MONTE DEGLI SCAZZI DI SIENA - NELLE CONTRADE È APERTA LA CACCIA AI MANAGER E AI POLITICI RESPONSABILI - OGGI L'INFUOCATA ASSEMBLEA (CON GRILLO E GIANNINO) CHE DARÀ IL VIA LIBERA AI MONTI BOND - È IL PRIMO PASSO PER LA NAZIONALIZZAZIONE DELLA BANCA, PERCHE MPS NON POTRÀ RIMBORSARE I 3,9 MLD AL TESORO - GLI INDUSTRIALI LOCALI AMMETTONO: IL BOCCHETTONE FINANZIARIO CHE HA SORRETTO LA NOSTRA ECONOMIA NON C'È PIÙ - PREOCCUPATI I CLIENTI E I 30MILA DIPENDENTI…

Francesco De Dominicis per "Libero"

«Bisogna identificare i responsabili del più grande crac finanziario d'Italia, peggiore di quello della Parmalat». E ancora: «Mussari non sa neanche fare un bonifico, lo hanno messo lì all'Abi, ma è inesistente». Bersani? «Il capro espiatorio sono i vertici del Partito democratico dal '95 a oggi».

L'accusa di Beppe Grillo, ieri sera in piazza La Lizza a Siena, è stato solo l'antipasto del piatto che sarà servito oggi dal leader del Movimento 5 stelle all'assemblea straodinaria del Monte dei paschi di Siena. In città non si parla d'altro: l'evento di oggi, del resto, è un passaggio storico: il via libera dei soci ai Monti bond per 3,9 miliardi di euro è in qualche modo la fine di un'epoca.

Il presidente degli industriali senesi, Cesare Cecchi, lo ha ammesso con franchezza dicendo che «è venuto meno un modello di sviluppo di cui Mps era una solida cinghia di trasmissione». Che tradotto vuol dire: il bocchettone finanziario che ha sorretto la città non c'è più.

Cecchi parla di «impegno» per far uscire Siena dalla tempesta più forte. Fatto sta che la banca probabilmente non riuscirà a rimborsare il prestito allo Stato e, con il consequenziale ingresso del Tesoro nel capitale, si darà un taglio netto al cordone ombelicale che legava istituto ed economia locale. La Fondazione Mps, già scesa dal 51% sotto il 30%, conterà sempre meno.

Un trauma che sarà sancito in una cornice singolare. La tempesta derivati e il buco nei conti da oltre 700 milioni di euro hanno portato Mps sotto i riflettori, al centro del dibattito elettorale. E l'assemblea avrà un sapore amaro. L'intervento di Grillo - che se l'è presa pure con la vigilanza della Banca d'Italia - è certamente il più atteso insieme con quelli di Oscar Giannino e Michele Boldrin di «Fermare il declino», altro movimento indipendente in corsa alle elezioni del 24 febbraio. Giannino toccherà probabilmente le corde degli intrecci di potere tra politica ed economia sottolinenando che «la vicenda Mps dimostra che la politica deve stare fuori da banche e imprese».

Tuttavia, proprio la mano pubblica è l'ancora di salvezza per la banca e i Monti bond sono considerati alla stregua dell'ultima spiaggia. Ecco perché sono del tutto infondate le voci su presunti ripensamenti da parte di Rocca Salimbeni e anche Bankitalia è pronta a formalizzare, con il prescritto parere, l'emissione dei titoli speciali. Se ne è parlato ieri al consiglio di amministrazione che è andato avanti per oltre 5 ore e la sensazione è che l'assemblea (al via dalle 9) non sarà affatto breve. Gli azionisti cercheranno di portare a galla la verità e di capire la portata del gioco d'azzardo condotto tra il 2008 e il 2009.

A Siena anche i clienti della banca sono agitati e chiedono rassicurazioni sui loro conti e sui risparmi. E nelle contrade si cerca soprattutto di individuare i responsabili, tra vecchi manager - con l'ex presidente Giuseppe Mussari già sul banco degli imputati del tribunale del popolo - e le prime linee del Partito democratico che tra Comune e Provincia (punti di riferimento della Fondazione) ha in mano da decenni il potere politico. Anche l'ex primo cittadino, Franco Ceccuzzi, sembra voler puntare il dito contro Mussari: «Non ci sentiamo da tempo», ha detto quasi a voler prendere le distanze l'esponente Pd. Della necessità di trovare i colpevoli ne fa una questione di «primaria importanza» il candidato sindaco di sei liste civiche Eugenio Neri.

Si muovono le procure. Quella di Milano ha trasmesso ai pm di Siena gli atti di un'inchiesta che aveva aperto su alcune operazioni in prodotti derivati e che vedeva coinvolti alcuni funzionari del Monte dei Paschi di Siena. Tra lavoratori e cittadini c'è una certa fiducia, comunque, nel tandem composto da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ma l'interrogativo è se ci sono altre casseforti da aprire dopo Alexandria.

 

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