francesco milleri leonardo del vecchio

L’ORACOLO DI DELFIN – LEONARDO DEL VECCHIO A 85 ANNI SUONATI  HA FINALMENTE TROVATO IL SUO “EREDE”? IL CAVALIERE DI AGORDO HA MESSO MANO ALLO STATUTO DELLA CASSAFORTE DI FAMIGLIA, LA DELFIN, ASSUMENDO DI FATTO IL RUOLO DI DECISORE ULTIMO E FINALE SUL SUO SUCCESSORE, CHE POTRÀ ESSERE ANCHE UN MANAGER ESTERNO ALLA FAMIGLIA – L’IDENTIKIT È QUELLO DEL BRACCIO DESTRO, FRANCESCO MILLERI…

 

 

Francesco Bertolino e Andrea Montanari per “MF”

 

Milleri Del Vecchio

La successione al vertice dell' impero finanziario di Leonardo Del Vecchio inizia a prendere forma. Come emerge da documenti consultati da MF-Milano Finanza, l' industriale degli occhiali, classe 1935 e primo azionista del colosso mondiale EssilorLuxottica, ha messo mano allo statuto di Delfin, la cassaforte di famiglia, assumendo di fatto il ruolo di decisore ultimo e finale.

 

HUBERT SAGNIERES E LEONARDO DEL VECCHIO

Nel dettaglio, secondo quanto si legge nel documento modificato dall' ultima assemblea straordinaria della holding lussemburghese (che custodisce le partecipazioni in EssilorLuxottica, Covivio, Mediobanca, Generali e Unicredit), sono state apportate variazioni agli articoli 5, 6, 9, 11, 15, 17 e 18 dello statuto.

 

Leonardo Del Vecchio

Tali modifiche di fatto consentono a Del Vecchio di avocare a sé la successione manageriale al vertice di Delfin in modo da avere la possibilità di designare con atto scritto il successore, che potrà essere anche un manager esterno alla compagnia. Le novità più rilevanti fanno riferimento alle modifiche degli articoli 9.2 e 9.3 del testo.

 

FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO

«Nel caso in cui il Leonardo Del Vecchio cessi di detenere più del cinquanta per cento (50%) dei diritti di voto della società o di essere il dirigente A della stessa (anche in caso di incapacità)», recita il testo, l' imprenditore «sarà automaticamente sostituito, con effetto dalla data in cui cessa di detenere più del cinquanta per cento (50%) dei diritti di voto della Società o cessa dalla carica, da tale persona da lui preventivamente designata in una dichiarazione scritta indirizzata al consiglio di amministrazione della società».

leonardo del vecchio con il figlio leonardo maria

 

Oppure, prosegue il testo dell' articolo 9.3, sarà sostituito «in assenza di tale designazione, dal grado più alto degli osservatori di cui all' articolo 9.2», oppure, «in assenza di tale osservatore, dalla persona che sarà designata con delibera dell' assemblea generale degli azionisti a maggioranza».

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

Contestualmente è stato previsto che il board di Delfin, attualmente composto da alcuni membri della famiglia Del Vecchio oltre che dal fidato manager Romolo Bardin, possa tornare a essere composto da 5 membri nel momento in cui la figura del presidente sia «in vacanza».

 

Si tratta di un modo per dare stabilità alla gestione e mantenere ampio il board - nel precedente statuto sarebbe sceso a tre membri - e dare rappresentanza.

Queste modifiche lasciano presagire che Del Vecchio stia preparando il terreno all' ingresso nel cda della cassaforte di un altro manager esterno alla famiglia e, statuto alla mano, al board della stessa Delfin.

 

andrea orcel di unicredit

L' identikit è quello di Francesco Milleri, braccio destro di Del Vecchio nonché ceo di EssilorLuxottica, carica che sarà confermata dall' assemblea il prossimo 21 maggio, quando verrà votata la lista del cda del gruppo italo-francese che vede l' industriale milanese al numero 1 della lista e, appunto, il dirigente di Città di Castello al secondo posto.

 

L' ipotesi che Milleri possa prima o poi entrare anche nella stanza dei bottoni rappresentata da Delfin era stata ventilata da MF-Milano Finanza il 19 dicembre scorso. Se così sarà, ci potrebbero essere in futuro novità in merito alle partecipazioni non industriali di Delfin, visto l' attività di Del Vecchio nella partita Mediobanca (è il primo socio con oltre il 13% e con la possibilità di salire al 20%) e di Generali (4,8%).

 

LEONARDO DEL VECCHIO MOGLIE NICOLETTA ZAMPILLO

Senza trascurare il 2% in Unicredit, la banca che con il nuovo amministratore delegato Andrea Orcel è pronta a giocare un ruolo centrale nel risiko bancario e finanziario nazionale.

 

Va detto che l' assetto azionario della holding domiciliata in Lussemburgo, di cui Del Vecchio ha la nuda proprietà, vede la moglie Nicoletta Zampillo al 25% e i sei eredi dell' industriale tutti con quote paritetiche del 12,5%: si tratta dei Claudio, Marisa, Paola, Leonardo Maria, Luca e Clemente.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....