MOUSSE DI MUSSARI - L’EMENDAMENTO ANTI-COMMISSIONI BANCARIE VERRÀ MODIFICATO IN UNA PROSSIMA LEGGE, MA SONO GLI SCONFINAMENTI SUI PRESTITI CHE ANDREBBERO PROIBITI, VISTO CHE ARRIVANO FINO A TASSI USURARI - LO SCARICABARILE: PASSERA APPIOPPA A MONTI, CATRICALÀ AL PARLAMENTO: “SE VUOLE MODIFICARLA, FACCIA PURE” - PER LANNUTTI, L’ABI CHIAGNE E FOTTE: “HANNO INCASSATO 251 MLD € ALL’1% DALLA BCE E ALLE FAMIGLIE PRESTANO A TASSI DA INCUBO”…

1 - LE DIMISSIONI DI MUSSARI
Bankomat per Dagospia

Bankomat non poteva tacere sulle dimissioni dei vertici dell'Abi, date ieri pomeriggio per protesta contro un provvedimento del loro Governo. Quello che vieterebbe le commissioni sugli utilizzi di finanziamenti oltre gli affidamenti. Notiziona. Abbiamo ragione di ritenere che decine di milioni di Italiani abbiano dormito lo stesso, non ce ne voglia l'avv. Mussari. Tuttavia, e qualche lettore potrebbe sorprendersi, in fondo ed in parte ha ragione l'Abi.

Vietare un prezzo per legge non appare un'idea geniale. Basterebbe rivalutare ruolo e visibilità del vecchio concetto di Taeg, che e' poi il vero prezzo totale pagato dal cliente per la merce danaro. Obbligando ad esempio le banche a fornire specchietti comparativi dei vari Taeg , cioe dei tassi effettivi e globali comprese tutte le spese e commissioni, che risultano a carico del cliente a seconda della forma tecnica di prestito che gli viene proposta. Inducendolo a scegliere il miglior rapporto qualità prezzo a seconda del caso specifico.

Ma l'altra verita'- si badi bene, scomoda tanto per le banche quanto per le imprese - e' che gli sconfinamenti andrebbero bellamente vietati, quelli si, per legge. Sono solo fonte di equivoci ed abusi. Se uno ha una cifra in prestito, quella deve avere. Non e' ammissibile che, da un lato, le imprese non siano in grado di pianificare le proprie finanze e le banche non siano in grado di assumere decisioni sui fidi.

Uno un fido lo ha o non lo ha. Basta con le manfrine del tipo "il fido e' scaduto", quasi fosse un pesce fresco. Si abbia il coraggio di dire al cliente che non lo si vuol più come cliente, non tenerlo sulla corda facendolo sconfinare in un limbo infinito, a tassi vicini alla soglia di usura. Il tutto con contorno di telefonate simil mafiose, che paventano regolarmente "ispettori" fantomatici per l'arrivo dei quali si pretende il rientro dallo sconfinamento.

Certo, per fare banca così occorrerebbero banchieri, manager, persone di cultura professionale e di standing morale. E imprenditori abituati a fare impresa un pochino anche con i loro soldi. Con i quattrini altrui son buoni tutti ad iscriversi al Rotary e spacciarsi per imprenditori. Non pagando i fornitori.
Al paraculo si addice lo sconfinamento.


2 - LIBERALIZZAZIONI IL PASTICCIO AL SENATO SCATENA LA RIVOLTA DELLE BANCHE
Marco Palombi per "il Fatto quotidiano"

Sembra Il falò delle vanità di Tom Wolfe. C'è stato un incidente, nessuno se ne assume la responsabilità e ora tutti tengono la parte in commedia senza cedimenti, tentando pure, se possibile, di guadagnarci qualcosa. Ci si riferisce al casino scoppiato attorno a un emendamento del Pd al decreto liberalizzazioni - accolto nel maxiemendamento del governo e dunque approvato ieri dal Senato - che abolisce tutte le commissioni (leggi guadagni) che le banche ricavano dall'apertura, dal mantenimento e dalla chiusura di una linea di credito.

Salvati cielo. Ieri addirittura i vertici dell'Abi, l'associazione delle banche, si sono dimessi per protesta: "È inaccettabile una norma che vieta ricavi e imposizioni di prezzi amministrati. Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso - è sbottato il presidente Giuseppe Mussari - Tutti gli investimenti di tutte le imprese, bancarie e non, sono a rischio a causa della stretta sulle commissioni". Anche gli istituti stranieri che operano in Italia hanno lanciato alti lai sul futuro del credito nel nostro paese: i primi a saltare - è la minaccia - saranno gli investimenti in infrastrutture.

Nonostante i toni, però, questa non è una vera guerra, ma una sorta di pantomima il cui obiettivo è fare bella figura davanti all'opinione pubblica: l'unico fatto certo - senza una forte pressione di stampa e consumatori - è che alla fine quell'emendamento verrà corretto nel decreto Semplificazioni in discussione alla Camera. Il resto è puro gioco delle parti: il Pd vuole far finta che si tratti solo di un "errore" materiale, Monti e i suoi non vedevano l'ora di non essere più "il governo delle banche", il Pdl si vanta di avere "la schiena dritta" e tutti dicono che la pezza ce la deve mettere qualcun altro.

Solo che l'emendamento magari è troppo punitivo, ma non è un errore. Lo dice l'autrice, Anna Maria Fioroni del Pd: "Il contenuto della norma cerca di risolvere un problema - spiegava ieri pomeriggio - Dopo l'abolizione della commissione di massimo scoperto, le banche avevano ripristinato commissioni poco trasparenti, per esempio sulle linee di credito che non vengono utilizzate. Oltretutto queste commissioni non sono frutto di negoziazione, te le impongono e basta".

E così la senatrice (una moderata dell'area ex popolare) gliele ha tolte tutte, col voto favorevole dei partiti in commissione Industria durante una concitata seduta notturna.

Cos'è successo dopo? Le banche - cui avevano già appioppato i conti gratis per i pensionati fino a 1.500 euro, le norme sui mutui e la cancellazione gratuita delle ipoteche perenti - se la sono presa molto a male fino alla piazzata dell'Abi di ieri (appoggiata da tutte le associazioni di impresa, da Confindustria in giù). Il fatto è che il relatore del Pd Bubbico aveva chiesto fino a ieri notte al governo di correggere "l'errore", scrivendo che le commissioni vengono abolite per quelle banche "che non si adeguano alle norme sulla trasparenza".

Monti, però, ha fatto finta di niente: noi, come da accordi, possiamo mettere la fiducia solo sul testo uscito dalle commissioni; se volete correggere il vostro sbaglio, lo farete da soli. E così è partita la sceneggiata. Stamattina, alla lettura del maxiemendamento, i banchieri so- no andati fuori dalla grazia di dio e i politici hanno iniziato lo scaricabarile: per Bersani "la norma va corretta" e "il governo deve dire come", pure per la seconda relatrice (Vicari del Pdl) "rientra nella discrezionalità dell'esecutivo graduare ed interpretare l'attuazione della norma". A palazzo Chigi non ci pensano nemmeno.

"Mi pare sia già stato presentato un emendamento par- lamentare sul tema al dl Semplificazioni alla Camera", diceva Catricalà nel pomeriggio, concludendo perfido: "Se il Parlamento vorrà tener conto delle istanze oggi manifestate da Mussari e dall'Abi, il governo non si metterà di traverso". Tradotto: se volete fare un favore alle banche, assumetevene la responsabilità. Il Terzo Polo e Corrado Passera, intanto, fanno finta di niente: "Le dimissioni sono un segno del disagio del settore bancario - ha detto il ministro, già ad di Banca Intesa - Ma di questa materia se ne occupa Monti".

Resta il tempo di certificare l'ennesima fiducia incassata dal governo Monti in 100 giorni e qualcosa: una ogni due settimane, un precedente assai pericoloso per le prossime legislature (non emergenziali, si spera). Il dl Liberalizzazioni passa ora alla Camera, dove probabilmente sarà approvato senza modifiche.

Festeggiano i tassisti: uno dei loro leader, il romano Loreno Bittarelli, già candidato col Pdl, ha voluto ringraziare via Corriere della Sera Gasparri ("s'è battuto come un leone"), Alemanno, i due relatori e pure Fassina del Pd. Così, per par condicio.


3- LIBERALIZZAZIONI: LANNUTTI(IDV), INDECOROSA SCENEGGIATA ABI

(ANSA) - "Il comitato di presidenza dell'Abi sta recitando una sceneggiata per far ritenere agli occhi dei consumatori che le banche sono state danneggiate dal decreto sulle liberalizzazioni". Così Elio Lannutti, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Finanze al Senato, dopo che lo stesso presidente, Giuseppe Mussari, ha comunicato le dimissioni del comitato e ha rimesso il mandato al comitato esecutivo e al consiglio. "Come si sono ridotte male queste povere banche - ha commentato Lannutti - costrette a recitare la parte delle vittime nella tragedia che vede cittadini, consumatori e Pmi vera parte lesa. Banche beneficate da 251 miliardi di euro dalla Bce al tasso dell'1%.

Banche che hanno anche ottenuto dal governo Monti-Passera una garanzia statale di sette anni sulle loro obbligazioni. Banche che hanno spuntato l'obbligo di una polizza vita sui mutui già garantiti dal reddito del richiedente, mentre continuano a richiedere a famiglie e cittadini tassi più elevati della media europea. Nel mio intervento in Aula ieri - ha concluso Lannutti - ho citato Pirandello e Machiavelli. Mai avrei immaginato di dover evocare, in questa fase di crisi economica, la tragedia di Shakespeare di 'Re Lear', delle sue figlie e del regno di Britannia".

 

ABI GIUSEPPE MUSSARI MONTI E PASSERAAntonio Catricala ADS PIER LUIGI BERSANI ELIO LANNUTTIMARIO DRAGHI ALLA BCE

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