generali bazoli messina bollore nagel

SIAMO UOMINI O GENERALI? – E SE BANCA INTESA DI BAZOLI-MESSINA, ACQUISENDO LA QUOTA DI UNICREDIT, ENTRASSE IN MEDIOBANCA BY NAGEL, PRIMA AZIONISTA DI GENERALI? COSÌ SALTEREBBE LA MOSSA PREVENTIVA DI NAGEL IN CHIAVE ANTI-SCALATA DELLE GENERALI, CHE LUNEDÌ A SORPRESA HA COMPRATO IL 3% DEI DIRITTI DI VOTO DELLA STESSA INTESA

GeneraliGenerali

Paola Pica per il Corriere della Sera

 

alberto nagel vincent bollorealberto nagel vincent bollore

L' obiettivo ultimo è chiaro e da ieri sera è anche nero su bianco in una breve nota diffusa a interrompere la lunga attesa dei mercati. Intesa Sanpaolo valuta l' ipotesi di dar vita con le Assicurazioni Generali a un campione nazionale del risparmio in grado competere in Europa e, ancor prima, di arginare l' avanzata straniera, e in particolare francese, in un settore strategico e già provato solo poche settimane fa dal passaggio al gruppo d' Oltralpe Amundi della società dei fondi comuni di Unicredit, Pioneer.

 

La parola chiave, per Intesa è «combinazione industriale». Ancora non sarebbe stato decisa, tuttavia, la modalità con la quale, la prima banca italiana, tra le meglio posizionate per patrimonializzazione e redditività sulla piazza internazionale, possa combinarsi con la compagnia leader, a tutt' oggi partecipata al 13 per cento da Mediobanca.

 

alberto nagel carlo messinaalberto nagel carlo messina

Le ipotesi allo studio sono diverse e tutte destinate a cambiare gli equilibri del capitalismo italiano. Nessuna di queste possibilità sarebbe stata fin qui formalizzata al consiglio di amministrazione, convocato venerdì con un ordine del giorno sul budget stabilito alcune settimane fa, come assicurato ieri dal presidente Gian Maria Gros-Pietro.

 

La mossa preventiva , e in chiave anti-scalata delle Generali guidate dal manager francese Philippe Donnet, che lunedì a sorpresa ha comprato il 3% dei diritti di voto della stessa Intesa Sanpaolo, ha costretto la Consob a convocare a Roma, in audizione, alcuni dei protagonisti della partita aperta tra le grandi manovre sui titoli in Piazza Affari.

 

Oltre ai rappresentanti di Intesa e del Leone di Trieste, la Commissione che vigila sulla società e la Borsa ha chiesto lumi anche a Unicredit. E come mai proprio Unicredit? Guidata anch' essa da un francese, Jean-Pierre Mustier, Unicredit siede in cima alla catena di influenza su Mediobanca della quale è il primo azionista con quasi il 9%.

 

messina bazolimessina bazoli

Una quota che la Bce avrebbe suggerito di alleggerire, o di dismettere, ai fini del rafforzamento patrimoniale che vede Unicredit prepararsi ad affrontare, nelle prossime settimane, una maxi ricapitalizzazione da 13 miliardi di euro.

 

Il quadro è a dir poco in movimento e tra gli scenari presi in (seria) considerazione da analisti e banche d' affari c' è pure quello di un ingresso di Intesa in Mediobanca, via Unicredit. Potrebbe essere questa l' alternativa assai suggestiva, e non priva di controindicazioni, al piano più lineare e scontato: il lancio di un' offerta di scambio sulla larga maggioranza del capitale di Trieste, almeno il 60%, dopo le regole sugli incroci di partecipazioni stabilite dal Testo Unico sulla Finanza e scattate dopo l' acquisto del 3% di Intesa da parte di Generali. Al di là dell' efficacia dell' eventuale manovra, l' idea di un abbraccio di Intesa e Mediobanca, i due mondi a lungo distanti e opposti, scatena le scommesse in Borsa, mentre qualcuno comincia a fare i conti.

 

philippe donnet gabriele galateri di genola alberto minaliphilippe donnet gabriele galateri di genola alberto minali

Carlo Messina, il manager chiamato alla guida della banca nell' autunno del 2013, si è preso ancora qualche ora di riflessione. Questa mattina è in volo verso Mosca per un incontro al Cremlino con il presidente Vladimir Putin: la banca italiana era in prima fila, con un finanziamento fino a 5,2 miliardi di euro a supporto dell' operazione formato da Glencore e il fondo sovrano del Qatar hanno acquisito il 19,5% del capitale del big del petrolio Rosneft.

 

Al suo ritorno, Messina celebrerà con il fondatore Giovanni Bazoli e gli azionisti storici della banca il decimo compleanno dalla fusione degli istituti di Milano e Torino. E forse scioglierà i nodi sul prossimo possibile salto in avanti, con la creazione del gruppo da 60 miliardi di capitalizzazione e oltre 800 miliardi di risorse amministrate, il polo che potrebbe nascere dalla combinazione industriale con Generali.

philippe donnet gabriele galateri di genola philippe donnet gabriele galateri di genola

 

Le condizioni irrinunciabili, per Messina, sono indicate in modo esplicito nel comunicato diffuso ieri sera: qualunque operazione dovrà avvenire «secondo stringenti criteri di preservazione della leadership di adeguatezza patrimoniale e coerentemente con la politica di creazione e distribuzione di valore dei propri azionisti».

 

Bisogna infatti ricordare che la maggioranza dei soci del gruppo è rappresentata da investitori istituzionali prevalentemente esteri. Qualunque scelta sulle Generali non potrebbe dunque rientrare nei vecchi schemi di racconto della finanza, ma sarà valutata sulla base delle prospettive di redditività che potrà offrire.

 

Ieri il fondo Harris che ha il 2,8% di Intesa ha sottolineato i rischi di un' eventuale fusione. Secondo le nuove regole, i coefficienti previsti nel caso di investimento assicurativo sono infatti più stringenti. Dopo la distribuzione di un dividendo da 3 miliardi nel 2016, la cedola promessa da Messina e per l' esercizio in corso è di 4 miliardi.

 

LA SEDE DI MEDIOBANCA LA SEDE DI MEDIOBANCA

Un bonus al quale gli azionisti non vorranno rinunciare. Il piano industriale in corso, viene comunque ricordato nella nota, prevede proprio la crescita nel risparmio e nel private banking anche se questa potrebbe essere perseguita anche con «partnership internazionali» e non solo con le acquisizioni come pure proposto «dalle banche d' affari».

 

nagel e moglie nagel e moglie

Chi tra gli altri si è esercitato ieri sugli scenari possibili sono gli analisti di Equita per i quali al lancio di un' offerta di scambio sulle Generali potrebbe essere preferito l' ingresso in Piazzetta Cuccia. Con l' acquisto della quota di Unicredit e il successivo lancio di un' offerta su Mediobanca stessa: in questo modo, Intesa Sanpaolo, oltre a controllare un business «più affine» diventerebbe indirettamente il primo socio di Generali con il 13% e potrebbe coagulare una minoranza di blocco in chiave anti-scalata, difendendo così il Leone dalle mire di potenziali pretendenti esteri, a partire da Axa .

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...