debito pubblico giancarlo giorgetti

RIMETTI A NOI IL NOSTRO DEBITO – NEL 2025 IL TESORO DEVE RINNOVARE 350 MILIARDI DI EURO DI BTP. E DA QUI AL TERMINE DELLA LEGISLATURA, I TITOLI IN SCADENZA VALGONO 839 MILIARDI – UN PERCORSO PIENO DI OSTACOLI, PER LE TENSIONI LEGATE ALLE GUERRE E LE PROSPETTIVE INSTABILI DI RIPRESA – SECONDO L'UFFICIO PARLAMENTARE DI BILANCIO, GIORGETTI SARÀ AIUTATO DAL CALO DEI TASSI DI INTERESSE SUL DEBITO E DALLO SPREAD BASSO – OCCHIO: AD APRILE IL GOVERNO DOVRÀ CERTIFICARE A BRUXELLES IL RIENTRO DEL DEFICIT…

Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”

 

giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

Ci sono 350 miliardi di euro di debito pubblico da rinnovare entro il 2025. Mentre da qui al termine della legislatura, i titoli in scadenza valgono complessivamente 839 miliardi. Il programma delle emissioni dei bond da parte del ministero dell'Economia è una montagna da scalare seguendo un sentiero irto di ostacoli, sia per le tensioni legate alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, sia per le prospettive instabili di ripresa, interne e globali.

 

Il centro studi di Unimpresa ha calcolato che nei prossimi dieci anni scadono titoli pubblici per un totale di 1.900 miliardi, pari al 78% del debito italiano da 2.439 miliardi. In realtà, il debito è arrivato a quota 2.981 miliardi, ma oltre ai titoli di Stato ci sono 500 miliardi che corrispondono a poste di varia natura, compresi circa 100 miliardi di prestiti dell'Unione europea e 120 miliardi di finanziamenti bancari, e poi c'è il risparmio postale.

 

debito pubblico

Già ad aprile il governo italiano sarà chiamato a certificare a Bruxelles lo stato di avanzamento degli impegni sottoscritti con il Piano strutturale di bilancio: il rientro nei parametri di deficit sotto il 3% (il 2,8% nel 2026) grazie a una correzione di 12 miliardi di euro l'anno; e un tasso di crescita della spesa primaria netta pari all'1,5% del Pil di media nei prossimi sette anni, tra il 2025 e il 2031. […]

 

Il taglio della previsione di crescita diffusa dall'Istat a inizio dicembre, dimezzata dal +1% al +0,5%, ed il ribasso di 0,3 punti percentuali da +1,1% a 0,8% per il 2025 (il governo stima l'1,2%), secondo alcuni analisti potrebbe impattare il ritmo del rientro del disavanzo con l'esigenza di dover intervenire con una correzione ulteriore.

 

debito pubblico in scadenza - la stampa

A rassicurare l'esecutivo è però l'Ufficio parlamentare di bilancio, che conferma la tenuta dei conti pubblici nonostante il Pil in frenata. Le buone notizie vengono dal calo degli interessi sul debito. Lo spread tra i titoli decennali italiani e i Bund tedeschi si è ridotto da inizio agosto, quando era pari a 145 punti base, ai primi giorni di dicembre quando è sceso sotto i 110 punti base, attestandosi ai valori minimi da tre anni.

 

Nello stesso periodo, i rendimenti di mercato dei titoli di Stato italiani hanno registrato una riduzione più marcata sulle scadenze a breve termine (-60 punti base) rispetto a quelli a lungo termine (-45 punti base) anche a causa dei tagli dei tassi da parte della Bce.

 

L'Ufficio parlamentare di bilancio sottolinea che con il calo degli ultimi mesi dello spread, le curve dei rendimenti italiani attese per il periodo 2025-29 risultano più basse in media di circa 30 punti base ogni anno rispetto alle stime del Piano strutturale di bilancio. Quindi, il minore costo dei tassi d'interesse determinerebbe nel prossimo quinquennio un risparmio cumulato di 17,1 miliardi nel periodo 2025-29: 1,7 miliardi in meno nel 2025; 2,6 miliardi nel 2026; 3,6 miliardi nel 2027; 4,5 miliardi nel 2028 e 4,7 miliardi di euro nel 2029.

 

giancarlo giorgetti alla camera foto lapresse

Questi valori, spiega l'Upb, «si tradurrebbero in un impatto sul Pil pari a 0,1 punti percentuali in ogni anno del triennio 2025-27 e a 0,2 punti percentuali in ogni anno del biennio 2028-29. Un effetto favorevole si avrebbe poi sia sul disavanzo, sia sull'evoluzione del debito nel breve e nel medio termine».

 

Per garantire gli impegni con l'Europa è dunque cruciale tenere basso lo spread per bilanciare la crescita asfittica.

debito pubblico

Tornando alle scadenze del debito, nel 2025 i 350 miliardi di euro da rimborsare riguardano 196 miliardi di Btp, 114 miliardi di Bot e 40 miliardi di Cct. Guardando ai prossimi dieci anni, il debito è concentrato principalmente sui Btp, che rappresentano 1.653 miliardi, pari al 75% del totale. [..]

debito pubblico

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)