
TRUMP BUMP: LO S&P 500 VALE 20MILA MILIARDI. LA BORSA AMERICANA SFONDA NUOVI RECORD E TRASCINA LE MOSCE PIAZZE EUROPEE - IL DOW JONES ORMAI SALDAMENTE OLTRE I 20MILA PUNTI, GALVANIZZATO DALLE PROMESSE DI DEREGULATION E RIFORMA FISCALE TRUMPIANA - LO SPREAD ITALIANO CALA A 191
Flavio Bini per www.repubblica.it
WALL STREET BORSA NEW YORK STOCK EXCHANGE
Ore 16:15. Le Borse europee si confermano in buon rialzo mentre Wall Street infrange un nuovo record storico, a conferma di una fase positiva innescata dall'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. Un evento che - al netto dei dubbi sulla reale consistenza delle politiche annunciate dal tycoon - è stato letto come un sostegno alla crescita da parte dei mercati finanziari.
La settimana scorsa il presidente ha annunciato una riforma fiscale "eccezionale", in agenda nelle prossime settimane, mentre le banche hanno brindato alle dimissioni di Daniel K. Tarullo dalla Federal Reserve: a lui risalgono le regole più stringenti per la sicurezza del sistema finanziario, fortemente volute da Obama. Un ostacolo in meno sulla via della de-regolamentazione annunciata da Trump.
donald trump nell ufficio ovale casa bianca
E così, dopo aver aggiornato i massimi di sempre, il listino S&P500 ritocca nuovamente gli annali superando la quota simbolica di 20mila miliardi di dollari di capitalizzazione, grazie a un progresso dello 0,4%. Il Dow Jones sale dello 0,51% a 20.373,51 punti e il Nasdaq avanza dello 0,47% a 5.761,39 punti. In rialzo anche le Borse europee, che erano bene intonate fin dalla mattina. Milano sale dell'1,2% e si muove in linea con le altre: Francoforte aggiunge l'1,1%, Parigi l'1,45%, mentre Londra limita il guadagno allo 0,3%.
Sul listino milanese soffre Carige, che venerdì a mercati chiusi ha ufficializzato una perdita 2016 di quasi 300 milioni e ha in agenda nei prossimi giorni cda decisivi per risolvere la partita dei crediti deteriorati. In ripresa in generale il comparto bancario dopo la settimana in sofferenza vissuta la scorsa settimana. Bene Ubi, Unipol e Banco Bpm.
Dopo un'apertura in lieve rialzo lo spread arretra a 191 punti, tenendosi dunque lontano da quota 200 superata all'inizio della scorsa settimana. Le previsioni economiche diffuse oggi dalla Commissione europea indicano per il 2016 una crescita dello 0,9% contro lo 0,8% stimato in autunno, e una crescita analoga anche per l'anno in corso. In miglioramento invece il pil nel corso del 2018, all'1,1% secondo Bruxelles rispetto all'1% inizialmente stimato. In netto aumento, come atteso, il dato sul debito pubblico aumentato al 132,8% nel 2016 dal 132,3% del 2015, crescendo fino al 133,3% quest'anno. I dati però non incorporano ancora le misure di aggiustamento promesse dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan proprio per mettere a freno l'aumento del'indebitamento, vero tallone d'achille dei conti pubblici italiani.
donald trump con jared kushner e mark fields sergio marchionne
Il Tesoro ha dovuto alzare l'offerta di rendimenti agli investitori nell'asta di Btp a 3, 7 e 30 anni. Il tasso medio del triennale è salito a 0,25% da 0,06% dell'asta di gennaio, quello del sette anni a 1,59% da 1,15% del mese scorso e quello del 30 anni marzo 2047 al 3,43% da 3,14% dell'ultima asta di novembre. Venduti anche due titoli non più in corso di emissione (off-the-run) maggio 2020 e agosto 2039 (tasso 3,31%).
Assegnati in tutto 8,5 miliardi di euro, il target massimo prefissato, a fronte di richieste che hanno superato i 13 miliardi. Nell'agenda macroeconomica si segnala il dato della mattinata con il Pil giapponese del quarto trimestre, leggermente più fiacco delle aspettative. L'economia nipponica secondo la lettura preliminare ha registrato una crescita dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti, contro un +0,3% atteso. Su base annualizzata il Pil è salito dell'1% rispetto al trimestre precedente, contro un +1,1 previsto dagli analisti.
Perde terreno l'euro sul mercato dei cambi, in particolare nei confronti del dollaro con il cross sotto quota 1,06. Valuta europea in flessione anche nei confronti dello yen che si porta in area 120,80.
Per le materie prime il rapporto mensile dell'Opec registra un forte calo della produzione di petrolio mondiale a gennaio: secondo il cartello dei Paesi produttori, che si è accordato su un taglio delle estrazioni per favorire il recupero dei prezzi, la produzione mondiale è scesa a 95,8 milioni di barili al giorno, in calo di 1,3 milioni rispetto a dicembre e di 0,46 milioni in confronto con gennaio 2016.
Considerando solo l'Organizzazione dei paesi petroliferi, capitanata dall'Arabia Saudita, il taglio è stato di 890 mila barili al giorno, con una produzione scesa così a 32,14 milioni di barili. I prezzi del greggio sono poco mossi: a New York il barile quota a 53,65 dollari. Il Brent perde un po' di terreno in area 56,3 dollari. L'oro tratta in leggera flessione sotto 1.230 dollari l'oncia.
La Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo in mattinata, dopo il vertice tra il presidente Usa, Donald Trump e il premier nipponico, Shinzo Abe. L'indice Nikkei avanza dello 0,41% a 19.459,15 punti. Trump ha messo da parte la sua retorica protezionistica ribadendo l'impegno Usa alla sicurezza del Giappone, dopo il missile lanciato dalla Corea del Nord. Trump in precedenza aveva accusato Tokyo di svalutare lo yen per favorire il suo export. L'indebolimento dello yen ha favorito i listini nipponici.