FARE I TEDESCHI COL CULO DEGLI ALTRI - BERLINO IMPICCA MEZZA EUROPA CON LA LINEA DEL RIGORE E DENTRO CASA FA COME GLI PARE

Francesco De Dominicis per "Libero"

I bund taroccati che poi alterano lo spread degli altri paesi e quindi fanno schizzare la spesa per interessi (non in casa loro). Lo sforamento del deficit (tre volte, mica una). I conti pubblici fuori legge, perché non conteggiano alcune società statali e così il debito resta basso. Il giochino dei cosiddetti mini job, impieghi a salario ridicolo e senza contributi che consentono di sbracare il livello di disoccupazione.

E ancora: gli aiuti alle banche coi bilanci dissestati a carico dei contribuenti europei e i bastoni fra le ruote alla vigilanza bancaria unica. È il Bignami dell'europeismo alla tedesca. Benvenuti in Germania: dove dettano le regole per tutta l'Unione europea - impiccando i governi del Vecchio continente alla corda del rigore e al rapporto deficit/pil al 3% - e poi sono i primi a fregarsene.

Il caso esploso ieri - e denunciato dagli Stati Uniti - sullo sforamento del surplus della bilancia commerciale (la Ue indica il tetto al 6% del prodotto interno lordo), insomma, è solo l'ultimo esempio di come Berlino interpreta «in maniera originale» i paletti decisi a Bruxelles: europeismo a intermittenza. In questo senso, la faccenda delle obbligazioni pubbliche tedesche è forse quella più clamorosa.

I bund (riferimento con cui viene calcolato il mitico spread, cioè il differenziale sui tassi di interesse anche coi nostri btp) sono titoli «particolari». A differenza di quelli venduti dal Tesoro italiano o da altri emittenti sovrani, infatti, non sono bond regolamentati sui mercati internazionali e, soprattutto, non sono sottoscrivibili da qualsiasi tipo di risparmiatore: nessuna possibilità di acquisti di seconda mano né sui mercati grigi. Una circolazione limitata che, di fatto, taglia le gambe agli avvoltoi e agevola il contenimento dei tassi di interesse. Buon per loro, si dirà.

Il problema è che i bund sono il riferimento per i titoli pubblici europei: ne consegue che la spesa per interessi degli altri paesi si basa su un parametro sballato. Non solo. I bund sono venduti non di rado a tassi negativi: chi li compra, cioè, ci perde. Una tangente o, meglio, un sostanziale aiuto di stato su cui nessuno si avventa.

Fatto sta che lo strapotere di Berlino ha consentito di far passare sempre in sordina il triplo sforamento dei parametri di Maastricht: nel 2002, nel 2003 e nel 2005 la Germania ha chiuso i bilanci col rapporto tra deficit e pil oltre il 3%. In un paio di circostanze, a farle compagnia c'era la Francia. Ragion per cui le sanzioni furono sterilizzate. All'Italia, tanto per fare un esempio, hanno imposto, tra altro, la dolorosa riforma delle pensioni e inasprimenti fiscali che paghiamo assai caro.

In Grecia, invece, è arrivata la troika Fmi-Ue-Bce, con tutto quello che ne è seguito. Sul versante dei conti pubblici, poi, vale la pena ricordare che la Kfw (gigante finanziario paragonabile alla nostra Cassa depositi e prestiti) non rientra nel bilancio pubblico tedesco. Uno scherzetto che tiene basso il debito e mantiene alto l'appetito degli investitori stranieri. I quali, peraltro, guardano sempre con stupore ai dati sull'occupazione sempre positivi, dimenticando che i mini job (impieghi da meno di 500 euro al mese di retribuzione) non meriterebbero di essere pesati al pari di un lavoro a tempo pieno standard.

C'è poi la questione bancaria. Non solo per gli aiuti agli istituti di credito, pagati da tutta l'Europa. Il nodo principale riguarda la vigilanza unica: Berlino non ne vuole sentir parlare e fa di tutto per ostacolare il progetto. Il sospetto è che le banche della Germania, con le pance gonfie di titoli tossici, abbiano qualcosa da nascondere.

Ma tutto questo, ai tedeschi che si arricchiscono sui guai del resto d'Europa, non basta. E così ieri è spuntata l'ultima trovata, già avallata dalla Commissione Ue: l'introduzione di un pedaggio per gli stranieri sulle autostrade tedesche: un giro di vite che vale 800 milioni di euro l'anno. Alla faccia della libera circolazione all'interno dell'Unione europea.

 

merkel schaeuble germania SPREAD MARIO DRAGHI MERKEL PROTESTE IN PORTOGALLO CONTRO LA TROIKA E L AUSTERITY CIPRO - TROIKA GO HOME

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…