QUESTIONI DI LANA CAPRINA? - BRUNELLO CUCINELLI, “IL PRINCIPE GENTILE DEL CACHEMIRE”, DEBUTTA COL BOTTO IN BORSA +49,68% - MA LA SUPERVALUTAZIONE SEMBRA ESAGERATA PER LE DIMENSIONI DELL’AZIENDA - NEL PROSPETTO NON C’È UN BUDGET 2012 NÉ UN PIANO PLURIENNALE - GLI STANDARD NON ECCEZIONALI, LE BASSE TASSE E I TANTI FORNITORI FANNO VENIRE QUALCHE DUBBIO - PROVATE VOI A CHIEDERE IN BANCA UN FINANZIAMENTO CON TANTA RISERVATEZZA SUI VOSTRI PIANI PLURIENNALI…

1- ESORDIO DI CACHEMIRE
fr.bas. per Corriere della Sera

Un esordio così non si vedeva «dai tempi della bolla Internet o dagli anni 90». Parola di Raffaele Jerusalmi, numero uno di Borsa italiana. Il debutto è quello di Brunello Cucinelli: +49,68% a 11,6 euro, a fronte di un collocamento a 7,75 euro. Che lo sbarco a Piazza Affari della griffe umbra avrebbe dato soddisfazione se l'aspettavano un po' tutti, a cominciare dai Joint Global Coordinators del collocamento Mediobanca e Bofa Merrill Lynch: l'Ipo aveva suscitato un forte interesse, con una domanda superiore 17 volte l'offerta al prezzo massimo, per cui il re del cachemire aveva deciso di interrompere anticipatamente l'offerta.

Più di due terzi degli investitori sono rimasti a secco. «La volatilità è il risultato - spiega Stefano Rangone, direttore centrale di Mediobanca - dell'effetto rarità. Nei prossimi giorni il titolo dovrebbe stabilizzarsi. Oggi (ieri, ndr) rifletteva multipli sull'ebitda di oltre 17 volte e di oltre 30 sull'utile netto. I volumi negoziati dimostrano inoltre la qualità dei principali investitori allocati con prospettive di investimento a medio e lungo termine».

2- IL CACHEMIRE IN BORSA. E I SOLDI IN TASCA. MENTRE NEL PROSPETTO DI QUOTAZIONE ZERO TITULI PER UN BUDGET 2012, NEPPURE I BILANCI 2011 DELLE SOCIETÀ PRINCIPALI DEL GRUPPO. SOLO UN CONSOLIDATO GENERALE RICLASSIFICATO
Bankomat per "Dagospia"

Il New Yorker lo ha definito il principe gentile del cachemire. Settimanale prestigioso, il New Yorker, ma non certo diffusissimo, sicché il Sole 24 Ore ce lo racconta sabato, con un corsivo compiaciuto. Parliamo del Geometra Brunello Cucinelli, laurea honoris causa in filosofia delle relazioni umane (sic!) ricevuta dall'Università di Perugia.

Cavaliere del Lavoro (titolo più serio, non ce ne voglia il Magnifico Rettore di Perugia), appassionato di arte, rinascimento, cultura, impresa. Il suo sito internet vi inonda di musica e di suggestioni culturali. Il suo gruppo che vive e lavora con spirito illuminato nel borgo umbro di Solomeo è sbarcato in Borsa la settimana scorsa, con tripudio del mercato i (+48% in un giorno) e non poca stampa esaltata.

Abbiamo pure, caso unico per una quotata, un padre (nel senso di religioso) in Consiglio, tal Padre Cassiano. Forse per garantire scelte etiche nel lusso. Speriamo sia meno fantasmagorico di Don Verzé. Si legge nel prospetto informativo che

"L'attività del Gruppo Brunello Cucinelli è caratterizzata da un modello imprenditoriale a vocazione etica ed umanistica che, basandosi su valori quali la dignità dell'uomo e del lavoro, coniuga l'efficienza dell'attività aziendale con la missione sociale. La grande attenzione alla qualità della vita e al capitale umano dell'impresa, il sostegno allo sviluppo socio-economico, il rispetto e l'integrazione con il territorio hanno contraddistinto lo sviluppo aziendale e accresciuto la capacità distintiva e identitaria del marchio."

Però va detto, e qui senza alcuna ironia, che il brand è molto noto, i prodotti belli e l'azienda ha successo da anni in tutto il mondo.

Se uno ha comprato in borsa azioni della debuttante Brunello Cucinelli, al tempo zero del debutto (7,75 euro per azione, il massimo della forchetta) sappia che ha riconosciuto un valore per il 100% della società di circa 465 milioni e con ciò si arriva a valorizzare Cucinelli con un moltiplicatore di circa 13 volte l' "Ebitda" (un termine gergale della finanza, in pratica l'utile operativo).

Non propriamente un regalo, se pensate che ad esempio i fondi di private equity, attenti investitori, le buone aziende in questi anni le acquistano sul mercato per 8-9 volte l'Ebitda. Dieci volte, magari, a esagerare, quando sono proprio aziende leader e brillantissime. Mediamente per le aziende normali si parla invece di 5 o 6 volte l'Ebitda. Ma si sa, la Borsa è la Borsa, e la Borsa premia il lusso, non solo Cucinelli.

Per la verità i cosiddetti competitor citati anche dal prospetto (da Tod's a Prada a Gucci a LVHM a Ferragamo) - non ce ne voglia il Sòr Brunello - sono dei colossi dimensionali e globali, con ampie strutture manageriali consolidate, non un medio gruppo da 240 milioni di fatturato dove il ruolo di Capo azienda e Responsabile creativo coincidono nella sola persona dell'Imprenditore. Fattore di rischio peraltro evidenziato dal Prospetto.

Spiace anche che in quasi 500 pagine di prospetto non trovi posto un bel budget 2012 né un piano pluriennale. Perlomeno quelle belle slides dei road show che si fanno a Londra. Salvo errori di consultazione, non le abbiamo viste. Si dice genericamente che i soldi raccolti andranno per lo sviluppo del business. Provate voi a chiedere in banca un finanziamento con tanta riservatezza sui vostri piani pluriennali...

L'aumento di capitale che fa parte dell'operazione globale prevede 8 milioni di nuove azioni, che portano in cassa 62 milioni di euro. La posizione finanziaria netta di gruppo, ante aumento, pari a circa 48 milioni praticamente con l'aumento si azzera. Brunello Cucinelli ha debuttato venerdì scorso al massimo del valore di "IPO" prospettato dagli Advisor, e dopo 24 ore vale già il 49, 7 per cento in più, tutti pazzi per le sue azioni.

Ma se analizziamo i dati riclassificati e consolidati, altro non si trova nel Prospetto, fra il 2010 ed il 2011 ci dicono che il magazzino è cresciuto da 48 a 65 milioni, anche se bisogna aver voglia di arrivare a pag 296 del prospetto per scoprirlo. Mentre i ricavi netti sono passati da 203 a 242. Siccome poi il reddito operativo è passato da 20 a 34 milioni, l'aumento di magazzino è con tutta evidenza "molto influente" sull'aumento della redditività. Chissà se di tutto questo i valutatori avranno tenuto conto.

Vediamo però dove vanno i proventi dell'operazione: dei circa 158 milioni di ricavato ipotetico dello sbarco in borsa - come ipotizzava il prospetto nel caso di prezzo massimo, e quello è stato - 62 milioni circa restano nelle casse sociali, mentre 96,1milioni circa saranno intascati dal venditore, cioè il Sig. Brunello Cucinelli. I 62 milioni per le casse sociali in realtà pagano anche i costi dell'operazione, che pare siano tutti a carico della società emittente, non anche del venditore, per ben 7 milioni.

Quindi alla società arrivano netti circa 55 milioni. L'IPO, come spesso succede in questi casi, e quindi va detto anche per il super osannato "guru" Cucinelli, il bello è bello, il Rinascimento fa fine, grande attenzione alla dignità umana ed al territorio, ma l'operazione di Borsa serve per ora principalmente a far arricchire subito il venditore, cioè l'azionista di maggioranza e fondatore. Speriamo che Padre Cassiano ne sia consapevole.

Niente di male, lo diciamo solo a scanso di equivoci vista la sinfonia mediatica e culturale che si intona da tempo attorno al borgo Umbro di Solomeo (proprietà peraltro scissa l'anno scorso, per cui la società quotata paga oggi un congruo affitto al Signor Brunello), al suo total look del lusso, alla filosofia del bello ed al suo modello d'industria neo-olivettiano. Nel senso di Adriano, non di Passera.

Forse stupisce il fatto che il Gruppo del Guru di Solomeo paghi mediamente i fornitori a 100 giorni, quindi ben oltre tre mesi: diciamo che in questo è uno di noi, un qualunque industriale Italiano, uno che si fa finanziare parecchio dai fornitori. Sappiamo che questi standard sono considerati pessimi in Europa.

Altro dato che ci ha incuriosito: il gruppo si avvale di 330 fornitori per le lavorazioni esterne cosiddette "a façon", l'80% dei quali è in Umbria, mediamente con meno di 10 dipendenti. La façon è una vecchia usanza del settore, ma 330 laboratori sono davvero tanti. Speriamo che non li paghi a cento giorni, e che il dato sui giorni medi di pagamento sia la media di Trilussa, altrimenti detta del pollo. Quindi magari i pagamenti saranno a 150 giorni per i grandi fornitori "capitalistici" e 30 giorni per i piccoli laboratori eroi moderni della cultura d'impresa cucinelliana. Padre Cassiano verifichi.

Colpisce anche la tassazione bassa del gruppo: un 35% di tax rate medio, ossia il totale delle tasse pagate dal gruppo sul totale degli utile ante imposte. O meglio, sarebbe un tax rate quasi ideale e berlusconiano - su questo ammettiamolo, aveva ragione da vendere il Cav. Silvio - che non è purtroppo quello medio delle società italiane. Ma Brunello opera molto in USA, Olanda, Svizzera, con decine di società locali legate ai suoi negozi. L'emittente è una holding italiana, negozi e distributori sono in giro per il mondo. Tre anni fa il tax rate era 39%, quindi sta calando. Il prospetto indica una aliquota IRES "flat" del 27% negli ultimi tre anni.

Purtroppo, il fatto che il Gruppo abbia deciso e dichiarato - a pag 68 del Prospetto - che il bilancio civilistico singolo della capogruppo emittente e quelli singoli delle altre società rilevanti del gruppo saranno approvati e diffusi solo dopo la quotazione in Borsa non aiuta per ora a capire dove si forma il reddito e dove se ne va. Eppure il Prospetto laconicamente dice che a febbraio 2012 il bilancio della capogruppo è stato approvato e sono stati distribuiti 2 milioni circa di dividendi.
Padre Cassiano sta verificando.

Abbiamo sorriso un po', ma per ora sia lode a Brunello, ai suoi utili, al suo (non dell'emittente) Borgo illuminato e restaurato, per il quale la società emittente paga una mezza milionata di euro di affitti annui, e sia lode a Padre Cassiano.
Vedremo gli sviluppi, speriamo continui ad essere un buon imprenditore e non ci divenga pure lui un para-guru.

Buon ponte del primo maggio a chi lo fa.

 

CUCINELLIBARBARA PALOMBELLI BRUNELLO CUCINELLI GIULIANA GERONZI Cucinelli CUCINELLI E GARGANELLICUCINELLIBRUNELLO CUCINELLI SERGIO BALBINOT ADOLFO GUZZINI

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