LA SCOMMESSA FATALE DI MICROSOFT: TROVARE UN NUOVO CAPO, MAGARI IN GONNELLA, CHE POSSA SALVARLA DALLA CRISI DI OBSOLESCENZA

Serena Danna per "Corriere della Sera"

Cercasi amministratore delegato per Microsoft. Stipendio annuale stimato: 600 mila dollari. Requisiti necessari: nato negli anni Sessanta, un background solido nella programmazione informatica, esperienza a Redmond, leadership gentile, innovatore con rispetto della tradizione, competenze in campo mobile, cloud computing e social media, foto del primo pc sulla scrivania.

Incrociando i profili dei papabili per il ruolo, sembra evidente come la ricerca del nuovo capitano d'azienda di Redmond - dopo l'annuncio delle dimissioni di Steve Ballmer - sia una missione impossibile per il gruppo, che ha nominato una commissione speciale, guidata dal fondatore Bill Gates, per gestire la transizione.

Il giorno dopo la notizia del ritiro entro 12 mesi di Ballmer, 57 anni di cui 13 passati alla guida di Microsoft, il toto-nomi della successione, nella confusione caratteristica della fase, converge su una figura giovane che conosca bene sia croci e delizie dell'azienda sia le nuove sfide del mondo della tecnologia.

Uno come Tony Bates: attualmente vice presidente esecutivo di Microsoft e responsabile per lo sviluppo, 46 anni, è «l'evangelista» che ha guidato la divisione di Skype, servizio acquistato per 8,5 miliardi di dollari nel 2011.

Bates, un passato in un ex gigante come Cisco, unirebbe l'attenzione per i consumatori richiesta dal nuovo mondo con quella aziendale del «vecchio». Caratteristica che si ritrova anche nell'indiano Satya Nadella, l'uomo che ha portato con successo l'azienda nel cloud computing.

Tra gli interni, quotati anche il cinese Qi Lu, vice presidente a capo di Bing, Skype e Office, nominato da Gigaom tra i 10 innovatori del 2010. Qi Lu, ex Yahoo, sta provando a posizionare Microsoft nella ricerca con Bing. I risultati sono ancora modesti (Bing possiede il 12% del mercato) ma tutti scommettono che sia l'unico capace di vincere la sfida.

L'ex pupilla di Ballmer, Julie Larson Green, 51 anni, vice presidente per il settore dei device, si è guadagnata rispetto nell'ambiente per essere riuscita a tenere testa a Ballmer e al suo ex capo della divisione di Windows Steven Sinofsky (che ha lasciato l'azienda in polemica con Ballmer). Lo scorso maggio alla domanda su una sua possibile sostituzione di Ballmer, Green rispose: «Non lo escludo ma non ho fretta. Richiedimelo tra un anno».

Certo, se consideriamo che la ricerca del nuovo ceo, annunciata ieri, in realtà è partita molti mesi fa è possibile che l'opzione interna sia stata già esclusa. Stando alla società di consulenza preposta alla scouting, Heidrick & Struggles, Ballmer e il suo team hanno investito non più di due ore l'anno nell'elaborare un piano di successione.

Prospettato da molti anche un ritorno in gran stile di personaggi come Paul Maritz, Steven Sinofsky e l'attuale amministratore delegato di Nokia Stephen Elop. Dopo solide esperienze nel mondo della sperimentazione, sarebbero ora pronti per tornare a casa.

Maritz in particolare, secondo Michael Cusumano, docente del Mit di Boston e autore di «Microsoft Secrets», è una scelta auspicabile: «È windowscentrico, cosa importante per essere stimato internamente, ma allo stesso tempo ha sperimentato molto fuori da Redmond».

Cusumano è convinto che non ci sia bisogno di una rottura totale con il passato, operazione che verrebbe boicottata dalla dirigenza Microsoft «che ha sviluppato negli ultimi 20 anni una fiera corazza reazionaria».

«Ci sono personalità così forti all'interno dell'azienda - ha detto al «Corriere della Sera» - che sicuramente ostacolerebbero un cambiamento radicale». Per questo motivo è difficile, secondo il professore, pensare a una scelta esterna e dirompente, così come a un ritorno di Bill Gates: «Ha perso l'abilità per guidare l'azienda alla fine degli anni Novanta» e inoltre non avrebbe interesse a riprendere in mano il timone.

Nelle ultime ore circolano i nomi di Sheryl Sandberg, chief operating officer di Facebook, e del capo di Netflix Reed Hastings, l'uomo che ha trasformato lo streaming on demand in una gallina delle uova d'oro. Per Cusumano «Sheryl non ha il background giusto per guidare un'azienda come Microsoft ma sicuramente potrebbe darle un'impronta consumer molto forte». Più probabile Hasting, uomo di software ed ex direttore Microsoft.

Una cosa è certa: il fondatore Bill Gates dovrà togliere tempo al progetto di salvare il mondo per trovare al più presto il salvatore della sua società. Perché, se è vero che la prospettiva di un cambiamento ha fatto festeggiare la Borsa, una promessa non basta a risollevare le sorti di un'azienda. Tanti cominciano a temere che l'attesa della fumata bianca possa trasformarsi nel suicidio di Microsoft. L'innovazione, d'altronde, non può aspettare.

 

BILL GATES E STEVE BALLMER (MICROSOFT)lapresse steve ballmer bill gatesmicrosoft_QiLuReed Hastingsyahoo Sheryl Sandberg Reed Hastings

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