daniele franco piero cipollone ignazio visco bankitalia

UOVO ALLA KOCH – COME MAI BANKITALIA NON HA ASPETTATO CHE IL CASO DELLA POPOLARE DI BARI SBOLLISSE PER NOMINARE IL DG E IL SUO VICE? È UN MESSAGGIO CHE NELL’ISTITUTO NON SI PENSA DI AVERE QUALCOSA DA FARSI PERDONARE – INOLTRE, IL BLITZ È RIUSCITO PERCHÉ OGNUNO HA MESSO IL SUO UOMO AL POSTO GIUSTO: IL VICE DI DANIELE FRANCO SARÀ PIERO CIPOLLONE, È STATO A LUNGO CONSIGLIERE ECONOMICO DEL PREMIER GIUSEPPE CONTE…

 

 

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

daniele franco

Le nuove nomine, se lo si fosse ritenuto necessario, avrebbero potuto aspettare. Il Consiglio superiore della Banca d' Italia aveva l' opzione di ritardare di una decina di giorni la designazione di Daniele Franco come direttore generale e di Piero Cipollone come vicedirettore generale dell' istituto. Giusto il tempo perché si depositasse la polvere e il ciclo della politica gridata si spostasse su un altro terreno. Magari solo una settimana in più, per aspettare che il dissesto della Popolare di Bari uscisse dai titoli della sera.

 

piero cipollone

Che la Banca d' Italia non abbia scelto un profilo deliberatamente basso, già in sé, è un messaggio: nell' istituto non si pensa di avere qualcosa da farsi perdonare e nessuno ha intenzione di dissimularsi, cercando di far sì che le nomine passino inosservate.

 

Da ieri diventa sicuro anche formalmente che il primo gennaio Fabio Panetta, direttore generale uscente, entrerà nel comitato esecutivo della Banca centrale europea. Entro quel giorno la Banca d' Italia ha bisogno di un successore e il momento ovvio per designarlo era ieri. Ignazio Visco, il governatore, ha svolto vari sondaggi nel governo nei giorni scorsi e ha già fatto sapere al Quirinale che non sono emerse riserve.

 

IGNAZIO VISCO

Significativamente Daniele Franco, bellunese, ieri ha ricevuto le congratulazioni pubbliche del governatore leghista del Veneto Luca Zaia. Difficile adesso che i 5 Stelle sorpassino la Lega in quanto a opposizione al loro stesso governo; tra l' altro i rapporti si sono distesi rispetto a un anno fa, quando Franco era Ragioniere dello Stato. Quanto a Cipollone, è stato a lungo consigliere economico del premier Giuseppe Conte, accettato da tutti in quella veste; sarebbe strano se ora qualche partito della maggioranza cercasse di opporsi.

 

ignazio visco daniele franco

La procedura di designazione del resto non dà al governo un potere di veto: per i nomi del direttorio di Banca d' Italia (salvo quello del governatore) il Consiglio dei ministri è chiamato solo a dare un parere non vincolante e a trasmetterlo al presidente della Repubblica. Poiché il Quirinale può validare da designazione degli organi interni di Banca d' Italia malgrado un parere negativo del governo, la maggioranza giallo-verde a primavera scorsa aveva preso un' altra strada per ostacolare la nomina di Alessandra Perrazzelli nel direttorio.

 

MARCO JACOBINI

Per mesi il governo si era rifiutato di discutere la proposta, per poi cedere e farla passare.

Resta però la tela di fondo, molto tesa: di rado nella storia della Repubblica la Banca d' Italia è stata così isolata e sotto attacco da parte del potere politico. L' intervento per tenere in vita la Popolare di Bari è solo l' ultimo episodio di una caccia al colpevole che nei dissesti parte sempre, con una buona dose di ipocrisia.

 

piero cipollone 1

A difesa dei manager dell' istituto pugliese, negli ultimi mesi e anni i banchieri centrali hanno dovuto ascoltare molti interventi di politici che ora se la prendono con l' autorità di controllo. Da destra come da sinistra. Gli Jacobini, la famiglia che da decenni gestiva la Popolare di Bari come un proprio feudo, non hanno mai trattato troppo rudemente i pugliesi che hanno assunto rilevanza nella politica nazionale. Di sicuro non ha criticato per tempo la gestione della Popolare di Bari il ministro Francesco Boccia (Pd).

 

fabio panetta ignazio visco

Non lo ha fatto l' ex governatore forzista - ora a Fratelli d' Italia - Raffaele Fitto. Né lo ha fatto il governatore di sinistra Michele Emiliano. Niente di tutto questo significa che non debba cambiare nulla, anche dentro la Banca d' Italia. È probabile che l' isolamento rispetto al mondo politico induca nei prossimi mesi l' istituto a cercare più contatti con l' opinione pubblica. Ed è inevitabile che questi anni inducano la banca a rafforzare le strutture dedicate alla tutela del risparmio. Non è una funzione che spetti per legge in primo luogo alla Banca d' Italia, ma gli attacchi per le perdite subite da azionisti e obbligazionisti sono rivolti a lei. Da qui l' idea di fornire una risposta con modifiche ad hoc alla struttura istituzionale dell' autority.

ignazio visco sergio mattarellaignazio visco

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?