mark rutte luigi di maio

CHISSÀ COME TREMANO RUTTE E LA MERKEL: DI MAIO VORREBBE INSERIRE IL CONCETTO DI DUMPING FISCALE NEL PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA, E MAGARI EMENDARLO – IL PAESE COM’È NOTO DEVE LA SUA RICCHEZZA ALLE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE SPOSTANO LA SEDE LEGALE PER PAGARE MENO TASSE, FACENDO PERDERE FINO A 50 MILIARDI L’ANNO AGLI ALTRI STATI. COMPRESA L’ITALIA. MA SERVONO ALLEANZE SOLIDE IN EUROPA – GENTILONI CHIAMA I RECOVERY FUNDS "PIANO PER LA RINASCITA" (REMEMBER GELLI?)

 

 

Salvatore Cannavò per "il Fatto quotidiano”

MARK RUTTE ANGELA MERKEL

 

Se l' Italia vuole ottenere un risultato in Europa dovrà ammorbidire la posizione dell' Olanda. Così alla Farnesina stanno studiando un piano per fare in modo che il tema del "dumping fiscale" diventi centrale. Fino a immaginare modifiche al Patto di Stabilità.

Lo scontro tra Italia e Olanda ha tenuto banco all' ultimo Eurogruppo e probabilmente è destinato a durare. A Nord, la linea rigorista è indisponibile a concedere niente che possa assomigliare agli eurobond, obbligazioni comuni che l' Italia chiede per rispondere alla crisi da Coronavirus.

 

john elkann 1

Ora la battaglia potrebbe arricchirsi della questione "paradiso fiscale", una delle caratteristiche che spiegano il "miracolo" olandese. Nei Paesi Bassi sono stimate circa 15mila società che hanno una sede legale, spesso presenti ad Amsterdam solo per ridurre le imposte sui dividendi. La perdita per gli altri Paesi europei oscillerebbe, secondo le varie stime, tra i 10 e i 50 miliardi all' anno. L' Italia, come ha ricordato sul Fatto Nicola Borzi, se ne serve molto: hanno sede legale ad Amsterdam, infatti, la Fca (ex Fiat), MediaforEurope (Mediaset), Campari, Cementir del gruppo Caltagirone. Ci sono poi controllate o partecipate di Eni, Enel, Exor, Ferrero, Prysmian, Saipem, Telecom, Illy, Luxottica, Barilla e molte altre.

giovanni ferrero 5

 

francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt45

Un documento arrivato sul tavolo del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, suggerisce la possibilità di "inserire il concetto di dumping fiscale nel Patto di Stabilità e Crescita, come obiettivo da proporre tra le 'raccomandazioni specifiche per Paese' che annualmente il Consiglio raccomanda ai singoli Stati membri di raggiungere". Dopo il via libera di Di Maio, la Farnesina si è messa ad approfondire il tema anche interpellando il Mef, il ministero di Roberto Gualtieri.

 

roberto gualtieri luigi di maio

Proporsi di modificare il Patto di stabilità (formalmente una risoluzione del Consiglio europeo del 1997) potrebbe essere una missione impossibile, ma alla Farnesina tra gli obiettivi su cui si sta lavorando c' è quello di introdurre nel Patto di stabilità dei criteri cui si deve ispirare la politica di bilancio degli Stati membri, con parametri anche per quanto riguarda la fiscalità.

MERKEL RUTTE

 

Per superare il problema della decisionalità del Consiglio, che in materia fiscale prevede l' unanimità, si pensa di spingere per il ricorso alla clausola "passerella" (articolo 48.7 del Trattato sull' Unione europea) per consentire decisioni a maggioranza qualificata (in questo caso, visto che la proposta è di un singolo Paese, il 72% dei membri per il 65% della popolazione europea, 21 su 28 paesi). Di Maio è pronto a investire il Consiglio in formazione Affari esteri della questione e ieri ha dato un assaggio della sua iniziativa in una lettera al Financial Times in cui invita i Paesi europei a intervenire con la dovuta "solidarietà": "È tempo di stare insieme e di lottare insieme".

 

PAOLO GENTILONIMARIO CENTENO

Per dare sostanza all' iniziativa serviranno le alleanze e l' attenzione è posta di nuovo sulla Francia con cui l' Italia ha fatto sponda all' Eurogruppo. Il Recovery fund, il fondo di ricostruzione inserito tra le quattro proposte del vertice economico finanziario di giovedì scorso, è stato avanzato dalla Francia, ma oggi è il puntello italiano per evitare un ricorso al Mes che Roma non vuole come ha ribadito ieri il viceministro dell' Economia, il dem Antonio Misiani. "Faremo ricorso - ha assicurato - al programma della cassa integrazione europea, ai 200 miliardi della Bei e anche alle altre possibilità che l' Europa ha deciso in queste settimane". Un riferimento al Recovery fund chiamato direttamente in causa dal commissario europeo, l' italiano Paolo Gentiloni che su Twitter scrive: "Il piano per la rinascita, con il #RecoveryFund per finanziarla, non può aspettare che tutto sia finito. È il tempo delle scelte".

john elkann fca panda

 

A parte l' infelice definizione di "piano per la rinascita" (do you remember Gelli?), Gentiloni tiene il punto sul progetto che, se finanziato con obbligazioni comuni, darebbe vita a una forma di eurobond privi, si immagina, di quelle condizionalità che invece caratterizzano il Mes (quelle, per intendersi, che hanno strozzato la Grecia).

mark rutte angela merkel jean claude juncker marcelo rebelo de sousa

 

A dare manforte a questa strategia c' è la lettera che il presidente dell' Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno, ha inviato ieri al presidente Ue, Charles Michel, per illustrare l' accordo raggiunto dall' Eurogruppo. Centeno sottolinea l' accordo dei 19 ministri della zona euro "a lavorare sul Recovery fund, anche se alcuni Stati membri sono dell' opinione che dovrebbe essere basato su emissioni comuni di debito, mentre altri sono per soluzioni alternative, in particolare nel contesto del bilancio Ue". In ogni caso "siamo guidati da un senso di urgenza nel creare un Recovery Fund nel contesto di un piano di ripresa generale". Ma prima occorre ammorbidire l' Olanda (e la Germania).

PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERIpaolo gentiloni ursula von der leyen

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?