victor massiah

UBI VAL BENE UN MASSIAH - L'AD ''SORVEGLIATO'' DAL PATTO DI CONSULTAZIONE NATO POCHI MESI FA E CHE HA MNADATO IN SOFFITTÀ L'EGEMONIA IN UBI DI BAZOLI E DEGLI STORICI AZIONISTI LOMBARDI COME ZANETTI E POLOTTI - IL 17 FEBBRAIO ARRIVA IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE. SUL FRONTE DEL RISIKO BANCARIO, DA TEMPO SI PARLA DI UNA POSSIBILE FUSIONE FRA UBI BANCA E BPM, CHE SVELERÀ IL SUO PIANO AI PRIMI DI MARZO

Michele Arnese e Manola Piras per www.startmag.it

 

Tempo di presentazioni e di decisioni per Ubi Banca. L’istituto di credito guidato dall’amministratore delegato Victor Massiah, al centro dei rumors sul probabile risiko bancario dei prossimi mesi, il 17 febbraio presenterà il nuovo piano industriale mentre attende che sia chiarisca il quadro delle banche di medie dimensioni per decidere la strategia del business assicurativo.

victor massiah

 

Pochi mesi fa, peraltro, Ubi Banca è stata protagonista di un piccolo “ribaltone” azionario con la nascita del Patto di Consultazione, chiamato Car, che aggrega circa il 18% del suo capitale sociale e a cui aderiscono Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Polifin Spa e Famiglia Bosatelli, Next Investment Srl (Famiglia Bombassei), P4P Int e Famiglia Pilenga, Radici Group e Famiglia Gianni Radici, Scame Spa e Famiglia Andreoletti e UPIFRA SA (Famiglia Beretta). Il Car – di cui è capofila la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo guidata da Giandomenico Genta – ha di fatto mandato in soffitta l’egemonia in Ubi di Giovanni Bazoli e di altri storici azionisti lombardi come Emilio Zanetti e Franco Polotti.

 

UBI BANCA

IN ARRIVO IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE

Come si diceva, la banca ha in programma la presentazione del nuovo piano industriale per lunedì 17 febbraio previo disco verde da parte il board che, una settimana prima, è chiamato ad approvare il bilancio. All’appuntamento, come ricorda l’Ansa, l’istituto di credito si è preparato per bene: accelerando sulla dismissione degli Npl, mettendo a regime nei prossimi tre anni la fusione delle sette banche nella capogruppo e fissando all’8,2% l’Npe ratio (rapporto tra crediti deteriorati e totale dei crediti erogati). Inoltre, ha aperto il nuovo anno con un record di ordini – superiore ai 6 miliardi – per un bond subordinato da 400 milioni.

 

COSA SI DICE DELLA FUSIONE CON BPM

Sul fronte del risiko bancario, da tempo si parla di una possibile fusione fra Ubi Banca e Bpm, che svelerà il suo nuovo piano industriale ai primi di marzo. Certo, Massiah era stato chiaro nell’intervista al Sole 24 Ore dello scorso novembre: “Le fusioni non si improvvisano, servono analisi chiare perché la storia dimostra che non tutte le aggregazioni sono state di successo”.

 

 

victor massiah 2

Per svolgere delle analisi chiare, aveva spiegato, serve “un’approfondita valutazione di due elementi” ossia i “nuovi principi contabili internazionali” che “impongono di spesare interamente all’inizio i costi di fusione che riguardano soprattutto gli esuberi di personale” e “i modelli interni di rating delle banche coinvolte e l’impatto della loro armonizzazione sugli indici di capitalizzazione”. Le nozze fra Ubi e Bpm sono state benedette da Goldman Sachs perché – rilevava – i due istituti hanno “le maggiori sovrapposizioni” e perciò si possono razionalizzare sportelli e tagliare costi del 20-25%.

 

Una fusione che però potrebbe comportare alcune difficoltà, a cominciare dai due leader, Victor Massiah e Giuseppe Castagna, ad di Banco Bpm, che probabilmente malvolentieri rinuncerebbero ad essere il numero uno del nuovo gruppo.

UBI BANCA BRESCIA

 

IL REBUS DELLE ASSICURAZIONI

A pesare però, raccontano fonti finanziarie a Start Magazine, sarebbero gli accordi di bancassurance stipulati da Bpm che, in caso di fusione, sarebbero troppo vincolanti.

Intanto, come racconta l’agenzia Reuters, Ubi Banca è orientata a estendere l’accordo di bancassicurazione con Cattolica “rimandando ogni decisione strategica di lungo termine sul business assicurativo in attesa che si chiarisca il quadro sull’atteso consolidamento bancario tra gli istituti italiani di media dimensione”.

 

bazoli gallerie d'italia

L’istituto guidato da Massiah, peraltro, da tempo starebbe lavorando al dossier sul riassetto delle attività assicurative, che valgono circa 1 miliardo di euro, con l’obiettivo di trovare un unico partner in concomitanza con la scadenza degli attuali accordi, a fine 2020. Sempre secondo Reuters è probabile che a breve venga prorogato l’accordo con Cattolica in base al quale Ubi possiede il 40% della joint venture Lombarda Vita e il 20% di Aviva Vita. Non è neppure escluso, però, che l’istituto guidato da Massiah non decida di internazionalizzare il business del settore come ha fatto, ad esempio, Intesa Sanpaolo con Intesa Vita.

 

IL RAPPORTO TRA IL PATTO E L’AD MASSIAH

Un Massiah che nei giorni scorsi non sarà rimasto indifferente nel leggere il comunicato stampa in cui il Car ha messo nero su bianco di aver avuto conferma (il 27 gennaio 2020) dell’efficacia del Patto di Consultazione sottoscritto il 19 settembre scorso. Il Car – si ricorda nella nota – “rappresenta da oggi una sede di confronto tra significativi soci istituzionali e industriali di Ubi Banca, anche in relazione a future scelte strategiche, disciplinato facendo riferimento ai modelli elaborati dalla miglior prassi internazionale”.

 

giuseppe castagna banco bpm

Insomma, gli azionisti del Patto ci sono e sono pronti ad avere un ruolo di primo piano.

Inoltre, prosegue il comunicato, “la Banca d’Italia in accordo con le competenti strutture della Banca Centrale Europea, ha comunicato che la Bce non darà corso al procedimento autorizzativo di acquisizione di partecipazioni qualificate in quanto, sulla base dell’interpretazione del vigente quadro normativo italiano, l’attuale composizione dell’azionariato aderente al summenzionato patto non assume rilevanza ai sensi degli artt. 19 e 22 del TUB, nonché ai sensi dell’art. 5 del Decreto n. 675 del 27 luglio 2011 del CICR”.

 

Massiah, dunque, sempre più sorvegliato a vista dai nuovi uomini forti del patto.

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…