pagani renzi padoan

L’HAI MESSA IN BANCA! FABRIZIO PAGANI: “NON TREMATE, ALL' ECONOMIA CI PENSIAMO IO E PADOAN” - IL BRACCIO DESTRO DEL MINISTRO: IL DEBITO? CALERA’ NEL 2017 (DOVEVA DIMINUIRE ANCHE NEL 2015 E NEL 2016) - “NON CREDO CHE NEI PROSSIMI MESI SIA POSSIBILE RIVEDERE I TRATTATI EUROPEI”: DOCCIA FREDDA SULLE ASPETTATIVE DI MATTEUCCIO

 

fabrizio pagani fabrizio pagani

Francesco Rigatelli per Libero Quotidiano

 

Il tecnico del tecnico si chiama Fabrizio Pagani, ha 49 anni, è pisano come Enrico Letta, di cui è stato consigliere economico a Palazzo Chigi, e ha lavorato all' Ocse come il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, di cui ora è il capo della segreteria tecnica. Sua moglie, che è tedesca, e i loro due figli, vivono a Parigi. Lui, sommerso a Roma dai provvedimenti del governo, ci spiega a cosa sta lavorando.

 

Nella stanza dei bottoni si valuta mai un' uscita dall' euro?

 

«Non è realistica. Sarebbe la fine dell' euro e la rinuncia al progetto comune di uno dei paesi fondatori dell' Ue. Impossibile e immotivata: la finanza pubblica tiene, il deficit diminuisce, il debito inizia a scendere, la crescita non è eccitante ma positiva. E non ci sono premesse di un attacco all' euro che veda nell' Italia l' anello debole. Mollare sarebbe un disastro e una fatica inutile».

 

A proposito di attacco all' euro, come vi difendente dalla finanza?

 

fabrizio pagani fabrizio pagani

«Al ministero abbiamo tutti gli strumenti sul mercato per capire i flussi di capitale, ma non amo le tesi di complotto. Certe volte ci sono singoli fondi che vendono allo scoperto...».

 

E quando Deutsche bank nel 2011 vendette in blocco titoli di stato italiani alla fine del governo Berlusconi?

 

«Allora facevo un altro lavoro».

 

Ma esclude il fine politico?

 

«Per quel che ne sappia lo escludo. Io credo ai fini finanziari in questi casi, il resto è, quello sì, speculazione».

 

Tornando all' euro, un' altra idea è la creazione di una seconda moneta per i paesi del sud Europa?

 

«È un' altra costruzione solo accademica. Il progetto comunitario è unitario e vive di alcuni paesi chiave per motivi economici e anche ideali».

 

Eppure qualcosa non va nel rapporto con l' Ue, come si può fare?

 

letta obama paganiletta obama pagani

«Dobbiamo distinguere tra le costruzioni accademiche e il pragmatismo necessario. Non credo che nei prossimi mesi sia possibile rivedere i trattati europei. Ci sono le elezioni in Olanda, Francia e Germania. Né possiamo avere a breve la mutualizzazione del debito dei paesi europei. Ma ci sono altre conquiste possibili».

 

Per esempio?

 

«Si può rafforzare l' Ue in settori come l' immigrazione, la sicurezza interna ed esterna, e attivare politiche comuni sulla disoccupazione come proposto dal ministro Padoan».

 

Sembra che Padoan e ancor più Renzi abbiano deciso di sfidare l' Ue. Come mai?

 

«La politica italiana resta ispirata a due linee guide: il rispetto del Patto di stabilità, con la flessibilità che esso stesso prevede, e uno sforzo di bilancio espansivo».

 

Che intende?

 

FABRIZIO PAGANIFABRIZIO PAGANI

«Che il governo sta riducendo le spese inutili e utilizzando i risultati per tagliare le tasse. Si tratta di piani pluriennali consistenti: nel 2014-2015 sul lavoro, gli 80 euro per i lavoratori e la ridefinizione dell' Irap per le imprese; nel 2016 sulle tasse di proprietà per privati e imprese agricole; nel 2017 il taglio dell' Ires per le imprese al 24 per cento, sotto la media europea. A qualcuno sembra che non cambi niente, ma a me e Padoan tutti questi numeri sono costati notti insonni».

 

L' ex premier Dini ha detto che fosse in Padoan si dimetterebbe per il modo in cui lo tratta Renzi.

 

«Padoan ha risposto che c' è grande collaborazione con Renzi. Aggiungerei: un' intesa più che quotidiana, ora per ora, in certi casi ore piccole».

 

Sempre per Dini, senza l' iniezione di liquidità della Bce di Draghi saremmo come agli ultimi giorni del governo Berlusconi.

 

«Un' analisi sbagliata. Riconsidererei gli interventi suddetti e poi basta parlare con gli investitori in Italia».

 

Dove vanno in particolare?

 

«Banche, società finanziarie, di revisione, di rating e studi legali ci contattano per trasferirsi a Milano dopo la Brexit. E c' è un' attrattiva delle province di Veneto, Toscana e Puglia».

 

Tornando ai provvedimenti, si rinvia sempre il taglio della spesa. Aumentate il debito e poi?

pier carlo padoan, pierre moscovici e michel sapin 4193e149pier carlo padoan, pierre moscovici e michel sapin 4193e149

 

«Dall' anno prossimo diminuirà. Sul debito la manovra agisce nel lungo periodo. Al contempo serve una spinta espansiva adeguata. Il debito si batte solo tornando alla crescita».

 

Il commissario Ue all' economia, il socialista francese Pierre Moscovici, è più un alleato o un giudice di questa politica espansiva?

 

«Alleato non so, certo è un politico sofisticato che capisce la necessità di rilanciare gli investimenti. Il piano Juncker del resto serve proprio a questo».

 

E Padoan da vicino che tipo è?

 

«Equilibrato e saggio. Ritiene che fatte le analisi si debba decidere. Non rinvia. Un pregio per un politico».

 

In questo andrà d' accordo con Renzi...

 

«Esatto».

PAGANI PADOANPAGANI PADOAN

 

Lei lo chiama politico. C' è chi vede il ministro tecnico farsi politico e addirittura premier in caso di crisi successiva a un No al referendum. Che ne dice?

 

«No comment».

 

Ci rivela allora un suo consiglio che Padoan non ha seguito?

 

«Più di uno. E sarebbe strano il contrario: non è questione di idee, ma di sensibilità diverse da seguire. Lui come ministro ha più presente gli equilibri politici del governo».

 

E un consiglio di Padoan a Renzi che il premier non ha seguito?

 

«No comment».

 

Ultima domanda difficile: per lei che ha lavorato in entrambi i governi che differenza c' è tra la politica economica di Letta-Saccomanni e quella di Renzi-Padoan?

PIATTAFORME ENI ADRIATICOPIATTAFORME ENI ADRIATICO

 

«Difficile fare paragoni, il primo è stato un governo più breve mentre questo è duraturo. I tempi inoltre sono più maturi, ora sentiamo maggiormente il vento in poppa e anche grazie all' azione dell' esecutivo possiamo affermare di essere usciti dalla crisi».

 

Lei rappresenta il governo nel consiglio d' amministrazione dell' Eni, la più grande azienda del Paese. Che senso strategico ha oggi questa partecipazione statale?

 

«È uno dei grandi patrimoni da valorizzare e proteggere. Bisogna capire che può essere il battistrada per una maggiore presenza italiana dove siamo meno forti, a partire dall' Africa».

 

Per Padoan lei si è occupato anche di privatizzazioni, c' è allo studio qualche altra mossa?

 

«Intanto non è banale avere fatto le Poste, che ha mutato pelle andando in Borsa, ed Enav sul controllo aereo, la sola società al mondo di questo tipo privatizzata. Ora si ragiona con i vertici di Ferrovie per una parte del gruppo, probabilmente l' alta velocità».

 

Veniamo a un problema annoso: la mancanza di politica industriale.

DONNE E LAVORO IN FABBRICA DONNE E LAVORO IN FABBRICA

 

«Quella di tipo novecentesco basata su settori come l' acciaio, l' auto, la chimica, è sorpassata. Ora si pensa a una politica sui fattori, come lavoro e capitale. Così il Jobs act ha liberalizzato il mercato, si è premiato il salario di produttività, si sono diversificati i crediti per la crescita: da quelli bancari al mercato dei capitali, ai minibond, a credit fund e borsa. Infine, si è agito sugli investimenti, con il super ammortamento e gli sgravi su ricerca e sviluppo. Ma posso dirle una cosa?».

 

Prego.

 

«Quando sono arrivato sono rimasto sorpreso perché non esisteva uno strumento giuridico per proteggere brevetti e marchi. Ora c' è il patent box. Ma questo dimostra l' incuria in cui era stato lasciato il Paese».

 

A scanso di apparirle novecentesco, ma la politica industriale non è quella che sceglie su quali settori un Paese deve specializzarsi?

 

DONNE E LAVORO IN FABBRICA   DONNE E LAVORO IN FABBRICA

«Ha ragione, infatti si lancia un programma come quello del ministro Calenda. Che ci possano essere interventi specifici poi è naturale, ma la filosofia di fondo è quella che le ho detto».

 

Sul Jobs act, a parte il balletto dei numeri, sono rimaste altre tipologie di contratti in parallelo. Questo non ne limita l' efficacia?

 

«No, secondo i dati quasi tutti i nuovi contratti seguono il Jobs act».

 

Altro tema, le acquisizioni dall' estero non danno l' idea di un Paese in svendita?

 

«La mia visione è laica. Non conta il passaporto del capitale ma che il capitale ci sia, al di là di certi settori strategici per la sicurezza nazionale».

 

Questo va d' accordo con la sua idea sulla politica industriale...

 

CARLO CALENDA A CAPALBIO - foto Enzo RussoCARLO CALENDA A CAPALBIO - foto Enzo Russo

«Le imprese italiane devono però investire all' estero. Purtroppo sono piccole e in settori poco visibili. La grande sfida della politica economica, più che industriale, è aiutarle a crescere e internazionalizzarsi. Oggi l' impresa italiana deve diventare globale».

 

Con la legge di bilancio volete attrarre non solo investimenti, ma investitori esteri. Come funziona?

 

«Detassiamo i ricercatori che tornano in Italia del 50 per cento per 5 anni e chiediamo ai ricchi che si trasferiscono 100 mila euro invece di dichiarare i redditi esteri, mentre per quelli italiani pagano normalmente. Questo per stimolare ricerca e investimenti».

 

Capitolo evasione fiscale?

EVASIONE FISCALE EVASIONE FISCALE

 

«A una lotta forte uniamo un fisco collaborativo che fa accordi preventivi con le multinazionali».

 

Infine, come cambia il lavoro? Sempre meno, da casa, nei servizi?

 

«Sono d' accordo, soprattutto se guardo a mia moglie che lavora da Parigi, come da qualsiasi parte, per una compagnia americana di infrastrutture. Si stanno superando certe distinzioni tra lavoro autonomo e dipendente e tra professione e vita privata».

 

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)