flavio cattaneo

“LE INFRASTRUTTURE DEVONO ESSERE PUBBLICHE. IL RESTO, TUTTO PRIVATO” – FLAVIO CATTANEO, TRA I SUGGERITORI PIÙ ASCOLTATI DI GIORGIA MELONI, INVOCA PRIVATIZZAZIONI A PIOGGIA. TE CREDO: GRAZIE ANCHE ALLE “LIBERALIZZAZIONI”, SI È COSTRUITO UN BEL TESORETTO, CHE CONSERVA NELLA SOCIETÀ “ESSECIEFFE INVESTMENT”. GRAZIE ALLA VENDITA AL FONDO GIP DELLA SUA QUOTA DEL 5% DI ITALO (A PROPOSITO DI LIBERALIZZAZIONI) E ALLE RICCHE LIQUIDAZIONI PER I SUOI INCARICHI IN AZIENDE PARA O EX PUBBLICHE, IL SUO PATRIMONIO NETTO È SALITO A 102 MILIONI – “IL PONTE SULLO STRETTO? QUESTA VOLTA SALVINI LO FARÀ ED È COSÌ CHE SI FA VERO PIL…”

1. COSA C'È NELLA CASSAFORTE DI FLAVIO CATTANEO

Andrea Giacobino per “Italia Oggi”

 

flavio cattaneo sabrina ferilli foto di bacco (2)

Buoni risultati per Essecieffe Investment (EI), il family office di Flavio Cattaneo. Nella società il manager-imprenditore ha riversato gran parte degli incassi derivanti da stipendi e ricche liquidazioni nei suoi diversi incarichi (i più noti quelli come direttore generale di Tim e poi come amministratore delegato di Terna e Tim) oltre alla lauta plusvalenza maturata vendendo al fondo Gip la sua quota del 5% in Italo, poi parzialmente reinvestendo nell'operatore ferroviario privato di cui è presidente.

 

Il bilancio 21021 di EI s' è chiuso con un utile di oltre 9,9 milioni di euro rispetto a quello di 3,6 milioni del precedente esercizio che interamente accantonato ha fatto salire il patrimonio netto a 102 milioni. L'attivo di 114,5 milioni è costituito da liquidità per 64 milioni e partecipazioni, tra immobilizzate e non, per 50 milioni.

 

flavio cattaneo foto di bacco (3)

Le controllate sono Partind Re (immobiliare), Partind Tre (che custodisce oltre l'1% di Italo), Partind Quattro e Partind Cinque che detiene il 30% di Itabus, quota costata quasi 5 milioni. Nel 2021 EI ha investito in borsa rilevando titoli Alibaba, Atlantia, Enel, Nexi e Telecom. Numerosi gli investimenti tramite opzioni call e put per finalità di trading su strumenti emessi fra gli altri da Atlantia, Bayer, Enel, Poste Italiane e Petrobras.

 

2. «AVANTI CON LE LIBERALIZZAZIONI: TUTTI I SERVIZI VADANO AI PRIVATI»

Marcello Zacchè per “il Giornale”

 

FLAVIO CATTANEO LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Flavio Cattaneo, manager di grandi aziende pubbliche e private, oggi è azionista e nei Cda di Italo e di Itabus, oltre ad avere ottimi rapporti con grandi investitori internazionali. Da sempre su posizioni liberali: che giudizio dà della prima manovra del governo Meloni? Si vede l'impronta del centro-destra?

«Mi pare una manovra obbligata, non si poteva pensare a fuochi d'artificio. Anche se ci sono dei segnali importanti, tenga conto che la manovra assorbe 20-22 miliardi solo per l'energia, e quindi era difficile fare altro. Fino a ora Giorgia Meloni si è mossa bene».

 

Che dicono gli investitori esteri, che lei conosce bene, delle prime mosse del nuovo governo?

«Non mi sembrano preoccupati. All'inizio hanno subito una comunicazione preconcetta rimbalzata dall'Italia all'estero e quindi alcuni hanno chiesto un giudizio. A quelli che mi hanno interpellato ho detto di star tranquilli, non avrebbero rischiato i loro soldi. E mi pare che i mercati stiano rispondendo positivamente».

 

Tra le critiche alla manovra i sindacati ritengono penalizzati i dipendenti a favore degli autonomi. È così?

flavio cattaneo foto di bacco

«Guardi che sulla flat tax fino a 85mila c'è un grande fraintendimento: se scegli la tassa unica non hai più le detrazioni, paghi sul lordo. Dopodiché non mi pare sia andata male quella con il tetto a 65mila, ha dato buoni risultati. Io sono stato sia lavoratore dipendente che autonomo e ho pagato sempre tasse in egual misura. È una favoletta che proprio non regge quella che se fai l'autonomo, e sei onesto, paghi meno tasse».

 

Infrastrutture e liberalizzazioni, due suoi pallini che dovrebbero essere condivisi da una maggioranza di centro destra. Magari partendo dal ponte sullo Stretto, che ne dice?

«Vedrà che questa volta Salvini lo farà ed è così che si fa il vero Pil. C'è la popolazione di una regione grande come quella del Lazio che oggi è isolata. Pensi cosa significherebbe il ponte per logistica, trasporti, lavoro. Salvini non ha bisogno di consigli, ma partirei il prima possibile utilizzando il progetto che già c'è».

 

Oltre al ponte, ci sono altre opere urgenti?

«Non è solo questione di opere. Serve un nuovo indirizzo. Ad esempio alcune Regioni del sud, nel settore dei trasporti a lunga percorrenza, non fanno gare da 15 anni. Solo proroghe, affidando operatori già affidati. Hanno creato un rapporto di connivenza tra pubblico e privato che non ha niente a che vedere con il libero mercato».

FLAVIO CATTANEO

 

Siamo arrivati alle liberalizzazioni.

«L'approccio giusto con cui guardare al tema delle liberalizzazioni è quello utilizzato nell'alta velocità. I risultati sono chiari: ci hanno guadagnato tutti, imprese e cittadini. Pensiamo invece al trasporto pubblico locale (Tpl).

 

Le regioni si lamentano, ma poi non liberalizzano mai niente. Il modello da seguire è quello di Italo e Itabus, che non sono sovvenzionate dallo Stato e stanno in piedi con i biglietti. Il Tpl invece vive quasi solo con le sovvenzioni e crea rapporti poco sani tra pubblico e privato.

nicola porro flavio cattaneo foto di bacco (2)

 

Posto che le infrastrutture devono essere pubbliche, il resto, dove è possibile, deve essere tutto privato. E se ci sono privati disposti a investire ed erogare i servizi, non vedo perché ci debba pensare il pubblico che per farlo deve aumentare le tasse».

 

A proposito, che succede alla Tim, che lei ha guidato?

«Il tema è fare una rete, che doveva essere unica fin dall'inzio. Per note vicende non è andata così. A questo punto capisco che si voglia creare un monopolio naturale con una rete a controllo pubblico, e credo sia giusto farlo».

 

Un esempio di liberalizzazione fallita?

SABRINA FERILLI E FLAVIO CATTANEO

«Molte volte si è confusa la liberalizzazione di un'attività in monopolio con la sua privatizzazione, cioè con la vendita dal pubblico al privato. Liberalizzare significa aprire un settore alla concorrenza tra privati.

 

È diverso dal privatizzare, che significa passare il monopolio, che resta tale, dal pubblico al privato. Pensiamo ad Autostrade o altre privatizzazioni/vendite che con il passaggio da pubblico a privato non hanno comportato la liberalizzazione del settore. L'obiettivo è la libera concorrenza, non definire se una proprietà sia pubblica o privata».

 

Chiudiamo con l'ultimo tema divisivo del dibattito politico: il reddito di cittadinanza che accoglie consensi trasversali.

«Non ho dubbi sul fatto che si debba aiutare chi ha veramente bisogno ed è impossibilitato a trovare un lavoro. Ma il sistema attuale va rivisto perché in molti casi la sua funzione è erroneamente assistenziale.

 

flavio cattaneo foto di bacco (1)

Chi trova un lavoro, anche se con uno stipendio non sufficiente per mantenere il proprio nucleo familiare, deve accettarlo e lo stato interviene solo ad integrazione, con un contributo che garantisca che il salario percepito sia dignitoso e sostenibile. È importante però che non si resti a casa senza far niente e sussidiati, se non nei casi di impossibilità totale a trovare un lavoro. Questo è un modello che potrebbe ridurre le disuguaglianze ma senza diseducare al lavoro. Non si può costruire la classe media per legge. Vannocreate le condizioni perché ciò avvenga».

 

Articoli correlati

AVVISO AI NAVIGATI: TRA I SUGGERITORI DI GIORGIA MELONI BRILLA FLAVIO CATTANEO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

flavio cattaneoSABRINA FERILLI E FLAVIO CATTANEOflavio cattaneoGIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEO

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?