francesco caio claudio descalzi

IN NOMINE DRAGHI! COME DAGO-ANTICIPATO, FRANCESCO CAIO SARÀ IL NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO DI SAIPEM. ESCE STEFANO CAO, SILVIA MERLO PRESIDENTE. IL RUOLO DI DESCALZI - DOPO L’ASSOLUZIONE SUL CASO NIGERIA, L’AD DELL’ENI SI SENTE PIÙ FORTE E HA PORTATO AL MEF E A CDP LA SUA PROPOSTA: CAIO IN SOSTITUZIONE DI STEFANO CAO CHE CONSIDERA UN SUO NEMICO DA QUANDO ERA IN ENI…

https://m.dagospia.com/flash-dopo-l-assoluzione-descalzi-si-sente-piu-forte-e-ha-portato-al-mef-e-a-cdp-la-sua-proposta-265336

 

Sofia Fraschini per il Giornale

 

francesco caio foto di bacco

Francesco Caio sarà il nuovo amministratore delegato di Saipem. Il cambio al vertice è stato ufficializzato ieri nella lista dei candidati presentata congiuntamente dagli azionisti Eni (30,5%) e Cdp (12,5%) che hanno indicato, al ruolo esecutivo e di comando, l'attuale presidente, in sostituzione di Stefano Cao.

 

Il turnover diverrà effettivo con l'assemblea degli azionisti in calendario per il 30 aprile. E sicuramente segnerà un cambio di passo strategico che il mercato, sulla scorta di qualche indiscrezione, sembra già apprezzare da qualche tempo, su un titolo che soffre da anni in Borsa. A cambiare potrebbero essere soprattutto due fronti: i rapporti con Eni e l'indirizzo strategico del gruppo.

 

stefano cao 5

Caio sarebbe stato fortemente voluto da Claudio Descalzi, ad dell'Eni. Il manager del colosso petrolifero italiano, con la recente assoluzione giudiziaria sul caso Nigeria, ha rafforzato una posizione che lo rendeva fino a qualche mese fa più vulnerabile, come fosse sotto scacco.

 

silvia merlo

Gli ottimi e storici rapporti di Descalzi con l'attuale premier Mario Draghi hanno fatto il resto e questo primo giro di nomine lo sta a dimostrare. Così Cao, con il quale Descalzi non ha avuto feeling fin dai tempi in cui erano entrambi all'Eni, esce di scena sostituito da Caio, in vista del rafforzamento dell'asse Eni-Saipem sul fronte progettuale e in nome della transizione energetica che entrambe le società stanno cavalcando per posizionarsi nel business green. Caio ha poi il giusto profilo internazionale per traghettare la società verso una importante fusione, un'operazione che aiuterebbe il rilancio. Non solo.

 

claudio descalzi

Il manager è stato consigliere del governo nelle tecnologie digitali e nella banda larga e, quindi, potrebbe dare al gruppo ingegneristico italiano attivo nell'oil and gas un'ulteriore spinta in questa direzione. Nato nel 1957 e laureato in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano nel 1980, Caio ha fondato Omnitel, primo operatore privato di telefonia mobile in Italia, è stato ad della Merloni e ceo di Cable & Wireless, il secondo gruppo di telecomunicazioni britannico. Successivamente è stato in Lehman Brothers e dal 2011 al 2013, ha assunto la guida di Avio. Nel 2014 ha guidato Poste Italiane con l'incarico di ad.

 

Fabrizio Palermo

Un manager di peso che non poteva convivere a lungo con Cao. Basti pensare che è dal 2008 che, in ambienti finanziari, si dice che con Cao e Caio al vertice, Saipem avesse due ad (tra l'altro con due cognomi così simili). Ma qual è l'eredità di Cao? Dal 2016 il manager uscente lascia un'attenta riduzione dei costi, una nuova struttura aziendale in 4 divisioni, una trasformazione in nome della transizione green e il ritorno all'utile del 2019, dopo il rosso da 2 miliardi del 2016. Certo il 2020 si è chiuso in negativo sia sul fronte dei ricavi (7,34 miliardi), sia su quello degli utili (perdita a 1,1 mld) zavorrati dalla pandemia, e la società non è stata in grado di dare una guidance finanziaria puntuale per l'esercizio 2021.

 

Alla presidenza di Saipem, ad affiancare il nuovo amministratore delegato sarà Silvia Merlo, ad del Gruppo Merlo e nel board di Erg e di altre società. Gli altri nomi indicati da Cdp per il consiglio d'amministrazione sono: Alessandra Ferone, Pier Francesco Ragni, Marco Reggiani e Paola Tagliavini. Eni e Cdp hanno inoltre comunicato che "sottoporranno all'assemblea di confermare le attuali retribuzioni degli amministratori, proponendo, pertanto, di determinare la retribuzione annua lorda spettante a ciascun amministratore (incluso il presidente) in 60.000 euro, oltre al rimborso delle spese sostenute per la carica".

Mario Draghi

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