LETTERA DELL’EX CAPO DELLA FINANZA MPS GIANLUCA BALDASSARRI A DAGOSPIA – ‘’MI HANNO ARCHIVIATO SU RICHIESTA DEI PM PERCHÉ TUTTO SI BASAVA SU UNA CALUNNIA” - DAGO-RISPOSTA: LA REGISTRAZIONE DELLA TELEFONATA CON NOMURA PONE IL SUO NOME AL CENTRO DELLA VICENDA. SE LEI VOLESSE CHIARIRCI TUTTA QUELLA SITUAZIONE ED IL SUO RUOLO RISPETTO A QUELLO DI MUSSARI” – UNA SMENTITA DELL’OPUS DEI...

1 - LETTERA DI GIANLUCA BALDASSARRI A DAGOSPIA
Caro Dago,
Anche tu no !!!
Tu sei indipendente non hai secondi fini non ci puoi cascare così e fare addirittura peggio di ‘'Plus'' (inserto del "Sole24Ore", ndr).

Almeno loro lo scrivono che sono stato archiviato. Lo fanno da "grandi professionisti" cioè insinuano che l'archiviazione sia dovuta al fatto che non esisteva il reato di corruzione fra privati.
E così dimostrano il loro grande valore professionale per due ragioni.

La prima è logica: se non esisteva il reato non sarebbe esistita la indagine.
La seconda è disinformazione pura: infatti l'indagine era per truffa aggravata. Tu che sei del mestiere cosa dici se uno sa dell'indagine può sapere anche del reato?

Ovviamente non serve a nulla dire che di Lutifin io non sapevo neppure l'esistenza fino a quel momento. Mi hanno archiviato su richiesta dei PM e non potevano fare altro perché tutto si basava su una calunnia.

I signori di ‘'Plus'' riceveranno notizie dal mio avvocato.
Per Dago credo si tratti di buonafede e ti chiedo di pubblicare il mio commento.
Gian Luca Baldassarri.

Ps - quando tutto il polverone si sarà posato e le carte saranno sul tavolo ci sarà da ridere con tutte le cose ridicolmente false che sono state scritte.

DAGO-RISPOSTA
La ringrazio per la email. Come avrà notato l'articolo a cui si riferisce non addita la sua persona come responsabile di tutti i mali di MPS ma sottolinea le responsabilità di Bankitalia.
A questi fini la notizia importante è che la Procura di Milano abbia indagato sui derivati e sulla sua persona ed ora abbia (secondo agenzie di stampa) trasferito le carte a Siena.

Sono sicuro che quanto Lei dice circa l'archiviazione sia corretto e mi dispiace non averlo riportato. Lo darò non appena torneremo sull'argomento.

Tuttavia devo segnalarle che la registrazione della telefonata con Nomura pone il suo nome al centro della vicenda. Sarei molto felice se lei volesse chiarirci tutta quella situazione ed il suo ruolo rispetto a quello di Mussari con una lettera che contenga elementi nuovi e chiarificatori circa la sua attività in MPS anche in relazione ai numerosi articoli di stampa che la citano.

Se potessimo effettuare un botta e risposta via email, dopo una sua ricostruzione dei fatti, sarebbe di grande utilità per Lei, per Dagospia e per l'informazione.
Grazie
rda


2. L'ARTICOLO DI "PUS-SOLE 24 ORE": IL BROKER DEI MISTERI E IL TARLO ANTONVENETA DI BPI E MONTEPASCHI - NELL'INCHIESTA MILANESE SU UN INTERMEDIARIO SVIZZERO STRANE FATTURE E TRANSAZIONI SU UN BOND DA 120 MILIONI
Vitaliano D'Angerio e Stefano Elli per "Plus - Sole 24 Ore"

Il target è il medesimo: Banca Antonveneta. L'esigenza analoga: rafforzare i rispettivi coefficienti patrimoniali prima del suo acquisto. Per farlo si strutturano complicate operazioni straordinarie "a tempo" con importanti banche straniere. E si sceglie un intermediario discreto. Lo stesso per entrambe le operazioni: la scalata ad Antonveneta di Gianpiero Fiorani e l'acquisto per 9 miliardi di euro di Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena di Giuseppe Mussari.

Anche i tempi coincidono: 2005 la scalata dei «furbetti», 2008 la conquista senese di Padova. Il broker si chiama Lutifin Sa, è svizzero, e sbuca dalle carte di un'inchiesta che con Siena non ha nulla a che fare. A indagare, infatti, è stato il Nucleo di polizia tributaria di Milano coordinato dal pm Roberto Pellicano, che proprio in queste settimane si appresta a chiedere il rinvio a giudizio di diciotto persone legate alla società di brokeraggio ticinese.

Ed è proprio dalle carte di quest'ultima inchiesta che spunta, a sorpresa, il collegamento. In entrambi i casi, Mps e Banca Popolare Italiana, abbiamo due grandi banche che per chiudere le suddette operazioni, potrebbero agevolmente fare a meno di un intermediario, la cui «utilità di interposizione è assolutamente nulla sul piano commerciale», si legge nelle carte dell'inchiesta. Giusto. E allora perché lo fanno? Forse, sospettano gli investigatori, per schermare da occhi indiscreti flussi inconfessabili di retrocessioni commissionali.

Perché Monte dei Paschi di Siena, per chiudere un'operazione con Dresdner Bank, utilizza la Lutifin per scambiare un prodotto strutturato da 120 milioni di euro? La risposta la danno i finanzieri del Nucleo milanese in una delle informative destinate a Pellicano. «È stato accertato che la Lutifin Services SA era stata utilizzata quale veicolo per effettuare pagamenti riservati nei confronti di alti dirigenti del Monte dei Paschi di Siena, in cambio dell'acquisto, da parte dell'istituto di credito da cui dipendevano di un "pacchetto titoli" all'interno dei quali ve ne erano alcuni (i cosiddetti Cdo) che presentavano forti perdite per Dresdner Bank».

Nel dettaglio, il prodotto strutturato aveva un codice Isin (una sorta di "targa" che hanno tutti gli strumenti finanziari): XS0257560028. L'emittente era Skylark Ltd, società veicolo di Dresdner Bank con sede alle Cayman. La transazione risale al novembre 2007: nella fattura numero 30, emessa da Lutifin e trovata dai militari in una chiavetta Usb sequestrata dall'autorità svizzera, si chiede a Dresdner il pagamento di 600mila euro, pari allo 0,5% dello "strutturato" da 120 milioni.

Una fattura che arriva dopo un contratto di consulenza siglato il 18 gennaio 2007 fra Dresdner e Lutifin. Transazione su cui anche il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, si trovò a indagare. Ma l'archiviazione era fatale. Allora la corruzione privata non era ancora un reato. «È stato di fatto acclarato - scrivono ancora i finanzieri - che l'operazione in questione altro non era che un "riacquisto di titoli" in precedenza ceduti da Dresdner Bank nei confronti di Monte dei Paschi di Siena, sede di Londra».

Obiettivo di tutta la transazione? «Quello di far ristrutturare il "pacchetto" a Mps, la quale si è occupata in definitiva di sostituire i titoli in sofferenza con altri in salute, in modo tale da consentire a Dresdner Bank di neutralizzare le perdite che stava subendo, scaricandole di fatto in capo a Mps».

Stavolta è dunque la banca toscana a compiere l'opera del "ristrutturatore" di prodotti finanziari altrui. A questo punto la domanda è: ci sono stati impatti contabili da tale operazione sui conti dell'istituto senese? Da Mps, confermano l'acquisto (giugno 2006) e la successiva vendita (novembre 2007) a Dresdner specificando che «la nota è una credit linked note e possiamo dire che il prezzo di vendita è stato superiore al prezzo di acquisto. A quanto ci risulta la banca ha conseguito un profitto».

Visto il protagonista della vicenda (Dresdner) è immancabile un legame con Alexandria: «Il collegamento con il veicolo Alexandria Plc è rappresentato dal fatto che il rischio sottostante Alexandria era un Cdo emesso da Skylark - continuano dalla banca -. Dresdner utilizzava differenti veicoli a cui attribuiva questo nome ma il legame tra le due operazioni finisce qui». Fino alla prossima puntata.

 

 

 

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