john ginevra lapo elkann

IL “TRONO DI SPADE” DI CASA AGNELLI - JOHN ELKANN E’ AL 60% DELLA “DICEMBRE”, LA SOCIETA' AZIONISTA PRINCIPALE DELL’IMPERO DI FAMIGLIA - CON QUOTE DEL 20% CIASCUNO, I DUE FRATELLI LAPO E GINEVRA - UN ASSETTO POSSIBILE GRAZIE A UN ATTO DI COMPRAVENDITA, FINORA INEDITO, E COMPIUTO DALLA NONNA MARELLA CARACCIOLO MOLTO PRIMA DELLA SUA SCOMPARSA AVVENUTA NEL 2019 - SONO QUATTRO LE CLAUSOLE CHIAVE…

Marigia Mangano per il “Sole 24 Ore”

 

GINEVRA JOHN E LAPO ELKANN

Si alza il velo sulla storia della Dicembre, il maggiore azionista dell' impero costruito dalla famiglia Agnelli. A distanza di oltre vent' anni dalla investitura ufficiale di John Elkann come successore dell' Avvocato Gianni Agnelli, passaggio formalizzato nel 1999, un documento di cui Il Sole24 Ore è entrato in possesso e depositato in queste ore presso la Camera di Commercio di Torino, ricostruisce patti sociali, donazioni ed equilibri azionari della società chiave della Giovanni Agnelli Bv, capofila del sistema Exor, la holding che custodisce le partecipazioni chiave in gruppi come Stellantis, Ferrari, Partner Re e Cnh, solo per citarne alcune.

 

MARELLA CARACCIOLO - EGON FURSTENBERG - GIANNI AGNELLI - MARIA SOLE AGNELLI - SUSANNA AGNELLI - EDOARDO AGNELLI - GIOVANNI NUVOLETTI

Per anni inaccessibile, complice la scelta della forma giuridica di società semplice che garantisce la totale riservatezza, questo documento, 25 pagine che ripercorrono le operazioni chiave della storia della società e dei suoi fondatori, permette di osservare dall' interno la Dicembre. Si scopre così che l' intero capitale sociale oggi vede John Elkann al 60% e vicino a lui, con quote del 20% ciascuno, i due fratelli Lapo e Ginevra.

 

gianni agnelli e marella caracciolo

Un assetto possibile grazie a un atto di compravendita, finora inedito, e compiuto dalla nonna Marella Caracciolo molto prima della sua scomparsa avvenuta nel 2019. Un equilibrio mantenuto fino ad oggi e rafforzato da una nuova versione dei patti sociali. Sono quattro le clausole chiave: la scomparsa del ruolo di garanti dell' avvocato Franzo Grande Stevens, di Cristina Grande Stevens, di Gianluigi Gabetti e di Cesare Ferrero, per decenni azionisti con una quota simbolica della società; la conferma della clausola di consanguineità, evoluzione della vecchia norma di "consolidamento"; la successione, curata nei minimi dettagli; infine, i poteri di John Philip Elkann.

GIANLUIGI GABETTI ANDREA AGNELLI

 

L' ingresso di Lapo e Ginevra Il documento della Dicembre che fotografa la situazione attuale della società è stato redatto per un semplice motivo: la scomparsa di tutti i soci che avevano sottoscritto il capitale della Dicembre all' atto della fondazione nel dicembre del 1984, ovvero Giovanni Agnelli, Marella Caracciolo, Umberto Agnelli, Gianluigi Gabetti e Cesare Romiti.

 

La famiglia ha così proceduto in questi giorni con il deposito presso il notaio Remo Maria Morone a una "declaratoria" che illustra composizione dei soci e struttura del veicolo societario. Sulla base di questo atto emerge che il capitale sociale della Dicembre è pari a 103 milioni ed è ripartito così: 61,8 milioni, pari al 60%, è in capo a John Elkann, 20,6 milioni, equivalenti al 20%, è di proprietà di Lapo Elkann e il restante 20% per un controvalore di 20,6 milioni è di Ginevra Elkann.

ed ruscha con ginevra, john e lapo elkann

Questa composizione del libro soci è il punto di arrivo di una lunga storia di donazioni e compravendite che si sono susseguite in silenzio nell' arco di un ventennio.

La prima versione dello statuto risale al 3 aprile del 1996. E già allora, tutto era stato predisposto per la successione di Yaki, all' epoca appena ventenne. Il 10 aprile l' Avvocato trasferì con scrittura privata la nuda proprietà del 24,87% della Dicembre, donandola al nipote. Il libro soci della società semplice vedeva così Gianni Agnelli con la piena proprietà del 25,374%, mentre Elkann, la figlia Margherita Agnelli e la moglie Marella detenevano la nuda proprietà del 24,87% a testa.

 

GIANLUIGI GABETTI JOHN ELKANN

L'usufrutto restava nelle mani dell' Avvocato. Nel 2003 è poi subentrata la successione vera e propria, con la scomparsa dell' Avvocato. All' articolo 7 era disciplinata la così detta "clausola di consolidamento", per effetto della quale gli eredi potevano essere liquidati dai soci superstiti. Dopo la morte di Giovanni Agnelli, si è proceduto infatti al consolidamento così come previsto dallo statuto: il pacchetto del 25,37% è stato diviso perfettamente tra i tre soci della Dicembre, con il risultato finale che la torta vedeva John, Margherita e Marella con il 33,3% ciascuno.

 

GIANNI AGNELLI E GIANLUIGI GABETTI

A questo punto, decisiva per mettere al sicuro il controllo di Yaki nella Dicembre, è stata la determinazione con cui Marella Caracciolo, interpretando la volontà del marito, ha «perfezionato» la donazione del 25,4% che avrebbe garantito al nipote di salire al 58,7% e prendere così il posto di Giovanni Agnelli nella proprietà della società semplice.

 

Il passaggio successivo, datato 5 aprile del 2004 e che segue la ricapitalizzazione della Dicembre a cui partecipò anche Margherita, vede poi nell' ambito del patto successorio, l' uscita di scena della figlia dell' Avvocato che vendette alla madre la quota detenuta nella Dicembre. Marella, però, anche in questa occasione decise di fare l' ultimo passo e predisporre tutto per la "sua" successione.

Giovanni Agnelli con Lapo e John Elkann

 

Con un atto datato 19 maggio del 2004, la nonna di Yaki, risulta, vendette la nuda proprietà dell' 1,3% a John Elkann, permettendogli di salire al 60%, e contestualmente fece entrare nel libro soci i nipoti Lapo e Ginevra, a cui vendette il 20% ciascuno, sempre in nuda proprietà e mantenendo l'usufrutto. La piena proprietà delle quote è stata acquistata dai soci dopo la scomparsa della nonna, con atto del 22 marzo del 2019.

 

Giovanni Agnelli e famiglia

I PATTI E L' USCITA DEI GARANTI

La nuova versione dei patti sociali della Dicembre riserva altre novità. Scompare dal libro soci e dalla governance il ruolo dei garanti. Per anni Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens, Cristina Grande Stevens e Cesare Ferrero erano detentori di una azione della Dicembre e ricoprivano il ruolo di garanti. Una scelta che si conciliava anche con il meccanismo dei patti, il cui cuore era rappresentato dall' articolo 9.

 

Nella prima versione era previsto che «i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione e disposizione senza eccezione alcuna spettano singolarmente al socio signor Giovanni Agnelli. Qualora il signor Giovanni Agnelli mancasse, l' amministrazione ordinaria spetterà al socio Franzo Grande Stevens, mentre l' amministrazione straordinaria ai soci Marella, Margherita e John Elkann, Gabetti, Grande Stevens, Cristina Grande Stevens e Cesare Ferrero con firma congiunta».

franzo grande stevens

 

Tale disposizione, contemporaneamente alla donazione dell' Avvocato a John Elkann, fu modificata, disponendo che tutti i poteri di amministrazione della società «dovevano» passare a John Elkann alla morte dell' Avvocato. Una volontà rispettata da tutti i soci (inclusa Margherita che sottoscrisse la nuova norma) che, dopo la sua morte, hanno modificato l' articolo 9 dello statuto della Dicembre così, versione tutt' ora in vita: «I poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione spettano, senza eccezione alcuna, singolarmente al socio John Philip Elkann». Tecnicamente, però, i garanti hanno mantenuto la titolarità delle azioni anche dopo la successione. Questo fino al 2015, quando hanno venduto l' azione a John Elkann, cessando di far parte degli azionisti della Dicembre, dove oggi compaiono solo i tre fratelli.

 

franzo grande stevens john elkann sergio marchionne

Un' altra previsione chiave dello statuto è rappresentata dall' articolo 7 che governa la successione. Nella nuova versione, l' articolo 7 della Dicembre prevede che «nel caso di morte di uno dei soci, gli eredi, se discendenti consanguinei del socio defunto o se già soci, ascendenti o fratelli del socio defunto, subentreranno di diritto nella proprietà della quota a condizione, se non già soci, che acconsentano».

 

FRANZO GRANDE STEVENS MICHELE BRIAMONTE EZIO MAURO ALLO STADIO FOTO LAPRESSE

Dunque, nella titolarità delle azioni di Dicembre. Per tutti gli altri casi tale norma non vale: saranno liquidati. Quanto alla cessione delle quote, disciplinata all' articolo 8, è stabilito che potranno essere cedute, anche a titolo gratuito, solamente ad altri soci o discendenti consanguinei del socio cedente. Negli altri casi potranno essere cedute solo a possessori di azioni ordinarie della Giovanni Agnelli Bv, previa prelazione.

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)