L’IMU-RTACCI! PER LE AZIENDE NESSUNO “SCONTO”, PROBLEMI SULLA CIG IN DEROGA

Roberto Mania per "la Repubblica"

La cassa integrazione in deroga va rivista. Alla vigilia della riunione del Consiglio dei ministri che rifinanzierà (si parla di 7-800 milioni contro il miliardo che si attendeva), il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha annunciato che il governo intende aprire il cantiere per evitare che la cig in deroga (finanziata dal fisco e non dalle imprese) venga utilizzata impropriamente per sostenere il reddito di lavoratori di aziende destinate in realtà alla chiusura. Sono tutti effetti della crisi.

Come quello che sta rischiando di far «morire» le Regioni. «Il patto di stabilità è demenziale e cieco. Ci sta uccidendo - hanno detto ieri i governatori di Puglia, Nichi Vendola, Lazio, Nicola Zingaretti, Lombardia, Roberto Maroni e del Veneto, Luca Zaia - . E' un feticcio inutile che ha portato una situazione delirante; vanno riviste le politiche di austerità che stanno portando alla dissoluzione dell'intera Europa. Mentre a Roma non hanno orecchie per ascoltare».

Oggi, insieme al rifinanziamento della cig (i soldi arriveranno dai fondi europei, da quello per la detassazione del salario di produttività e dal contributo dello 0,30% dei fondi interprofessionali), il governo approverà il decreto che rinvia a settembre o ottobre il pagamento dell'Imu sulla prima casa (e forse anche sui terreni agricoli). I circa due miliardi della rata verrebbero coperti con fondi di tesoreria che verrebbero stornati ai Comuni.

Nei prossimi mesi (il capogruppo alla Camera del Pdl, Renato Brunetta, ha detto che dovrà arrivare entro agosto «altrimenti il governo cadrà», tesi ribadita anche da Silvio Berlusconi: «La cancellazione dell'Imu è la condizione per andare avanti») dovrebbe essere varata la riforma complessiva della tassazione sugli immobili, compresi i capannoni industriali.

«Non sarà il decreto dei miracoli - ha detto ieri a Varsavia il premier, Enrico Letta - ma contiene alcune scelte che ci consentono di avere cento giorni di tempo per fare le riforme». E una delle riforme dovrebbe essere proprio quella della cassa in deroga il cui utilizzo è esploso in questi anni della crisi: secondo uno studio della Uil dal 2009 al 2012 è aumentata del 191 per cento. Nei primi quattro mesi di quest'anno ha subìto una frenata perché diverse Regioni hanno esaurito i fondi.

Il governo intende intervenire su alcune storture. Intanto sul meccanismo di finanziamento e di concessione. In un primo tempo le risorse per la cig in deroga arrivavano in parte (il 60 %) dallo Stato e in parte (il 40 %) dalle Regioni. Da quest'anno si finanzia esclusivamente con risorse statali ma sono le Regioni ad autorizzarne l'applicazione. Il governo ritiene che ci debba essere una corresponsabilizzazione, anche per questo avvierà un monitoraggio.

E in ogni caso, il ministro Giovannini considera che non possa essere la cig in deroga a svolgere una funzione tipicamente assistenziale come quella di sostenere il reddito di lavoratori che quasi certamente non rientreranno più al lavoro. In questo caso - come ha detto - si dovranno «immaginare altri strumenti, altri ammortizzatori». Ci vorrà del tempo e soprattutto molte risorse.

Non a caso ieri il sottosegretario al Lavoro, Carlo Dell'Aringa, ha ipotizzato «un sistema di incentivi-disincentivi chiedendo alle Regioni di cofinanziare lo strumento». Resta confermato che dal 2017 non ci sarà più la cig in deroga (né la mobilità) sostituita dalle prestazione che dovranno erogare i Fondi di solidarietà di categoria, finanziati dalle imprese e dai lavoratori dei settori che non hanno la cassa integrazione ordinaria o straordinaria, come il commercio o i trasporti.

E si riapre pure il cantiere pensioni. Obiettivo reintrodurre il pensionamento flessibile con penalizzazioni nel caso di lasciasse il lavoro qualche anno (3 o 4) prima dell'età per il pensionamento. Con critiche del leader della Cgil, Susanna Camusso: «Fa gridare vendetta il fatto che l'introduzione della flessibilità, che rivendichiamo dal ‘95, si traduca nel penalizzare un'altra volta le persone».

 

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