casa ereditata

UN PAESE FONDATO SULLE CASE DI NONNI E GENITORI - CON I GIOVANI PRECARI, MALPAGATI E QUINDI CON POCHE POSSIBILITÀ DI POTERSI COMPRARE UN’ABITAZIONE, IN ITALIA CRESCE LA “RICCHEZZA EREDITATA”: NEL 2023 SI SONO TOCCATI QUASI 80 MILIARDI DI EURO IN BENI TRASFERITI, ANCHE PER EFFETTO DI SEPARAZIONI, FAMIGLIE ALLARGATE E MAGGIORE LONGEVITÀ DEI “BABY BOOMER” CHE HANNO AVUTO LA POSSIBILITÀ DI ACCUMULARE RISORSE - IL TESORO TOTALE DI “PATRIMONI TRASFERITI” SI STIMA ABBIA UN VALORE DI 250 MILIARDI DI EURO, PARI AL 15% DEL PIL…

Estratto dell'articolo di Anna Maria Angelone per “la Stampa”

 

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Un tesoro stimato 250 miliardi di euro, pari ad almeno il 15% del Pil. È questo il valore totale dei patrimoni trasferiti in Italia, fra eredità e donazioni, calcolato in base al valore reale.

 

[…] la "ricchezza ereditata" cresce. Gli ultimi dati agli atti di registro e successione, per l'anno d'imposta 2023, quantificano in quasi 80 miliardi di euro i beni "trasferiti" fra immobili e diritti reali immobiliari, aziende, azioni e obbligazioni, altri cespiti. «Salgono le donazioni» prosegue il professor Morelli. «Rappresentano ormai il 40% del totale: di sicuro, per gli incentivi fiscali ma anche per un cambio strutturale nella società».

 

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Del resto, la propensione a fare testamento resta bassa.

Secondo le rilevazioni del ministero della Giustizia, in media, non più del 13% degli italiani lascia scritte le volontà per la sua successione. […]

 

Stando ai dati del Notariato, nel 2024 sono stati registrati 47.085 atti per trasferire beni mobili (in aumento dell'1,7% rispetto all'anno precedente) e ben 217.749 per beni immobili. Un balzo del 6,8%, prossimo al record toccato nel 2021.

 

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Più fattori contribuiscono a questo trend. Coppie separate, famiglie allargate, centri affettivi di unioni non formalizzate creano i presupposti per un lascito ereditario più articolato di un tempo. Si procede a pianificare anche per evitare liti, in famiglia o in azienda.

Ma, alla base, c'è anche l'aspettativa di vita più lunga. I "baby boomer", over 60, sono più longevi e hanno potuto accumulare più risorse.

 

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«A dispetto della narrazione, siamo ancora un paese di formiche e la propensione al risparmio resta alta» sottolinea Pietro Ciarletta, consigliere nazionale del Notariato. «Ma oggi si tende a porzionare più facilmente i propri beni per aiutare i figli, che spesso scontano un minore reddito disponibile. E molti fondatori di piccole e medie imprese, ossatura della nostra economia, si preoccupano di assicurare una successione alla propria attività».

 

Che cosa si dona? Per la prima categoria di beni (contanti, polizze vita, investimenti e titoli, obbligazioni, auto, diritti o brevetti, opere d'arte, preziosi, aziende e quote societarie, beni futuri), si tratta, per lo più, di quote e azioni (il 42,39% del totale) o di denaro (un altro 40,64%). Per la seconda, i beni più "donati" sono abitazioni e fabbricati (negozi, capannoni, magazzini).

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Insieme a nuda proprietà e usufrutto, gli immobili rappresentano quasi l'80% delle donazioni effettuate mentre i terreni agricoli restano invariati.

L'identikit del donante vede in testa le donne (più generose), l'area del Nord-Ovest e l'Emilia-Romagna per le donazioni di beni mobili (se ne fanno più della media italiana), il Sud e le isole per i beni immobiliari, con la Campania sul podio (28.452 atti nell'ultimo anno). Quanto all'età, in genere chi dona ha dai 56 anni in su.

Mentre chi riceve ha fra i 18 e i 55 anni ma più di un quarto è nella fascia di età over 46.

 

[…] Per beneficiari in linea retta come coniuge e figli, per esempio, si applica una franchigia individuale fino a un milione di euro per ogni erede. Tradotto: immobili o altri beni sono esentasse, se la quota di ciascuno non supera questo limite.

Oltre, scatta il 4% di tassazione sulla parte eccedente.

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Fra le novità introdotte dall'attuale governo, dal 1° gennaio 2025, c'è la definitiva fine del cosiddetto "coacervo donativo": se prima il calcolo dell'imposta di successione doveva tenere conto delle donazioni in vita, ora vige la separazione con doppia franchigia: un milione di euro in donazione più uno in successione. Per coniuge e figli, quindi, la "franchigia cumulabile" sale a due milioni di euro. Un beneficio che consente di godere di un risparmio fino a 40 mila euro (4% sul milione in più esente).

 

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Per agevolare il passaggio generazionale nelle imprese familiari, inoltre, l'esenzione è stata estesa ad aziende o rami di aziende e partecipazioni societarie trasferite a coniuge o figli, a patto che il beneficiario prosegua l'attività per almeno cinque anni o acquisisca (conservi) il controllo della società per lo stesso periodo.

 

A fronte degli incentivi, l'incasso da successione per l'erario resta modesto ovvero meno di un miliardo all'anno. […] C'è, infine, un altro fenomeno: i patrimoni senza eredi.

La Fondazione Cariplo stima che, nel 2030, questi averi sfioreranno i 21 miliardi di euro ma, a causa del calo delle nascite, nell'arco dei successivi dieci anni potrebbero arrivare a 90 miliardi di euro.

 

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I potenziali lasciti senza un legittimo beneficiario andrebbero da 8,4 miliardi nel 2023 a 35,7 nel 2040. Uno spazio, forse, per aiutare una buona causa o redistribuire la ricchezza ereditata.

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