mustier messina

GUERRA TRA BANCHE - INTESA COMPRA POPVICENZA E VENETO BANCA, MA NEGLI ULTIMI GIORNI UNICREDIT E MEDIOBANCA HANNO PROVATO A FAR SALTARE L'OPERAZIONE CON AZIONI DI DISTURBO - L'ASSE DI FERRO TRA CARLO MESSINA E IL CAPO DELLA FABI SILEONI - INTESA COMPRERÀ ANCHE BANCA APULIA E BANCA NUOVA OLTRE ALLE RETI ESTERE - NEI DUE ISTITUTI CI SARANNO 4MILA ESUBERI

 

Francesco De Dominicis per www.liberoquotidiano.it

 

alberto nagel carlo messinaalberto nagel carlo messina

Lo schema per l'accordo tra IntesaSanpaolo e il governo era stato trovato definito la scorsa settimana. Ma ci sono voluti più di 10 giorni per chiudere la partita, col decreto legge che oggi sarà approvato dal governo in un consiglio dei ministri straordinario, sulle banche venete comprate dal colosso comandato da Carlo Messina. Chi si interroga sui motivi dell'inatteso ritardo potrebbe trovare le risposte "sfogliando" il registro telefonico della segreteria tecnica del ministero dell'Economia. Gli sherpa di alcuni importanti istituti di credito italiani ostili a Intesa, secondo fonti ben informate, hanno tentato di far saltare l'acquisto di Popolare di Vicenza e Veneto Banca lavorando sotto traccia.

 

Continue telefonate nelle quali venivano sollevati dubbi e perplessità sull'operazione, anche in relazioni a presunti dubbi dell'Unione europea che, in realtà, non ha evidenziato criticità insormontabili. Un attacco sotterraneo che è apparso subito come un gesto di gelosia, al quale tuttavia qualcuno ha dato credito a via Venti Settembre. Ecco perché Messina, quando si è accorto delle azioni di disturbo, ha sparigliato il tavolo convincendo definitivamente il governo e soprattutto dando al ministro Pier Carlo Padoan motivi validi per chiudere la questione coi detrattori interni. E in tempi rapidi.

MUSTIER MESSINAMUSTIER MESSINA

 

Il piano, dunque, è pronto. Ecco i dettagli. Secondo quanto appreso da Libero, il perimetro oggetto di acquisto include crediti in bonis diversi da quelli ad alto rischio per circa 26,1 miliardi di euro, attività finanziarie per circa 8,9 miliardi di euro, le partecipazioni in Banca Apulia  e Banca Nuova oltre quelle in Sec Servizi e in Servizi Bancari. Intesa rileverà pure le quote delle banche con sede in Moldavia, Croazia e Albania. Nell'operazione finiranno anche 28,5 miliardi di debiti verso la clientela, 11,8 miliardi di obbligazioni sentire e 23 miliardi di raccolta.

 

Quanto alla rete, il gruppo presieduto da Gian Maria Gros Pietro comprerà  circa 900 sportelli in Italia (60 all’estero, inclusa la rete di filiali in Romania) e circa 10mila persone in Italia su quasi 14mila e circa 900 all’estero. Sul personale, quindi, le eccedenze per le venete sono 4.000, ma solo 1.500 lavoratori hanno i requisiti (età anagrafica e contributi previdenziali) per i prepensionamenti a sette anni. I 2.500 extra verranno gestiti con la riapertura del fondo esuberi nel gruppo Intesa. Manovra grazie alla quale Ca de' Sass potrà liberarsi di altri suoi dipendenti: quelli di Intesa che hanno i requisiti per accedere al fondo sono 8.200.

veneto banca assemblea sociveneto banca assemblea soci

 

 La situazione - nel settore - è considerata gestibile. L'ad di Intesa ha stretto infatti un patto coi sindacati di categoria e in particolare con la Fabi. Patto che è raccontato, tra altro, anche dalla lunga sequenza di comunicati stampa diramati con tempistica chirurgica dall'organizzazione guidata da Lando Maria Sileoni.

 

L'asse di ferro tra il primo gruppo bancario del Paese e il principale sindacato del settore si è rivelato politicamente strategico nel corso dei negoziati che si sono protratti per tutta questa settimana. Nei momenti critici la Fabi ha giocato di sponda con  Intesa che lavorava da mesi, a fari spenti, sul dossier riuscendo a non far trapelare nulla all'esterno. Fatto sta che l'offerta di acquisto di Vicenza e Montebelluna alla cifra simbolica di un euro, formalizzata martedì dal consiglio di amministrazione dell'istituto, non è stata digerita facilmente dai banchieri italiani.

 

veneto banca 2veneto banca 2

E in questo senso, Sileoni ha sostanzialmente aiutato Messina a mettere tutti d'accordo, intessendo una fitta rete di contatti ai piani alti dell'industria creditizia del Paese. La soluzione di sistema – ecco il problema – di fatto non era condivisa, anche se a parole in tanti hanno dato la disponibilità, come Unicredit, Iccrea sostenuta da Mediobanca e Bnp Paribas.

 

Tra i nodi principali dell'operazione c'erano gli esuberi e la Fabi ha convinto gli attori in campo che non esistevano alternative percorribili: qualsiasi soluzione diversa al piano Intesa avrebbe cagionato un terremoto nel settore a livello occupazionale e i licenziamenti avrebbero portato allo scontro col sindacato. E quando Padoan ha preso atto del quadro complessivo, venerdì ne ha immediatamente parlato col premier, Paolo Gentiloni, e hanno concordato il cdm straordinario inizialmente previsto per ieri e poi slittato a oggi.

zonin popolare vicenzazonin popolare vicenza

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…