I MARZOTTO DELLE CAYMAN - UNA FAIDA FAMILIARE ESPLOSA NEL 2007, CON L’OPA DI VALENTINO FASHION GROUP, ALL’ORIGINE DELL’INCHIESTA DELLA PROCURA - L’INDAGINE NASCE DA UNA “SPIATA” ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE - LA SAGA DEL CAPITALISTA DAL VOLTO UMANO GAETANO MARZOTTO FINISCE COSÌ DOPO UN SECOLO, TRA SOCIETÀ ESTEROVESTITE, ELUSIONI, EVASIONI, IN UNA GUERRA SENZA PIETÀ TRA PARENTI SERPENTI….

Alberto Statera per "la Repubblica"

«Vin sincero, svaghi onesti, la famegia, i tosi, i veci, fede in Dio, mutuo rispetto, lavorar con atension, in dignità». Gaetano Marzotto, autore dell´utopia della Città sociale, descritto da Guido Piovene come un uomo dall´aspetto burbero, ma dalle «maniere e dalle intenzioni bonarie», riassumeva in questo quadretto familiare i semplici principi del capitalismo che egli incarnava nelle operose valli vicentine. Oggi, redivivo, assisterebbe al precipitare delle ultime macerie di quel capitalismo di stampo ottocentesco, sotto i picconi e le miserie dei "veci" e dei "tosi" della sua famelica e litigiosa progenie.

«Valdagno deve allo Stato soltanto il sale e i sigari, tutto il resto alla mia gente glielo do io», amava dire. Casa, servizi sociali, previdenza. Ora i suoi eredi, secondo l´inchiesta della Procura di Milano, devono allo Stato non sale e sigari, ma decine di milioni di tasse evase, per recuperare i quali la Guardia di Finanza è sguinzagliata in mezza Italia alla ricerca di conti correnti, ville, terreni, appartamenti e partecipazioni azionarie da sequestrare. Per molti di loro si tratta di residenze principesche e di stili di vita sfarzosi.

La saga del capitalista dal volto umano, tra realtà, leggenda e buoni sentimenti, dell´uomo che creò il Villaggio Margherita, struttura residenziale per gli operai nell´utopico lembo veneto della pellagra intitolata alla moglie che era nipote del senatore Fedele Lampertico, antico leader del liberalismo cattolico, finisce così dopo un secolo in una faida, tra società esterovestite, elusioni, evasioni, ma soprattutto in una guerra senza pietà tra parenti serpenti.

Altro che la Città Armonia vagheggiata dal capostipite. E´ l´ineluttabile maledizione della sindrome dei Buddenbrook, che ha colpito il capitalismo in Europa e tardivamente in Italia. La diaspora dei diciotto nipoti Rothschild, quella dei quaranta eredi Taittinger, poi gli Agnelli in Italia, con Margherita contro la madre Marella e il figlio Jaki.

Giunti alla quinta o sesta generazione anche i Marzotto si sono "atomizzati". Le cose avevano più o meno funzionato finché il comando era stato lasciato al conte Pietro, uno dei figli di Gaetano, fin da quando quattro dei suoi fratelli si dedicavano soprattutto a gareggiare in Ferrari e a condurre vite principesche.

Poi Pietro lasciò e interpellato da noi ieri sera ci ha detto di essere un pensionato lietamente fuori dalla faida e da tutto, di aver appreso dalla radio la notizia dell´inchiesta e del sequestro dei beni dei suoi familiari. Cresciuti gli eredi, archiviato Pietro, sono esplosi i conflitti, inevitabili quando si arriva alla quinta o alla sesta generazione. La famiglia trasfigura in un concetto vago, diventa una sorta di litigiosa confederazione di famiglie. Di cui oggi è persino difficile tracciare un albero genealogico. Quanti sono gli attuali Marzotto? Quaranta o cinquanta? Vittorio Emanuele, Ita, Umberto, Giannino, Paolo, Laura, Gaetano, Luca, Stefano Nicolò, Matteo... Boh.

I quaranta litigano apertamente e selvaggiamente fin dall´Opa di Valentino Fashion Group dell´estate 2007, quando una parte delle famiglia Marzotto e Donà delle Rose ha venduto e un´altra parte, Luca e Gaetano, ha reinvestito insieme al fondo Permira. I quattro figli di Umberto e Marta Marzotto (Matteo, Vittorio, Diamante e Paola) hanno litigato con la matrigna Gemma, seconda moglie di Umberto, secondo la quale i figliastri avrebbero distratto parte della legittima. Matteo, Vittorio e Diamante avrebbero comprato a poco prezzo dal padre le azioni di Valentino, le avrebbero conferite a una società lussemburghese, vendute a Permira e eluso la plusvalenza al fisco italiano.

Ma per non perderci in un dedalo inestricabile di parentele ed evitare il mal di testa, preferiamo fermarci qui. L´unica cosa certa è che l´inchiesta milanese, su input della "spiata" familiare all´Agenzia delle entrate, nasce dalla faida interna, a riprova che il teorema "Affetti & Affari" non funziona mai, perché è impossibile coniugare "coesione sentimentale" - se c´è - e business.

Una volta a regolare le faide del capitalismo familiare, assai poco virtuoso, c´era Enrico Cuccia, titolare del presunto salotto buono dell´industria e della finanza italica, stratega di alleanze e dominus di cabine di regia. Per carità, non era il migliore dei mondi, anzi era una congrega asfittica di debolezze che si sostenevano in qualche modo per non affondare nelle loro scarse virtù.

Ma oggi, nel polverone di un paese in crisi economica, politica ed etica non ci sono più stanze di compensazione di nessun genere. Quel poco che resta di un capitalismo vile e parassitario finisce di avvitarsi nel declino.
Gli ultimi antichi blasoni si decompongono in un tripudio di interessi personali, di arricchimenti indebiti, di povertà culturali.

Schumpeter chi? L´imprenditore dominus, talvolta illuminato, raramente ha abitato in questo paese. Tantomeno oggi, quando, archiviate le famiglie, nessun nuovo modello si profila nelle acque stagnanti di un´economia alla deriva.

La faida dei Marzotto e l´inchiesta milanese archiviano di fatto l´ultima storia epica del capitalismo italiano, che nell´Ottocento contribuì alla prima modernizzazione del Paese. Fondata nel 1836, trent´anni dopo la Marzotto disponeva già di una società di mutuo soccorso tra gli operai, che fu presieduta da Giuseppe Garibaldi.

Quando il leader comunista della Cgil Giuseppe Di Vittorio molti anni dopo si complimentò poi pubblicamente per la sua azione sociale, Gaetano commentò: «Di Vittorio è un brav´uomo, ma non un rivoluzionario. Lo sono molto di più io di lui e di tutti i comunisti messi insieme». Una storia, da depurare di retorica, ma che finisce ingloriosamente tra avidità e ingordigia di un capitalismo estinto.

 

Statua Gaetano Marzotto x MATTEO MARZOTTO Pietro MarzottoUmberto e Marta Marzotto DIAMANTE MARZOTTO PAPARAZZA 2mar59 paola marzottogaetano marzotto Gaetano Marzotto Associazione

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...