GERMANIA ANNO ZERO - ALL’ARTICOLO DELLO “SPIEGEL” SUGLI ITALIANI CODARDI, RISPONDE L’AMBASCIATORE VALENSISE A BERLINO: “OFFENSIVO E FALSO. OLTRE A SCHETTINO, CI SONO STATE ISTITUZIONI E PERSONE CHE HANNO DATO IL MEGLIO DI SÉ PER SALVARE VITE UMANE” - ‘PANCHO’ VILLARI: “PRIMA DI DARE GIUDIZI, RICORDINO IL ROGO DELLA THYSSEN DOVE MORIRONO BRUCIATI VIVI 7 OPERAI” - OMICIDIO VOLONTARIO PER LA CAMIONISTA TEDESCA CHE HA INVESTITO IL MANIFESTANTE…

1- AMBASCIATORE VALENSISE CONTRO SPIEGEL, 'HA OFFESO ITALIANI' ARTICOLO SU NAVE COSTA E SCHETTINO,OSSERVAZIONI VOLGARI E BANALI
(ANSA) - Dura replica dell'ambasciatore italiano a Berlino Michele Valensise allo Spiegel, che in un articolo l'altro ieri aveva attaccato l'Italia ed il suo ''carattere nazionale'' prendendo spunto dalla vicenda della nave Costa e dal comportamento del comandante Schettino. ''Gli argomenti di quell'articolo - ha scritto in una lettera alla testata - sono tanto offensivi nei confronti dell'Italia quanto privi di fondamento. Mi meraviglia che una testata autorevole dia spazio ad affermazioni cos volgari e banali''.

''Gentile Direttore, sono stupito e contrariato per l'articolo del Signor Jan Fleischhauer intitolato "Italienische Fahrerflucht", scrive Valensise in una lettera pubblicata dal settimanale in riferimento all'articolo del columnist di Spiegel on line. ''Credo naturalmente nella libertà di critica'', ma ''colpisce soprattutto, tra tanti luoghi comuni, che il giornalista accomuni con disinvoltura le responsabilità di una singola persona a quelle di un intero popolo. Capisco il desiderio di Spiegel on line di scrivere qualcosa di non politicamente corretto, ma questa volta si tratta di una provocazione gratuita che rimando al mittente, anche a nome dei miei connazionali che hanno espresso indignazione per lo scritto. Perché tirare in ballo tutti gli italiani?''.

''Fleischhauer - aggiunge l'ambasciatore - non si è accorto che accanto al comportamento del Comandante della Costa Concordia, peraltro oggetto di indagine giudiziaria, vi sono state istituzioni e persone che hanno dato il meglio di sé‚ per salvare vite umane e limitare i danni dell'incidente? Ed è veramente convinto dell'inaffidabilità addirittura di tutta una Nazione?''. ''Fleischhauer lasci perdere le generalizzazioni fondate sulla razza - conclude -. Sono cose del passato, che nessuno rimpiange. Si rilassi e venga a trovarci in Italia. Troverà un grande Paese, accogliente, capace di slanci sorprendenti, individuali e collettivi, che sui pregiudizi cerca di sorridere, non di improvvisare strampalati tribunali''.

2- VILLARI (CN - IO SUD), SPIEGEL RICORDA INCENDIO THYSSENKRUPP?...
(AGENPARL) - "L'editoriale di Der Spiegel oltre ad essere intriso di toni razzisti, e' il trionfo del piu' becero luogo comunismo". Lo dichiara il sen. Riccardo Villari di Coesione Nazionale - Io Sud. "L'incidente alla Costa Concordia e' una vicenda gravissima che ci riempie tutti di dolore. Nessuno si sognerebbe di negarlo. La fotografia che il Der Spiegel fa dell'Italia e' quella di un popolo come sempre ‘mangia spaghetti', ma soprattutto di gente svogliata e inaffidabile".

"Forse il noto settimanale e l'autore del pezzo prima di emettere sentenze e dare giudizi avvilenti contro un popolo sicuramente e profondamente scosso dal naufragio della Concordia e dalla morte di tante persone, farebbero bene a fare mente locale su una vicenda che ha colpito nel profondo il nostro Paese. Quella del rogo alla Thyssenkrupp di Torino, una delle pagine piu' buie e dolorose degli ultimi tempi, dove persero la vita sette operai, bruciati vivi. Per quella tragica vicenda, esiste si' una sentenza di condanna in primo grado, a carico dell'amministratore delegato tedesco". "Dagli amici tedeschi ci si aspetterebbe maggiore rispetto per gli italiani e per un dolore che sicuramente appartiene a tutti ".


3- SE MI BLOCCHI TI TIR SOTTO - OMICIDIO VOLONTARIO PER LA CAMIONISTA TEDESCA CHE HA INVESTITO IL MANIFESTANTE CHE CERCAVA DI FERMARLA AL BLOCCO STRADALE DI ASTI OVEST
Massimo Coppero per "la Stampa"

Si aggrava la posizione giudiziaria di Karin Jutta Weckerle, 52 anni, la camionista tedesca in carcere a Torino per aver investito e ucciso all'alba di martedì l'autista astigiano Massimo Crepaldi, 46 anni, al blocco stradale nelle vicinanze del casello dell'«A21» di Asti Ovest.

Il procuratore della Repubblica Giorgio Vitari e il vicario Vincenzo Paone hanno deciso di contestare l'accusa di «omicidio volontario con dolo eventuale». In sostanza la donna avrebbe proseguito la marcia alla guida del suo Tir «accettando consapevolmente il rischio» di travolgere e anche uccidere i manifestanti che tentavano di convincerla a fermarsi in segno di solidarietà.

La sua difesa secondo cui «intorno non ho visto più nessuno e quindi sono ripartita», per i pubblici ministeri non sarebbe comunque accettabile: in quelle frazioni di secondo era infatti «ampiamente plausibile» che alcuni manifestanti si trovassero ancora davanti o nelle immediate vicinanze del Tir, anche se non li si poteva scorgere dalla cabina.

Una tesi seccamente contestata dal legale della camionista, l'avvocato Maria Grazia Marelli del foro di Alessandria, nominata dal consolato tedesco: «Credo che quest'imputazione sia errata. Era buio, c'era una nebbia fitta, la mia cliente non si è resa conto di nulla, la situazione era troppo movimentata. Come si fa a parlare di volontarietà in un caso del genere?».

Nella giornata di oggi la donna sarà sentita per l'interrogatorio di garanzia dal giudice per le indagini preliminari, Leonardo Bianco, che dovrà anche valutare se disporre una misura cautelare. L'incidente era avvenuto verso le 5 del mattino: la donna aveva dormito sul suo camion, dopo aver effettuato un carico a Riva di Chieri. Al mattino ha deciso di riprendere il viaggio verso la Germania.

Quando si è mossa, alcuni tra i manifestanti hanno cercato di fermarla. La dinamica non è ancora certa. Forse Massimo Crepaldi si è messo davanti al mezzo, pare abbia cercato di salire sul predellino e poi sia scivolato finendo sotto le ruote del pesante mezzo.

La procura ha deciso di far eseguire l'autopsia sul corpo di Crepaldi, un atto dovuto. Massimo Crepaldi, conosciuto dagli amici come «Ivano», lascia la moglie Daniela e il figlio Alessandro, 18 anni, studente. Era un dipendente dell'«Astigiana trasporti», una microazienda con cinque camion.

 

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