QUANTO PIACE TELECOM AD ALITALIA! - RAGNETTI, NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO, È UN EX TELECOM. PROPRIO COME SABELLI E COLANINNO CHE LO HANNO DESIGNATO. E COME DI FRANCESCO, POTENTE CAPO DELLA DIREZIONE TECNICA DI ALITALIA - MENO MALE CHE SONO TUTTI AMICI: ALTRIMENTI COME SI FA CON TUTTI I CONTRATTI FATTI DI CORSA PER FAR SEMBRARE I CONTI PIÙ SOLIDI (IL “SOLE” STIMA IN REALTÀ UNA PERDITA DI 200 MLN €)? FIRMATI POI CON LA “ENGINEERING”, NEL CUI FUTURO CI POTREBBE ESSERE CHI? MA SABELLI, OF COURSE…

1- DAGOREPORT - AD ALITALIA PIACE PROPRIO TELECOM ITALIA, FUCINA DI TALENTI.
Il potente capo della direzione tecnica di Alitalia, quello che decide su operations, manutenzioni e relativi contratti, è l'Ing. Gianluigi Di Francesco. Che dal 1993 al 1999 è stato in Telecom Italia, dove fonda e dirige Atesia, società di direct marketing, e poi diventa capo dell'IT di TIM. Poi in Enel e poi a capo di Atos, finita in Engineering. E vedremo dopo che la cosa non è irrilevante.

In Alitalia Di Francesco è entrato con Rocco Sabelli, del quale è il fidatissimo braccio destro. Adesso sapete chi è il nuovo Amministratore Delegato di Alitalia, indicato proprio da Sabelli (uscente) e incredibilmente accettato da tutti i soci di Alitalia? Andrea Ragnetti, che tutti i media in questi giorni segnalano prevalentemente come top manager Philips, ma che a cavallo di anni Novanta al duemila era un responsabile marketing Telecom. Per la precisione, nel 2000 Andrea Ragnetti era Responsabile Marketing clienti residenziali mercato italiano di Telecom, uno che di monopoli se ne intende.

Peccato che in quella Telecom ci fossero ai vertici proprio Colaninno e Sabelli! Delizioso il pezzo di Gianni Dragoni sul "Sole 24 Ore" di ieri, che ricorda partite a calcio dove Ragnetti faceva ben attenzione a non urtare il capo Sabelli, per l'appunto responsabile della Business Unit telefonia fissa.

Si saranno quindi tutti conosciuti in Telecom, saranno tutti amici da tempo Ragnetti, Sabelli, Colaninno e Di Francesco? Niente di male. E niente di male per Rocco Sabelli lasciarsi alle spalle un amico. Con tutti quei fornitori ai quali, come rivelato sempre da Gianni Dragoni sul "Sole 24 ore" di sabato scorso, si è chiesto un "signing bonus" mediamente del 10% su contratti di fornitura pluriennali ex novo, fatti firmare in tutta fretta nel 2011 per meglio illuminare di proventi il povero conto economico Alitalia.

Peccato siano proventi non ripetibili negli anni a venire, perché non è che tutti gli anni si può pretendere da un fornitore di riconoscerti una fattura di sconto per aver ottenuto il diritto di essere fornitore pluriennale di Alitalia. Per cui la vera perdita operativa di Alitalia andrebbe stimata, secondo il "Sole 24 ore", in circa 200 milioni.

Ora è chiaro che questi contratti, abilmente negoziati principalmente nell'area informatica e tecnica proprio dall'Ing.Di Francesco, sono delicatissimi. Se il nuovo Amministratore di Alitalia non fosse un buon amico di Sabelli e Di Francesco, questo sarebbe un grave problema.

La parte del leone di questi contratti l'ha fatta Engineering, il noto gruppo romano dell'informatica. Per il quale in qualche modo Di Francesco ha lavorato prima di venire in Alitalia (Atos è Engineering oggi). Come è piccolo il mondo! E pensare che MF mesi fa diceva che nel futuro di Engineering - i cui due fondatori potrebbero essere stanchi - ci sarebbe addirittura Sabelli. Qualcosa non è chiaro, ma se gli azionisti di Alitalia sono contenti così.


2- ALITALIA, PER IL DOPO SABELLI AZIONISTI UNANIMI SU RAGNETTI
Gianni Dragoni per "Il Sole 24 Ore"

Chi ha memoria storica nel gruppo Telecom Italia lo ricorda sui campi di calcetto nella squadra di giovani manager che si battevano con Rocco Sabelli, attenti a non applicare una marcatura troppo stretta al capo.

Adesso per Andrea Ragnetti, nato nel 1960 a Roma, è venuto il momento di prendere il posto dell'ex capo, alla guida dell'Alitalia-Cai. Roberto Colaninno, che era presidente-padrone di quella Telecom, scalata nel 1999 nella madre di tutte le Opa e lasciata due anni dopo a Marco Tronchetti Provera con un non trascurabile corredo di debiti, ha annunciato ieri sera che i soci hanno trovato l'accordo su Ragnetti «all'unanimità», al termine di una riunione di tre ore presso gli uffici di Intesa Sanpaolo a Milano. «È andato tutto bene», secondo il presidente dell'Alitalia e della Piaggio.

Ragnetti è il candidato di Colaninno. Sul suo nome concorda anche l'amministratore delegato uscente dell'Alitalia, Sabelli, che ha partecipato all'incontro. L'altro sponsor è Gaetano Miccichè, direttore generale di Intesa, il manager che insieme a Corrado Passera nel 2008 ha disegnato il Progetto Fenice e lanciato la cordata dei «patrioti» aderendo all'invito di Silvio Berlusconi, fornendo a molti il sostegno finanziario.

Non tutti i soci, venti gli italiani e poi c'è Air France-Klm con il 25%, hanno gradito il percorso che ha portato alla decisione di Sabelli di ritirarsi e alla sostituzione con un uomo scelto da Colaninno. Ma i tempi per la decisione erano stretti, un candidato alternativo non c'era. Ragnetti potrebbe essere nominato già nel cda che il 24 febbraio approverà il bilancio 2011 di Alitalia, previsto in rosso per circa 80 milioni.

Ragnetti viene presentato come esperto di marketing che potrà curare la crescita dopo tre anni nei quali lo sviluppo è stato sacrificato per l'enfasi sui costi e la compagnia ha perso quote di mercato. Ragnetti si è occupato di telefoni, detersivi (Procter & Gamble) e lampadine (Philips).
G.D.


3- ALITALIA, PARTE IL DOPO-SABELLI - IL CEO USCENTE CANDIDA ANDREA RAGNETTI, MA NON C'È ACCORDO FRA I SOCI

Gianni Dragoni per "Il Sole 24 Ore" dell'11 febbraio 2012

Saranno il «tedesco» e il francese ad avere la maggior voce in capitolo per la scelta del capitano che dovrà guidare Alitalia-Cai. La ritirata di Rocco Sabelli, a fine mandato triennale e in uscita nell'assemblea di bilancio a fine marzo, avviene in un momento critico per la compagnia privata che, su spinta di Silvio Berlusconi, dall'inizio del 2009 ha unificato la polpa della vecchia compagnia pubblica e l'ex concorrente Air One, con circa 13mila dipendenti.

Per la scelta del nuovo pilota è decisivo il parere dei due soci più importanti tra i venti italiani più Air France-Klm, primo azionista con il 25 per cento. Dunque un ruolo importante lo avrà Jean-Cyril Spinetta, mentre il vettore franco-olandese resta candidato ad acquisire la compagnia italiana dal 13 gennaio 2013, quando scadrà l'impegno a non vendere assunto dai «patrioti». Poi c'è il «tedesco», Enrico Tommaso Cucchiani, ex top manager di Allianz, nuovo amministratore delegato di banca Intesa Sanpaolo. Ieri non ha voluto fare commenti su Alitalia.

Banca Intesa ha un'importanza superiore alla sua quota azionaria (10%) perché finanzia o ha intrecci con molti soci, tra cui la Immsi del presidente Roberto Colaninno, il fondo lussemburghese Equinocse, Pirelli, Acqua Marcia, Marcegaglia, Fontana. Nel bilancio di Intesa l'Alitalia è tra le «imprese sottoposte ad influenza notevole», come Telco, Rcs, Pirelli, fino a due società di Colaninno, Rcn Finanziaria e Pietra.

C'è la candidatura di Andrea Ragnetti, lo ha indicato Sabelli che lo assunse alla Tim, lo appoggiano Colaninno e Gaetano Miccichè, d.g. di Intesa Sanpaolo. Cinquantenne, Ragnetti ha lavorato nel marketing nel gruppo Telecom, Procter & Gamble (detersivi) e Philips (lampadine, elettrodomestici). Diversi soci lo considerano il manager che può dare una spinta allo sviluppo, un profilo sacrificato in questi anni, ritmati dal taglio dei costi.

Per adesso non c'è pieno accordo tra i soci su questa candidatura. Vorrebbero contare di più Emilio Riva (ha il 10,62%), Atlantia dei Benetton (8,85%), Carlo Toto (5,31%), gli Angelucci (5,31%), preoccupati dall'andamento negativo della Cai, oltre 600 milioni persi nei primi tre anni e dall'erosione patrimoniale.

L'ultimo atto di Sabelli sarà la presentazione del bilancio 2011 al cda il 24 febbraio. Anche il terzo bilancio dell'Alitalia-Cai è in rosso. Dall'azienda trapelano voci di una perdita netta vicina a 80 milioni. Ma chi ha visto i conti afferma che la perdita reale della gestione nel 2011 è stimabile in almeno 200 milioni. Nella contabilità ufficiale la perdita netta viene ridotta attraverso proventi «diversi» (115,7 milioni nel primo semestre). Si tratta di entrate non ripetibili per accordi pluriennali con fornitori (nell'informatica) o con partner commerciali, definite «signing bonus».

Il patrimonio netto consolidato, già dimezzato a 548 milioni (dai 1.169 iniziali) a fine 2010, col bilancio 2011 dovrebbe ridursi a 450 milioni o poco più. I debiti finanziari a fine 2010 erano 907,55 milioni (fonte R&S, Mediobanca), al lordo di 96,1 milioni di liquidità.
Se non ci sarà inversione di tendenza, la Cai potrebbe avere bisogno di iniezioni di capitale nei prossimi mesi.

Non è andato in porto nel 2011 il progetto di vendere la compagnia a Air France: si è discusso di uno scambio azionario, i "patrioti" avrebbero ricevuto azioni di Air France-Klm. L'operazione è fallita per divergenze sul prezzo. Gli italiani volevano farsi riconoscere un valore vicino al capitale versato nella Cai alla partenza, circa 847 milioni. Ma questo valore è stato giudicato eccessivo dalla controparte. Non ha aiutato il crollo in Borsa di Air France a causa dei conti in rosso (alle quotazioni di ieri, -4% a 4,873 euro, il gruppo vale 1,46 miliardi).

 

GIANLUIGI DI FRANCESCOAndrea RagnettiROCCO SABELLI ROCCO SABELLI ColaninnoCOLANINNO AlitaliaLogo "Telecom"Marco Tronchetti Provera TRONCHETTI PROVERA Berlusconi D'OroGAETANO MICCICHE

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