LINGOTTI D’AMERICA – ESORDIO CON PERDITA A WALL STREET PER IL TITOLO FCA – STANDARD & POOR’S CONFERMA L’OUTLOOK “STABILE” E SI ASPETTA CHE CHRYSLER RESTI IL CUORE DEL NUOVO GRUPPO – IL FORFAIT DI MONTEZUMA

1.”FCA, DEBUTTO CON PERDITA A WALL STREET”

Pierluigi Bonora per “Il Giornale

 

sergio marchionnesergio marchionne

Il gran giorno della nascita di Fiat Chrysler Automobiles e della contemporanea quotazione di Fca a Wall Street e in Piazza Affari, è coinciso con un atto storico: la rimozione dalla cancellata della palazzina del Lingotto, a Torino, dell'insegna Fiat Group e la contestuale messa a dimora del nuovo logo Fca. A New York, invece, la gamma di top car del gruppo, schierate davanti a Wall Street - con le Ferrari, Maserati, Alfa Romeo e Jeep in prima linea - ha salutato lo sbarco di Fca sul prestigioso listino Usa.


Da questa parte del mondo, dunque, dopo 115 anni, l'addio materiale a Fiat si è consumato in una manciata di minuti. Non così, invece, è stato per la corsa del Lingotto alla conquista della casa americana: iniziata nel gennaio 2009, è stata archiviata ufficialmente più di 5 anni dopo, una volta definito il capitolo recessi. A Torino non sono mancati i «nostalgici», come il consigliere comunale Silvio Viale (Pd) il quale ha chiesto un minuto di silenzio «in memoria del simbolo della Fiat che scompare dalla città».

wall streetwall street


La giornata di esordio di Fca sui due mercati ha visto le contrattazioni a Milano, che si sono aperte come previsto alle 15,45, durare solo un'ora e tre quarti. Tante è bastato, però, a registrare scambi per quasi 8 milioni con una chiusura positiva a 7,02 euro, più 1,22% rispetto ai 6,94 euro con cui le vecchie azioni Fiat avevano dato l'addio a Milano venerdì scorso. Gli analisti hanno subito notato come, nelle stesse ore, Piazza Affari avesse superato New York (1,4 milioni di titoli scambiati) con la conclusione, limitata a quell'arco di tempo di contrattazione parallela, che «con quei dati il mercato di riferimento del gruppo resta Milano».

 

L'attesa dell'ad Sergio Marchionne è ovviamente diversa e il suo auspicio, palesato nei giorni scorsi, è infatti di vedere «il 60% dei volumi fatto negli Stati Uniti e il 40% in Italia». «Ovviamente - aggiunge un analista - bisogna considerare che il roadshow di Marchionne e del cfo di Fca, Richard Palmer, deve ancora cominciare; ma oggi, prima giornata di contrattazione piena di qua e di là dall'Atlantico, vediamo come si metteranno le cose». A Wall Street, intanto, dopo un avvio di seduta spumeggiante (azioni a 9,34 dollari), il titolo Fca ha via via ripiegato chiudendo a 8,91 dollari (-1%).

 

sergio marchionne Harald Wester e john elkannsergio marchionne Harald Wester e john elkann

Da parte sua, S&P ha deciso di ritoccare rating e outlook di Fiat Spa. Il giudizio di lungo (BB-) e breve (B) termine viene affidato alla società olandese, mentre l'outlook «stabile» riflette l'idea che il gruppo «dimostrerà valori di credito che consideriamo coerenti con i rating nel 2014 e 2015». S&P continua a considerare Chrysler come la parte «core» del gruppo e si aspetta che il relativo rating «si muova in tandem con quello di Fca».


John Elkann, presidente di Fca, orgoglioso di aver esaudito il sogno americano del nonno, Gianni Agnelli, parla di «momento storico, visto che si apre una fase completamente nuova che ci consentirà di affrontare da protagonisti il futuro del settore automobilistico mondiale». E l'ad Marchionne: «Un traguardo importante, conquistato con tenacia. Eppure, come tante pietre miliari, non rappresenta solo la fine di qualcosa, ma è soprattutto un nuovo inizio, quello di unico costruttore globale».

 

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

E commentando il prossimo cda sui conti trimestrali, il top manager ha detto che i numeri non saranno così negativi come quelli degli altri due gruppi dell'industria Usa (Gm e Ford). E proprio l'ad di Fca ha più che raddoppiato la sua partecipazione nel gruppo: al 15 maggio deteneva infatti 3,1 milioni di azioni, diventate 6,5 milioni il 3 settembre. L'insieme della sua quota è pari allo 0,5% della società e ha un valore di circa 45 milioni (56,8 milioni di dollari). La stampa Usa, intanto, vede la quotazione di Fca come «la sfida alle Detroit Two» (Gm e Ford) e Bloomberg, citando un analista di Morningstar, pone l'accento su come eventuali future alleanze dovranno confrontarsi con un debito industriale di 12,3 miliardi di dollari: una «pillola avvelenata».

 

2. “MONTEZEMOLO, IL FORFAIT AL GALA E IL MESSAGGIO AGLI AMICI VIP”

Da “Il Giornale
 

Luca Cordero di Montezemolo Luca Cordero di Montezemolo

E Luca di Montezemolo? E il bagno di folla tra i ferraristi nell'ultimo giorno da presidente di Ferrari? Era lui il grande assente alla seratona Vip e al maxi-raduno del Cavallino andato in scena a Beverly Hills. Sembra che Montezemolo, il cui ultimo viaggio da numero uno di Ferrari era da tempo in agenda, solo all'ultimo abbia deciso di rinunciarvi, motivando la scelta, comunicata ai clienti più importanti, con il timore di cedere troppo alla commozione.

 

In effetti, già al Salone dell'auto di Parigi, e ai successivi incontri con il personale dell'azienda, il quasi ex presidente di Ferrari si era lasciato vincere dall'emozione. Il forfait gli ha comunque evitato l'imbarazzo del passaggio di consegne pubblico al suo successore, l'«amico» Sergio Marchionne.

 

 

Ultimi Dagoreport

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...