jeff bezos di amazon

LA MANGIATOIA EUROPEA DI AMAZON: 44 MILIARDI DI RICAVI E ZERO TASSE PAGATE - IL 2020 E' STATO L'ANNO RECORD PER IL COLOSSO DELL'E-COMMERCE CON SEDE IN LUSSEMBURGO, DOVE BASTA DICHIARARE DI ESSERE IN ROSSO PER NON SGANCIARE UN CENTESIMO - E' QUANTO HA FATTO AMAZON, IL CUI BILANCIO EUROPEO 2020 SI È CHIUSO CON PERDITE PER 1,2 MILIARDI DI EURO MALGRADO RICAVI SALITI A 44 MILIARDI - LA DISTANZA FRA FATTURATO E PROFITTI VIENE SPIEGATA DA AMAZON CON GLI INVESTIMENTI REALIZZATI NEI DIVERSI PAESI MA BRUXELLES NON ABBOCCA…

Rodolfo Parietti per "il Giornale"

 

Il tintinnar di cassa è di quelli da far invidia a Re Mida: 837.330 dollari. Ogni singolo minuto. Di notte e di giorno, sessanta secondi d' oro massiccio. A far di calcolo, nel primo trimestre 2021 fanno qualcosa come 108 miliardi e spiccioli. Quelli sono pour les employés. E per il fisco.

 

jeff bezos 1

Amazon è la regina dell' e-commerce, Jeff Bezos è il suo profeta reso ancor più straricco dal mutar di abitudini d' acquisto imposto dal Covid (200 miliardi il patrimonio personale), ma ha sempre avuto in uggia le tasse. Anche se Donald Trump ha dato una grossa mano alla Corporation Usa usando la falciatrice per abbassare le aliquote sui profitti dal 28 al 21%, l' andazzo consolidato dell' elusione ha continuato a essere il modus operandi in quel di Seattle. «Amazon paga tutte le tasse richieste in ogni Paese in cui opera.

 

i lavoratori di amazon

L'imposta sulle società si basa sui profitti, non sui ricavi, e i nostri profitti sono rimasti bassi a seguito dei nostri ingenti investimenti», ha dichiarato la società in replica al Guardian. L'Institute on taxation and economic policy sostiene che, in base alla tassazione in vigore lo scorso anno, il colosso statunitense avrebbe dovuto sborsare 4,1 miliardi. In realtà, ha tirato fuori 1,8 miliardi grazie a maglie fiscali piuttosto lasche.

 

Sono quelle che hanno consentito di risparmiare 1,8 miliardi usando le agevolazioni previste per le stock option e di tenersi in saccoccia altri 639 milioni grazie a crediti d' imposta. Pratiche legali, sia chiaro, seppur per molti alquanto discutibili, esportate oltre i confini degli States in modo ancora più disinvolto. Soprattutto in Europa, dove Amazon ha un contenzioso aperto con Bruxelles dal 2017 per una questione legata a vantaggi fiscali per 250 milioni concessi dal Lussemburgo. Lì, il gruppo Usa ha il suo quartier generale Ue dal 2003. Non un caso: il Granducato ha mano lieve con le multinazionali.

jeff bezos amazon

 

Un particolare non di poco conto per un Paese che ha avuto come premier Jean-Claude Juncker, una sorta di Dr. Jekill e Mr. Hyde capace di recitare il ruolo del paladino dei vincoli stringenti dei bilanci e di indorare la pillola alle multinazionali.

 

Se poi la soft taxation non basta, basta dichiarare di essere in rosso. E' quanto ha fatto Amazon, il cui bilancio europeo 2020 si è chiuso con perdite per 1,2 miliardi di euro malgrado ricavi saliti a 44 miliardi, 12 in più dell'anno prima. Niente tasse, quindi, ma crediti d' imposta pari a 56 milioni che gonfiano a 2,7 miliardi il «serbatoio» fiscale cui il gruppo potrà attingere qualora i bilanci tornassero in utile.

i lavoratori di amazon

 

La discrasia fra fatturato e profitti viene spiegata da Amazon con gli ingenti investimenti realizzati nei diversi Paesi e il ridotto margine derivante dal commercio online al dettaglio, ma Bruxelles ha alzato le antenne: «Non entriamo nei dettagli, in linea generale la Commissione ha adottato un' agenda molto ambiziosa in materia di fiscalità e contro le frodi fiscali, nelle prossime settimane pubblicheremo una comunicazione e sul piano globale siamo impegnati con i partner internazionali nella discussione in corso» sull' equa tassazione delle imprese.

jeff bezos

 

Il riferimento esplicito è alla discussione in corso sull' introduzione di una imposta minima globale del 21%. Una proposta caldeggiata da Biden nell' ambito della rivoluzione fiscale che imporrebbe alla big corporation di pagare in patria la parte residua delle tasse non versate nei Paesi in cui hanno sede le controllate estere. È la direzione auspicata anche dal direttore del Fondo monetario internazionale: «L' Fmi ha da tempo riconosciuto il dovere di promuovere una tassazione globale delle società che da una parte sostenga le attività produttive e dall' altra sia equa nei confronti dei nostri Stati membri».

i lavoratori amazon

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?