilmente da Tarantini (e con lui anche altri due amici pugliesi, il magistrato Cosimo Bottazzi e Marco Macchitella), a informarli che l'affare è sostanzialmente andato a monte.

Tarantini: «Hai avuto notizie, poi?». Metrangolo: «Mi è stato confermato lo status quo che ti avevo detto». Tarantini: «Senti, mi sembra strano. Io ho assistito a una telefonata tra i due in alto, in cui il tuo diceva che si poteva fare...Tra l'altro conoscendo bene l'amico nostro... Ha detto che l'avrebbe chiamato lui». Metrangolo: «Sì, però non attraverso quello strumento, capito? Attraverso altri strumenti». Tarantini: «Non un legame reale? Societario?». Metrangolo: «No. Attraverso un accordo commerciale ».
Tarantini:«E non serve a niente».

Vista la sconfitta sul fronte della Protezione civile, proveranno a buttarsi su un altro business di cui hanno sentito parlare dalle loro parti: un gasdotto dall'Albania all'Italia. Il progetto era nato nel marzo 2009 quando viene siglato un accordo intergovernativo e individua il Tap (Trans Adriatic Pipeline) come progetto di interesse prioritario per entrambi i Paesi. Attualmente è nella fase di progettazione.

 

 

MARINA GROSSI PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI Giampaolo TarantiniPIER FRANCESCO GUARGUAGLINI Paolo BerlusconiEnrico Intini Berlusconi innalza Bertolaso Gianni Letta benedice il capo della Protezione civile Foto Ansa FINMECCANICA etContent asp jpeg

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)