at&t time warner

L’OPERAZIONE DA 85,4 MILIARDI TRA AT&T E TIME WARNER FA SCATTARE TRUMP: “SE DIVENTO PRESIDENTE LA VIETERÒ” - L’AMERICA HA SMESSO DI ESSERE IL REGNO DELLA CONCORRENZA: L’ECONOMIA DIGITALE STA CREANDO NEGLI USA NUOVI OLIGOPOLI A DISCAPITO DEI CONSUMATORI - DA REAGAN IN POI LE VARIE AUTHORITY ANTITRUST SONO STATE DEPOTENZIATE

Federico Rampini per “la Repubblica”

 

time warner cable time warner cable

Donald Trump è stato veloce a capire l’impatto dell’operazione da 85,4 miliardi At&t-Time Warner. «Se divento presidente, la vieterò», ha annunciato sabato. Riecheggiando un linguaggio simile al socialista Bernie Sanders, ha aggiunto: «Troppa concentrazione di potere capitalistico in un solo soggetto».

 

Tra l’altro il conflitto d’interesse politico per At&t si pone in modo palese: il colosso delle telecom quest’anno ha versato 4,2 milioni di contributi elettorali; una volta acquisito Time Warner si troverebbe a controllare la rete Cnn che di politica si occupa 24 ore su 24.

 

at&t

A Trump non manca l’intuito, e il suo populismo in questo caso coglie nel segno. Hillary Clinton è stata più cauta ma il suo vice Tim Kaine, il suo ex rivale Sanders e diversi esponenti della sinistra democratica hanno promesso di dare battaglia contro la maxi-acquisizione. At&t già si prepara ad una lunga istruttoria dell’antitrust. Ma può indicare un precedente importante in suo favore: fu approvata l’acquisizione di Nbc Universal da parte di Comcast nel 2011, un caso simile di“integrazione verticale”.

 

E’ un ritorno alla casella di partenza? At&t dall’origine nel 1899 fino al 1984 fu il monopolista dei telefoni in America. Non tornerà ad esserlo perché ha qualche concorrente importante come Verizon, ma non molti di quelle dimensioni. E’ l’America degli oligopoli, una realtà che ha fatto fare molti passi indietro alla competizione e alle tutele dei consumatori. Ora questa realtà si estende all’economia digitale, all’incrocio tra Internet, telefonia mobile e produzione di contenuti (serie televisive, cinema, informazione).

terzo di battito tra hillary clinton e donald trump 3terzo di battito tra hillary clinton e donald trump 3

 

L’operazione At&t – Time Warner punta a disegnare la tv del futuro: unendo produzione di contenuti e piattaforme tecnologiche per accedervi, promette una fruizione sempre più ubiqua e fluida, la possibilità di guardare news o film o serie tv sul proprio smartphone e tablet, ovunque ci si trovi, e senza dover sottoscrivere a rigidi abbonamenti annui. AT&T gestisce un’infrastruttura a base di cavi, ripetitori per i telefonini o wifi, fibre ottiche e banda larga. Ha già fatto delle incursioni nel mestiere televisivo ma soprattutto dal lato delle infrastrutture attraverso DirectTV che offre i collegamenti via satellite.

 

serie hboserie hbo

Time Warner è un conglomerato dei media. Oltre alla casa di produzione cinematografica Warner Brothers lì dentro c’è la Cnn, e soprattutto Hbo, che è una miniera d’oro con i suoi programmi tv a pagamento. Ma la concentrazione rientra in un fenomeno molto più generale: l’America ha smesso di essere il regno della concorrenza. L’antitrust nacque qui, addirittura ai tempi di Theodore Roosevelt con lo Sherman Act nel primo Novecento.

 

ronald reaganronald reagan

Fino ai primi anni Ottanta i guardiani del mercato fecero delle operazioni di avanguardia, tra cui proprio lo “spezzatino” dell’At&t (detta anche Ma Bell) concluso nel 1984. L’Europa, dove a quell’epoca dominavano ancora i monopoli di Stato, s’ispirò agli Stati Uniti per aprire a sua volta il cantiere della deregulation. Da allora, però, in America è stata una retromarcia pressoché generale. I grandi gruppi capitalistici hanno organizzato la riscossa, con un peso lobbistico sempre più influente verso la politica.

 

Da Ronald Reagan in poi le varie authority antitrust sono state depotenziate, private di mezzi, oppure lottizzate con nomine di “esperti” venuti dagli stessi settori industriali su cui dovevano vigilare. Dopo il boom delle liberalizzazioni e della concorrenza, l’economia americana ha intrapreso un ritorno all’indietro verso forme di concentrazione. A farne le spese è stato sempre il consumatore-utente.

sanders new yorksanders new york

 

Un esempio in tutt’altro settore: il trasporto aereo. Di recente sia Barack Obama sia il Congresso hanno annunciato nuove regole per proteggere i passeggeri dagli abusi quotidiani delle compagnie aeree. Lodevole iniziativa, ma molto tardiva. Da qualche decennio questo settore è stato sconvolto da fusioni che hanno concentrato un potere di mercato enorme in capo a tre sigle: Delta, United, American.

 

sanders new york 3sanders new york 3

Le altre compagnie, o sono state acquistate da uno dei tre big, o sono troppo piccole per rappresentare una vera concorrenza. Il risultato è quello che ci si doveva aspettare: tariffe sempre più alte, servizi sempre più scadenti. E la carta dei diritti del passeggero è una beffa in confronto a quella in vigore nell’Unione europea.

 

Dall’agroindustria al farmaceutico, dalle banche alle assicurazioni, è la stessa musica: fusioni, acquisizioni, e la concorrenza si riduce. L’America continua a vantare i pregi di un’economia di mercato, ma il vero mercato in molti settori ha smesso di operare da tempo. Con Hillary Clinton alla Casa Bianca le cose cambieranno? Dipende dal potere di condizionamento che avranno su di lei gli esponenti della sinistra radicale come Sanders o Elizabeth Warren.

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."