giancarlo giorgetti giorgia meloni giovambattista fazzolari francesco gaetano caltagirone generali

GIORGETTI HA VINTO LA BATTAGLIA SULL’EMENDAMENTO “CALTAGIRONE” AL DDL CAPITALI. MA VINCERÀ LA GUERRA? – LA NORMA SULLA GOVERNANCE DELLE SOCIETÀ QUOTATE, CONCEPITA DA FAZZOLARI CON L’EDITORE DEL SUO GIORNALE PREFERITO (“IL MESSAGGERO”) VIENE RIMANDATA A UNA LEGGE DELEGA. DAL TESORO HANNO FATTO CAPIRE ALLA MELONI CHE IL PREMIO ALLE MINORANZE METTEVA A RISCHIO LA FIDUCIA VERSO L’ITALIA, ED ERA STATO ACCOLTO CON MOLTO SCETTICISMO DAGLI INVESTITORI. MEGLIO DISCUTERNE COI MERCATI...

Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per www.repubblica.it

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Il passo indietro, dopo il blitz. Non una ritirata perché comunque Giorgia Meloni potrà dire che le regole per il rinnovo dei consigli di amministrazione delle società quotate comunque cambieranno. Ma la premier ha ben poco da festeggiare guardando a quello che c’è scritto nella riformulazione dell’emendamento che i relatori al disegno di legge Capitali hanno depositato in commissione Finanze, al Senato, dove è in esame il provvedimento che conterrà anche una norma sulla lista del cda.

 

GENERALI

[…] la missione che la presidente del Consiglio aveva affidato ai suoi […]  puntava […] a smontare l’impianto in vigore oggi, che consente al management in carica di presentare all’assemblea la lista dei nuovi consigliere da eleggere. Tutto tranne che un disegno tecnico, quello di Palazzo Chigi. I paletti fissati da Fratelli d’Italia, con la sponda di FI, avrebbero impattato fortemente sugli equilibri di alcune delle partite più delicate che riguardano il capitalismo italiano. Si chiamano Mediobanca, Generali e Tim.

 

francesco gaetano caltagirone

E questo perché la proposta di modifica riconosceva un premio considerevole alle minoranze: il 49% dei consiglieri alla lista sconfitta, nel caso in cui avesse raccolto più del 20% dei voti. Un super premio, considerato che, in caso di vittoria, la lista del cda avrebbe ottenuto appena il 50% più uno dei consiglieri.

 

Ma il piano originario di Meloni, che alcuni osservatori hanno letto come un sostegno alla battaglia di Francesco Gaetano Caltagirone per il controllo di Generali, prevedeva anche un quorum elevato (4/5) che di fatto limitava pesantemente il meccanismo di autoperpetuazione del cda uscente, una regola consolidata del mercato.

 

GIORGIA MELONI

[…] Il passo indietro, dunque. La nuova versione dell’emendamento, sottoscritto sempre dai relatori, ha il parere favorevole del ministero dell’Economia. Questa volta sì, perché la prima versione non è stata mai digerita a via XX settembre. E il titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti, negli scorsi giorni aveva invitato – eufemismo – ad aspettare “la versione definitiva” del testo “che avrà il parere favorevole” del Mef.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

[…] Anche se la questione viene rimandata dal governo a una sintesi parlamentare, dietro la lista della discordia c’è la traccia di una divergenza tra Palazzo Chigi e il Mef che, alla fine, ha portato la premier a dover prendere atto di una preoccupazione. Diffusa sul mercato, tra gli investitori, soprattutto internazionali, che hanno avvisato il Tesoro. Più o meno così: i paletti alla lista del cda minano la fiducia verso l’Italia. E mettono a rischio l’impegno sull’acquisto del debito.

 

fazzolari meloni

Il nuovo emendamento, dunque. Il quorum per deliberare la presentazione della lista da parte del cda uscente scende da 4/5 a 2/3 degli amministratori: c’è un paletto, ma decisamente più morbido rispetto a quello iniziale.

 

Soprattutto […] niente più super premio a chi non vince: chi raccoglierà più del 20% dei voti avrà un numero di consiglieri assegnato in modo proporzionale ai consensi raccolti. Tra l’altro non tutte le liste di minoranza potranno ambire al cda per via di una soglia di sbarramento fissata al 3%.

 

Spetta ora alla commissione Finanze di Palazzo Madama dare il via libera alle modifiche. Le nuove regole entreranno in vigore nel 2025, in tempo per l'assemblea di Generali, che si terrà a maggio. Almeno questo c’è scritto nell’emendamento.

 

meloni e salvini belve vignetta by rolli per il giornalone la stampa

Ma i giochi sono aperti. E questo perchè c’è un altro emendamento al disegno di legge Capitali, presentato dal governo, che assegna allo stesso esecutivo una delega per riformare il Tuf. È il Testo unico per la finanza che risale al 1998, quando Mario Draghi, allora direttore generale del Tesoro, mise ordine alle normative che regolano i mercati e gli intermediari finanziari.

 

Il perimetro della delega, tra gli altri punti, tiene dentro anche l’elezione degli organi societari, oltre al voto multiplo, un’altra delle questioni che possono impattare sulle grandi partite del capitalismo nostrano.

 

Ha un vantaggio, la delega al governo per la revisione del Tuf: guarda al mercato. Gli operatori hanno accolto con entusiasmo la bozza dell’emendamento che annuncia la delega. Che avrà un anno di tempo per rimettere ordine a una normativa che […]  “si è provato a storpiare con la versione iniziale dell’emendamento”. […]

GIORGIA MELONI AL SUMMIT EU MED 9 DI MALTA GENERALI FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY MANNELLI giorgia meloni e andrea giambruno foto chi francesco lollobrigida e le sorelle Meloni meme by edoardo baraldi carrello tricolore vignetta by rolli per il giornalone la stampa

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....