ALLA GRANDE FIERA MONDIALE DELLA TECNOLOGIA, IL “CES” DI LAS VEGAS, GLI ITALIANI SI CONTANO SULLE DITA DI UNA MANO - FRA QUESTI CI SONO ZANELLA E BERTOLINI, CHE PRODUCONO “I’M WATCH”, UNA SORTA DI IPHONE DA POLSO - LI FINANZIA ENNIO DORIS DI MEDIOLANUM, CHE VUOLE LANCIARE LA START-UP SUI MERCATI INTERNAZIONALI - PRESENTATO ANCHE UN SISTEMA PER ELIMINARE L’ALCOOL DAL VINO...

Mario Platero per il "Sole 24 Ore"

Per la più grande fiera del mondo di prodotti elettronici, il Ces di Las Vegas, il centro nervoso resta il Venetian, sterminato, dove si vedono migliaia di nuovi gadget. Ci sono il Caesar Palace e il Bellagio, ispirati ai trionfi dei Cesari e alle giostre d'acqua. Qui avvengono incontri paralleli e discreti. Incontri dove si parla di business lontani dai 150mila partecipanti allo studio di prodotti disponibili sul mercato fra alcuni mesi. Se le nostre grandi tradizioni di cultura e di storia sono fin troppo appariscenti in questa città, non lo sono dal punto di vista della presenza di italiani contemporanei.

A parte alcuni giornalisti, a questa fiera abbiamo visto pochissimi italiani che operano direttamente o indirettamente nel settore. Finora abbiamo trovato soltanto un espositore: la I'm Spa, piccola start up veneta che produce l'I'm Watch e che ha presentato nel corso di un'affollata conferenza stampa un nuovo prodotto, "I'm here", un quadratino di forse tre centimetri per tre dotato di antenne interne miniaturizzate che attraverso un gps manda un segnale di localizzazione allo smartphone.

Se avete un bambino e gli mettete in tasca questo quadratino, potrete seguire i suoi movimenti e vedere esattamente dov'è. Lo stesso vale per un cane perduto ma anche per un'automobile rubata. Qui a Las Vegas, i due giovani fondatori della I'm Spa, Manuel Zanella, 36 anni, e Massimiliano Bertolini, 32, spiegano che il vantaggio del loro prodotto rispetto ad altri è di avere già incorporata una tecnologia nella telefonia cellulare, Zeromobile, con cui nel 2007 hanno lanciato la loro azienda.

I due presentano anche il nuovo sistema operativo dell'I'm Watch, un orologio computer al polso che svolge quasi tutte le funzioni dell'iPhone: telefonia, archivio e immagazzinamento dati fino a consentire interventi su Twitter e Facebook : «Per me il design è la chiave, la forza del marchio Italia. Un esempio per I'm Here voglio che invece della plastica ci sia l'alluminio, è un'altra cosa e la differenza di costo è minima».

Dietro questa start up e questi due ragazzi c'è anche un case study: ci sono un finanziere importante e un manager. Il finanziere è Ennio Doris, fondatore di Mediolanum, che è arrivato fino al Las Vegas per il nuovo lancio: «Quando vedi in un ragazzo tenacia e entusiasmo diventa difficile dirgli di no - dice Doris -. Al di là del prodotto è la determinazione ad avermi convinto: Manuel è diventato un private banker a Mediolanum e ha vinto un premio di produzione per potermi incontrare e dimostrare che poteva farcela. Ha suonato il campanello di casa di mia e gli ho parlato».

Quando si è trattato di dare struttura alla start up, Doris, che all'inizio ha investito personalmente 1 milione di euro nell'operazione e detiene il 50% del capitale (i due ragazzi hanno il 25% ciascuno), ha chiesto a un suo manager di vecchia data, Edoardo Lombardi, vicepresidente di Mediolanum, di prendere in mano le redini organizzative. Lombardi ha dato struttura, ha aperto i canali distributivi, ha puntato sull'estero, ha contribuito all'organizzazione della produzione e delle consegne per evitare ritardi, con produttori locali tutti nella provincia di Vicenza.

Oggi il prodotto I'm Watch ha venduto 30mila pezzi e ha ordini per altri 50mila: «Le proiezioni di fatturato ammontano a 25 milioni di euro - spiega Lombardi -, con un mercato che per il 20% è in Italia e per il restante è all'estero». Fra le anticipazioni, un rilancio di Winezero, tecnologia che consente di eliminare l'alcool dal vino: «Questo significa che si può bere e guidare, la nostra tecnologia non cambia la qualità del gusto del vino», dice Bertolini. Un solo marchio italiano a Las Vegas, una start up. Questo per la produzione. Agli incontri di J.P. Morgan Chase o di Citi o di Nomura non c'erano finanziatori o incubatori o manager. E nei circuiti per la gestione e il lancio di pubblicità non c'erano executive italiani.

È vero che questa fiera è proiettata più su America e Asia ma che, ad esempio, per l'Europa c'è una fiera molto importante a Berlino più mirata sull'Europa e che in tempo di crisi è meglio essere oculati con gli investimenti. Ma per tenere il passo bisogna essere presenti alla fiera più importante del mondo per il settore, altrimenti, come dice Doris: «Non so se un imprenditore come me o un finanziatore capirà quando un giovane suona il campanello di casa o dell'ufficio, che possiamo anche farcela in un settore dove siamo rimasti strutturalmente indietro».

 

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