banche politici

TUTTI I REGALI DI RENZI AI BANCHIERI - DALL’ETRURIA DEGLI BOSCHI AGLI SCONTI FISCALI PER UN MILIARDO - GLI AZIONISTI TRUFFATI NON POTRANNO PIU’ CITARE IN GIUDIZIO GLI AMMINISTRATORI - GUADAGNI IN VISTA PER GLI ISTITUTI ANCHE CON L’ANTICIPO PREVIDENZIALE

 

Maurizio Belpietro per “La Verità

 

VITTIME SALVA BANCHE LATERINAVITTIME SALVA BANCHE LATERINA

Nei suoi primi giorni a Palazzo Chigi, Matteo Renzi annunciò agli italiani che avrebbe fatto una riforma al mese, promettendo di cambiare verso all' Italia. Dopo due anni e mezzo, di alcune di quelle riforme si è persa traccia, mentre di altre si è visto solo il titolo o il primo capitolo, ma quasi mai la fine. In compenso il presidente del Consiglio ha fatto una legge ogni due mesi per le banche, favorendole in ogni modo e spesso oltre il dovuto.

 

È noto a tutti quanto successo con le Popolari, in particolare con la banca vice presieduta dal papà del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi: inserita tra le dieci da privatizzare, venne subito premiata da una fiammata speculativa, spenta solo dopo giorni, quando arrivò il momento della trasparenza e del commissariamento a causa di una serie di irregolarità che l' hanno portata alla liquidazione. Meno noti rispetto alla riforma delle Popolari sono però altri provvedimenti, che agli istituti di credito hanno fatto altri generosi regali.

 

protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia  4protesta dei risparmiatori davanti a bankitalia 4

Il primo fu varato contestualmente al cosiddetto salvataggio della banca tanto cara al Giglio magico. Già, perché far intervenire gli istituti di credito ed evitare il fallimento della Popolare di Arezzo non è stato gratis per le finanze pubbliche.

 

Renzi infatti ha dovuto consentire ai banchieri di poter dedurre le perdite dalle tasse in un solo anno, mentre prima la deduzione era spalmata su un decennio. Sintetizzato in due parole, significa che il Fisco ha rinunciato a un bel po' di quattrini e gli istituti di credito ne hanno risparmiati altrettanti, evitando di versarli nelle casse pubbliche.

 

Una defiscalizzazione che vale quasi un miliardo, ma che era dovuta, come sostiene il premier ogni volta che qualcuno tocca il nervo scoperto del crac della banca in cui lavorava mezza famiglia Boschi. Può darsi che lo sgravio fosse obbligato, ma certo oltre allo sconto non era necessaria la norma salvabanchieri, ossia una clausola che impedisce agli azionisti truffati di citare in giudizio i precedenti amministratori, assoggettando ad un via libera del governatore della Banca d' Italia  il sacrosanto diritto di far causa ai consiglieri.

pier luigi   boschipier luigi boschi

 

Tuttavia, nonostante non si sentisse la mancanza di questo scudo, la salvabanchieri è diventata legge anche se non era prevista dall' ordinamento europeo. Come spiegano gli articoli in queste pagine, poi ci sono state la riforma delle banche cooperative di credito, che guarda caso sembra ritagliata su misura per alcuni istituti toscani, dopo di che è arrivata la garanzia statale sulla cartolarizzazione dei debiti morosi della cosiddetta bad bank, ovvero una specie di paracadute per chi si farà carico di liberare gli istituti di credito dal peso dei finanziamenti incagliati.

 

Non è tutto. Di recente il governo ha consentito la reintroduzione dell' anatocismo, ovvero della pratica che fa pagare gli interessi sugli interessi, meccanismo già dichiarato fuorilegge nel passato ma voluto dalle banche, che hanno tentato in ogni modo di reintrodurlo a carico dei clienti.

fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria  5fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 5

 

È tutto? Ma neanche per sogno. Per dare un aiuto agli istituti di credito, Renzi si prepara a finanziare gli ammortizzatori bancari. In pratica si tratta di una cassa integrazione (e anche di fondi per i prepensionamenti) a vantaggio degli impiegati allo sportello, ma soprattutto dei banchieri, i quali in questo modo potranno ridurre il personale a spese della collettività.

 

Tra le novità che fanno piacere alle banche ci sono poi altre due misure appena annunciate dalla nuova finanziaria.

 

La prima è la cosiddetta Ape, ovvero l' anticipo pensionistico, che sarà finanziato dagli istituti di credito e ovviamente non a tasso zero. Di fatto ci si è inventati il mutuo sulla pensione: una rata sicura a carico di chi si ritira dal lavoro. Poi viene il fondo di garanzia per le imprese, che serve certamente alle piccole e medie aziende, e tuttavia ai soliti banchieri, i quali potranno dormire tra due guanciali grazie ai nuovi affari.

 

patuellipatuelli

Dall' elenco dimenticavamo il codicillo che ha reso più facile mettere all' asta le case di chi non riesce a pagare la rata del mutuo. Basta ritardare di versare anche di pochi giorni per 18 volte nell' arco del periodo e l' alloggio finisce al miglior offerente senza neanche passare dal giudice.

 

E ancora vi chiedete perché tutti i banchieri tifino Renzi e non vedano l' ora che gli italiani gli regalino una Costituzione fatta apposta per lui?

 

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....