UBS È SOCIO DI CARIGE CON UNA QUOTA DEL 4% - PER IL TAGLIO DELLE BOLLETTE STRETTA SUGLI INCENTIVI VERDI - LA POP DI VICENZA RINUNCIA ALL’OPA SU ETRURIA - UN ALTRO ITALIANO SCALA I VERTICI DI DEUTSCHE BANK

1.PER IL TAGLIO DELLE BOLLETTE STRETTA SUGLI INCENTIVI VERDI

r. e. per "La Stampa"

 

Il governo lima il piano per tagliare del 10% i costi dell’energia alle imprese e, per finanziare la manovra che vale un miliardo e mezzo, prepara una stretta sugli incentivi alle rinnovabili. Le agevolazioni per gli impianti fotovoltaici, a quanto si apprende, dovrebbero essere spalmate da 20 a 24 anni. Una misura contestatissima da AssoRinnovabili, che arriva a ipotizzare «il licenziamento di almeno 10mila lavoratori».

 

fabrizio campellifabrizio campelli

Ma il pacchetto che l’esecutivo porterà al Cdm di venerdì prevede anche uno stop agli sconti per i dipendenti delle società elettriche assunti prima del 1996, ai quali è applicato un regime speciale. Fs inoltre potrà usufruire delle riduzioni solo per i treni pendolari.Dal primo ottobre, infine, per la comunicazione per la realizzazione, connessione e l’esercizio dei piccoli impianti rinnovabili basterà un modello unico approvato dal Ministero dello sviluppo.

 

2.UBS È SOCIO DI CARIGE CON UNA QUOTA DEL 4%

teo. chi. per "La Stampa"

 

Caccia alle azioni e ai diritti di opzione di Banca Carige ieri in Borsa. Nel secondo giorno di trattazione dell’aumento di capitale da 800 milioni, entrambi i titoli sono stati sospesi per buona parte del pomeriggio a causa delle forti richieste che hanno fatto rompere la banda di oscillazione del 20% fissata da Borsa Italiana. Le azioni hanno chiuso in rialzo del 10% a 0,18 euro, mentre i diritti sono balzati del 18,37% a 0,25 euro.

 

Fra gli azionisti della banca fa il suo ingresso Ubs con una quota del 4,05%. Il colosso svizzero ha rilevato la quota il 9 giugno, quando la Fondazione Carige ha collocato una partecipazione pari al 10,8% del capitale. In realtà, Ubs non avrebbe acquistato in proprio ma per conto di un suo cliente. Il Tribunale civile di Genova, intanto, ha dichiarato inammissibile la class action proposta da 250 piccoli azionisti contro la banca.

 

3.LA POPOLARE DI VICENZA RINUNCIA ALL’OPA SU ETRURIA

r. e. per "La Stampa"

 

sedeubs sedeubs

Banca Popolare di Vicenza, che puntava ad acquisire la Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, chiude la porta agli aretini i quali, davanti a un’offerta di un euro per azione (con un premio del 25,8%) non hanno accettato ma avrebbero voluto aprire un tavolo per negoziare struttura e condizioni dell’operazione. Il cda dell’istituto veneto ne ha preso atto e non avendo intenzione di muoversi in maniera «ostile» ha dichiarato decaduta l’offerta vincolante e, ha spiegato ieri in una nota, «constatato che non vi sono i presupposti per proseguire la trattativa in relazione alla prospettata integrazione». Il capitolo dunque si chiude: «Eventuali altre ipotesi - prosegue il comunicato - non possono essere prese in considerazione in quanto non rispondenti alla strategia della Banca Popolare di Vicenza».

 

4.PARTERRE

Da "Il Sole 24 Ore"

 

IL RIASSETTO DI INTESA ALLA PROVA DEL BOARD

Il riassetto delle banche locali di Intesa Sanpaolo, una delle colonne portanti del piano industriale messo a punto da Carlo Messina (e aspetto che sta particolarmente a cuore alla Vigilanza) supera la prova del Consiglio di Gestione. Ieri per la prima volta il board ha esaminato il dossier e si è discusso, non poco: era prevedibile, visto che quando si parla di territorio, di rappresentanze, di insegne destinate a essere accorpate e più in generale di azioni sui costi, gli animi si scaldano.

 

Alla fine, tuttavia, il consigliere delegato avrebbe ottenuto il via libera al piano, con il voto favorevole di tutti i consiglieri tranne quelli del vice presidente Giovanni Costa e di Giuseppe Morbidelli, che si sono astenuti. Per l'attuazione, come noto, non c'è (troppa) fretta: il piano prevede che l'accorpamento delle attuali 17 entità giuridiche in sei banche sia completato entro il 2015. (Ma.Fe.)

BANCA CARIGE BANCA CARIGE

 

 

GENERALI FA RIPETIZIONI DI POLACCO

Un parterre di colossi in gara per un piccolo assicuratore polacco. Per la Bre Ubezpieczenia, controllata di mBank, si starebbe accendendo una competizione tra i grandi nomi europei del settore: la francese Axa, le tedesche Allianz e Talanx, la svizzera Zurich, l'austriaca Vienna Insurance Group. E, tra i pretendenti, secondo i rumors, ci sarebbe anche Generali. Nell'asta, dove Ubs è advisor, dovrebbe essere scelto presto un vincitore.

 

Bre Ubezpieczenia non è un boccone costoso. Viene valutata circa 180 milioni di euro: cioè 600 milioni di zloty polacchi a fronte di circa 200 milioni di premi diretti oltre a quelli gestiti per conto della casa madre. Insomma, una piccola preda che tuttavia può essere interessante per crescere in Polonia e nell'est Europa dove è attiva Generali Ppf Holding. (C.Fe.)

 

 

UN ALTRO ITALIANO SCALA I VERTICI DI DEUTSCHE BANK

Un secondo italiano entra a far parte del vertice operativo della Deutsche Bank. Fabrizio Campelli, responsabile delle strategie di gruppo, è stato nominato ieri a far parte del comitato esecutivo, organo che svolge funzioni di consulenza e coordinamento e di preparazione delle decisioni del consiglio d'amministrazione. Campelli, 41 anni, è capo delle strategie di gruppo dal 2009, compito che tra l'altro include l'esecuzione della cosiddetta Strategia 2015+, un complesso piano di ristrutturazione del maggior gruppo bancario tedesco.

carlo messina carlo messina

 

Alla Deutsche dal 2004, il dirigente italiano, laureato in Bocconi e con un MBA della Sloan School dell'Mit, affianca nel Group Executive Committee un altro italiano, Michele Faissola, responsabile dell'asset management. Deutsche Bank, che ha di recente annunciato un aumento di capitale da 8 miliardi di euro e l'ingresso nell'azionariato di un fondo della famiglia reale del Qatar, è alle prese con pesanti cause giudiziarie e un difficile recupero di reddivitità. (A.Me.)

Giovanni Bazoli Giovanni Bazoli

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...