RESA DEI CONTI A VICENZA – LA POPOLARE DI ZONIN FA CAUSA ALL’EX AD SORATO, FATTO FUORI A MAGGIO CON 5 MILIONI DI BUONUSCITA – NEL MIRINO CI SONO LA SVALUTAZIONE DELLE AZIONI E L’ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE DA PARTE DI CLIENTI FINANZIATI DALLA BANCA STESSA

1. E VICENZA SI PREPARA A FAR CAUSA ALL' EX AD SORATO

Da “il Giornale”

 

BANCA POPOLARE DI VICENZA BANCA POPOLARE DI VICENZA

Si rafforza l'ipotesi che i vertici della Popolare di Vicenza presentino un'azione di responsabilità contro l'ex ad Samuele Sorato, allontanato dal gruppo a maggio con una ricca buonuscita (si parla di quasi 5 milioni di euro). La questione non è ancora stata oggetto di discussione in cda. Oltre a Sorato potrebbero finire nel mirino della banca anche i due ex vice direttori generali Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta.


Nei mesi scorsi, la banca ancora sotto la guida di Sorato aveva erogato finanziamenti per 974,9 milioni di euro a propri clienti allo scopo di far comprare loro azioni della banca stessa. Tra gli altri aspetti su cui la Consob ha acceso un faro, ci sarebbe anche il processo che ha portato alla definizione della proposta di aggiornamento del valore delle azioni da 62,5 a 48 euro deliberata dal cda.

 

antonio patuelli premia gianni zoninantonio patuelli premia gianni zonin

Nel frattempo, gli accertamenti sulle anomalie nella compravendita di azioni proprie continuano e i risultati arriveranno nelle prossime settimane. Lo ha chiarito ieri il sottosegretario all' Economia, Pier Paolo Baretta, davanti alla Commissione Finanze aggiungendo che quando l' iter ispettivo sarà formalmente concluso, la Bce valuterà l' adozione di ulteriori azioni sotto il profilo della vigilanza.


L' istituto di Gianni Zonin è stato invece «scagionato» sul caso della vendita di Palazzo Repeta, l' ex sede di Vicenza della Banca d' Italia, che - secondo la Vigilanza - è stata acquistata dalla Popolare dopo una procedura di vendita con aste rivolte all' intero mercato nazionale.

GIANNI ZONIN GIANNI ZONIN


L' acquisto, a un prezzo di 9,52 milioni, fu superiore al prezzo minimo d' asta di 9,35 milioni e la vendita fu perfezionata dopo il mancato esercizio della prelazione sul palazzo da parte dello Stato.

 

Riguardo al presunto conflitto d' interesse del dirigente della Vicenza Gianandrea Falchi, fino al 2013 segretario dell' allora governatore Mario Draghi, Bankitalia ha puntualizzato che Falchi ha lasciato l' incarico a via Nazionale prima dell' avvio degli stress test sulle banche italiane e che inoltre non si era mai occupato di vigilanza.

SAMUELE SORATO BANCA POP VICENZA copia SAMUELE SORATO BANCA POP VICENZA copia

 

 

2. POP VICENZA: LANNUTTI, MEF PASSACARTE DI BANKITALIA

 (ANSA) - "Nessuna risposta convincente del Mef, che svolge il ruolo di passacarte della Banca d'Italia, alle interrogazioni parlamentari, riguardanti il gravissimo scandalo della Banca Popolare di Vicenza, le cui denunce ripetute di Adusbef a partire dal 2008, reiterate nel 2015 anche contro la Banca d'Italia, per una serie di reati, ha prodotto un procedimento penale della Procura di Vicenza, e che produrrà una richiesta di risarcimenti danni degli azionisti frodati, nei confronti di Consob e Bankitalia".

PIER 
PAOLO 
BARETTA
PIER PAOLO BARETTA

 

Questo l'attacco di Elio Lannutti dell'Adusbef secondo cui "la banca Popolare di Vicenza, ispezionata a lungo da una Banca d'Italia i cui massimi dirigenti usano il sistema delle porte girevoli (non a caso nel 2013 Zonin ha assunto con stipendio d'oro Gianandrea Falchi, ex capo della segreteria particolare di Mario Draghi quando era governatore ed ha comprato dalla Banca d' Italia un immobile a Vicenza, Palazzo Repeta invenduto da molti anni), aveva prestato ai suoi clienti 975 milioni di euro per comprare azioni della banca stessa, un quarto del capitale nella più totale illegalità, essendo vietato dalla legge".

Elio Lannutti Elio Lannutti

 

Adusbef chiede alla Procura di accelerare l'inchiesta sul grave scandalo della BpVi, che ha svalutato le azioni illiquide del 23% danneggiando 120.000 soci, le cui condotte sembra siano state approvate da una Banca d'Italia complice delle gravi malefatte che hanno procurato notevole danno ad azionisti e risparmiatori. E' arrivato il tempo che Bankitalia e Consob, che conoscevano perfettamente la dissennata gestione della Bpvi senza aver adottato alcuna azione di prevenzione, paghino per i gravi danni inferti a risparmiatori, utenti, azionisti.

 

ELIO LANNUTTIELIO LANNUTTI

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