I-BOND, YOU LOSE - L'OBBLIGAZIONE APPLE PERDE IL 9% IN 6 SETTIMANE

Corrado Poggi per "Il Sole 24 Ore"

Morso indigesto per gli obbligazionisti Apple. A sole sei settimana dall'emissione monstre di titoli di debito per complessivi 17 miliardi di dollari - un record senza precedenti - le quotazioni sul mercato secondario fanno segnare perdite significative che nel caso dei bond a 30 anni arrivano vicino alla soglia del 9 per cento.

La colpa ovviamente non è dei bond Apple in sé, ma del drastico mutamento di condizioni registrato sul mercato del debito in risposta ai segnali sempre più numerosi di un miglioramento delle prospettive dell'economia americana.

A fronte di un mercato immobiliare in fase di ripresa, di mercati azionari in costante ascesa e sui nuovi massimi storici e di sensibili progressi sul fronte occupazionale, i governatori della Fed hanno iniziato ormai a mandare segnali sempre più frequenti circa una possibile riduzione, in tempi brevi, dell'attuale terzo programma di Quantitative easing, che fino ad ora aveva tenuto artificialmente bassi i rendimenti dei Treasury, soprattutto di quelli a maggiore durata.

La prospettiva di una possibile fine già nei prossimi mesi degli acquisti di titoli di Stato ha avuto come effetto immediato un sensibile aumento dei rendimenti e questo ha reso meno appetibili gli yield offerti da aziende dai fondamentali solidi come appunto la Apple, ma anche altre blue chips internazionali come Vodafone e Petrobras.

Un'ulteriore mazzata per gli obbligazionisti è poi giunta dall'agenzia di rating S&P's che nei giorni scorsi ha alzato l'outlook sul rating degli Stati Uniti da "negativo" a "stabile" confermando il giudizio di AA+. Chi dunque si era gettato a capofitto sull'i-bond Apple, che aveva registrato una domanda superiore di ben tre volte l'offerta, è rimasto deluso e il futuro, quantomeno a breve termine, non promette nulla di buono.

I più penalizzati sono stati gli investitori che avevano scelto di puntare sulla tranche dei bond a maggiore durata, i trentennali. Collocati con un rendimento annuo del 3,9% e un prezzo di 99,41, salito peraltro fino a 101,97 nel mercato secondario, oggi queste obbligazioni sono quotate il 90,36% del valore nominale, 3 miliardi di dollari complessivamente alla data del 30 aprile, pari a una perdita secca di circa il 9% in un mese e mezzo. I bond a 10 anni, invece, valgono oggi 5,2 miliardi di dollari contro i 5,5 miliardi del giorno di emissione.

Secondo alcuni analisti, le variazioni accusate dai bond Apple sono particolarmente sensibili proprio perché i titoli sono stati collocati in tempi molto recenti e sono quindi ancora molti liquidi. A meno di un'ulteriore accelerazione dell'economia è dunque possibile che con il passare delle settimane la velocità di scambio rallenti e i grandi investitori istituzionali approfittino dei ribassi accusati dai titoli per acquistare a basso prezzo.
Secondo quanto comunicato dalla stessa Apple, i fondi raccolti con i bond - i primi collocati sul mercato dal 1996 - verranno usati per finanziare il programma di restituzione agli azionisti di profitti per 100 miliardi di dollari. L'azienda di Cupertino ha in realtà a bilancio cash per 145 miliardi, ma solo 45 di questi sono negli Stati Uniti. Il resto in paradisi off-shore è detenuto all'estero e rimpatriarlo al momento costerebbe troppo in termini di tassazione.

 

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