adolfo urso giorgia meloni pietro labriola tim

I SINDACATI IRROMPONO NELLA VENDITA DELLA RETE TIM: “CHIEDIAMO UN INCONTRO URGENTE AL GOVERNO. NULLA È DATO SAPERE SULLE GARANZIE DI SALVAGUARDIA DEI LIVELLI OCCUPAZIONALI DELLA TIM CHE RIMARRÀ E DELLA NUVOA AZIENDA CHE GESTIRÀ L’INFRASTRUTTURA” – “SERVE APRIRE UN CONFRONTO IN TEMPI RAPIDISSIMI”

adolfo urso giorgia meloni question time alla camera

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - I sindacati delle tlc chiedono un incontro urgente sulla situazione di Tim a Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, e ai ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Marina Calderone.

 

"Nulla - scrivono i segretari generali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil - e' dato sapere, allo stato attuale, circa le garanzie in materia di salvaguardia dei perimetri aziendali ed occupazionali della Tim che rimarra' dopo la cessione della rete e della nuova azienda che gestira' l'infrastruttura".

 

I PRINCIPALI AZIONISTI DI TIM - PIETRO LABRIOLA

Le sigle ricordano che nell'incontro con il ministro Urso del 4 luglio scorso, venne "chiaramente specificato che lo strumento del 'Golden Power' sarebbe stato utilizzato anche per valutare gli impatti occupazionali dell'operazione, arrivando a sostenere come, nel caso della realizzazione della separazione, sarebbe stato materia di blocco da parte del Governo la presentazione di piani industriali che contemplassero ricadute per l'occupazione e per le condizioni generali delle lavoratrici e dei lavoratori interessati.

 

Al netto di ulteriori passi autorizzativi che dovranno riguardare autorita' di controllo italiane ed europee, pensiamo che le deliberazioni del Consiglio dei ministri rendano a questo punto non piu' differibile aprire un confronto in tempi rapidissimi". Le sigle ricordano inoltre che a fine febbraio scadra' l'ammortizzatore sociale legato al contratto di espansione, sottolineando come in passato "il sindacato confederale, attraverso strumenti di prepensionamento non traumatici ha gestito le varie fasi di ristrutturazione limitando le ricadute occupazionali, processo che ha comunque visto le lavoratrici ed i lavoratori sottoporsi a sacrifici sia sul piano economico che su quello delle prospettive professionali ed umane".

 

PIETRO LABRIOLA TIM

"Al netto di ulteriori passi autorizzativi che dovranno riguardare autorita' di controllo italiane ed europee, pensiamo - proseguono Fabrizio Solari, Alessandro Faraoni e Salvo Ugliarolo - che le deliberazioni del Consiglio dei ministri rendano a questo punto non piu' differibile aprire un confronto in tempi rapidissimi. Del resto, il capo di gabinetto del Ministro, presente all'incontro del luglio scorso, ipotizzo' persino la possibilita' di un aggiornamento del tavolo durante le ferie estive la' dove la trattativa sulla vendita della rete fosse arrivata a compimento".

 

adolfo urso foto di bacco

Al termine del complesso processo di separazione della rete, "dovrebbe quindi nascere la societa' della rete, costituita da circa 20.000 dipendenti e con un azionariato composto al 70% da Kkr, al 20% dal Ministero del Tesoro ed al 10% dal Fondo F2i. In capo a Tim rimarranno invece, circa 16.000 dipendenti con un azionariato che vede Vivendi al 23,75%, Cassa Depositi e Prestiti al 9.81% ed il restante diviso fra investitori istituzionali, esteri in prevalenza, ed altri azionisti".

 

Ad oggi, concludono le sigle, "ci troviamo a dover gestire una articolata ed estremamente complessa fase aziendale, e dell'intero settore delle tlc per dire il vero, senza strumenti di politica attiva: i contratti di espansione allo stato attuale non sono piu' rifinanziati e quindi non sono nelle disponibilita' delle parti; il neonato fondo di solidarieta' di settore, cofinanziato da lavoratori ed aziende, avrebbe bisogno di un contributo di partenza onde renderlo da subito uno strumento operativo indispensabile per gestire la fase che sta attraversando in primis Tim e, piu' in generale, il settore delle tlc che si trova in una crisi strutturale preoccupante'.

pietro labriola in copertina su d lui pietro labriolaPIETRO LABRIOLA bruno le maire adolfo urso e robert habeck

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)